domenica 16 novembre 2014

PERCHE' ALL'INIZIO ... - TOMASO PIERAGNOLO

Nel post precedente, ho volutamente sorvolato sul co-autore delle poesie. Si, perchè un traduttore è anche questo. se ci pensate bene. Un testo lo si può tradurre con vari sistemi di traduzione presenti in rete, ma ci avete mai provato? Un testo semplice è di semplice traduzione, questo è vero (ci sono riuscita persino io!) ma quando il discorso poetico si fa profondo e si deve scegliere tra  il senso delle parole e il corrispondente letterale, allora servono due cose: una conoscenza profonda della lingua e un animo da poeta.  Se poi ci fosse la possibilità di alcuni scambi di vedute con l'autore straniero, ci sarebbe un arricchimento del tradotto, come se si aggiungesse una dimensione in più alla poesia.
Non devo certo ricordarvi io che molti poeti del passato sono stati anche traduttori e che uno stesso testo risulti molto diverso nelle diverse versioni.
Ed eccoci arrivati al Pieragnolo poeta. Il brano che propongo è tratto da "nuovomondo", edito nel 2010 dalla casa editrice Passigli.  Si tratta di un poema senza un eroe, ma forse lo è chi compie il viaggio raccontato, metaforico, verso la ricerca d'una perfezione che oggi manca; un invito - quasi un monito -  a rinnovarci, a ricominciare da zero: "Ma oggi l’oceano mi ha portato /le sue scapigliature azzurre, / il fianco franto delle coste /che sparpagliavano nel vento, / l’equatore roco delle sue gocce / ..."  e perché questo? Perché  "imbizzarrita appare la vita / e a volte precaria scalciando striglia / l’uomo che giace inerte nel suo orgoglio. / Cerca terra per un nuovo legno o solo / il possesso di un successivo / giorno, il luogo dove nessuno uccise / la colomba...." e al fine "ancora, affinché / dal mio sonno io veda accomiatarsi gli inganni.".  Troppo semplice il parallelismo tra la vita dell'autore e la costruzione del libro, come è troppo semplice rapportarlo con un altro e più famoso "viaggio". C'è qualcosa in più a sostenere tutto il poema. Com'è intuibile da questi pochi accenni, è maestoso  e incalzante. L'amore lega un testo all'altro: per la terra e la natura in generale, per la vita, per l'uomo (che sospetto essere egli stesso) e la donna.  Il rispetto, altra forma di amore, verso questo mondo, ideale ma neppure troppo, a cui tendere senza "malintesi in circolazione, sottotitoli / ancora eredità di dominio e / compiacimento per un latente potere / che sopprime quotidiano, come snidare / perpetua la mancanza e giungere infine / a contare tutto, mangiare tutto / il mangiabile, stipare l’avvento / in alterato turno così accalcati /".
La scelta di quanto postare, è stata oggetto di continui ripensamenti. Ho risolto poi per quanto leggete sotto, perchè mi ha riportato vicina a una mia vecchia convinzione, che in sintesi ogni uomo nella sua vita, dalla nascita alla morte, passa attraverso tutti i secoli: inizia a parlare come hanno fatto i nostri antenati, a scrivere anche se non deve più inventarne i segni, a meravigliarsi e inventare, a prendersi cura degli altri e almeno nella normalità delle cose, stare accanto a chi  lascia questa vita, per poter poi essere preparato anche se non pronto, a sua volta.  Ma per tutto questo, comunque, ci vuole amore.





Tomaso Pieragnolo è nato a Padova nel 1965 e da vent’anni vive tra Italia e Costa Rica. La casa editrice Passigli di Firenze ha pubblicato il suo ultimo libro, il poema “nuovomondo”, finalista al Premio Palmi, Metauro, Minturnae, rosa finale del Premio Marazza e vincitore del Saturo d’Argento – Città di Leporano. Fra le sue più recenti pubblicazioni: “Lettere lungo la strada” (2002, premiato al Città di Marineo e finalista al Guido Gozzano di Belgirate), “L’oceano e altri giorni” (2005, già finalista ai Premi Libero de Libero inedito 2003, edito Guido Gozzano di Belgirate e Ultima Frontiera di Volterra e vincitore del Premio Minturnae Giovani). Una selezione di poesie scelte è stata pubblicata in spagnolo dalla Editorial de la Universidad de Costa Rica e dalla Fundación Casa de Poesía (“Poesía escogida”, 2009). La sua attività di traduttore di poesia latinoamericana si è svolta dal 2007 al 2013 in collaborazione con la rivista Sagarana, nella quale ha proposto principalmente autori del Costa Rica e del Centro America, mai tradotti in Italia, e con alcune case editrici, che hanno pubblicato la prima traduzione in italiano di Eunice Odio (“Questo è il bosco e altre poesie”, Via del Vento 2009, Menzione Speciale Camaiore per la traduzione) e
la prima traduzione in italiano di Laureano Albán, (“Gli infimi crepuscoli”, Via del Vento 2010 e “Poesie imperdonabili”, Passigli 2011, finalista Premio Internazionale Camaiore, rosa finale Premio Marazza per la traduzione). Ha pubblicato per La Recherche due ebook di traduzioni liberamente scaricabili: “Nell’imminenza del giorno” (2013) e “Ad ora incerta” (2014).







Perché all’inizio della vita tende
ogni buona cosa, il fugato dubbio
o il decente perdono che l’ottusa
insistenza attanaglia, la madre verde
di rugiada estenuata e fresca
di nubi e di recenti piogge
che il suo nuziale attende perigliosa
ancora incerta tra l’amore e l’odio;
è il millesimato astro che non può
esistere nemmeno un’ora staccato
dal suo eccesso, affinché ogni stilla viva
per sempre attratta da due roghi e della luce
l’esatto alternarsi, perché sia possibile
in vece amarsi e più non sapere
se qui comincia davvero un nuovomondo
o se ciechi viviamo la fine del tempo.





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