venerdì, 07 maggio 2010
I VERSI - TITOS PATRIKIOS
Un'altra poesia sulla poesia.
Come si scrivono dei versi?
Certo non tutti hanno lo stesso metodo, c'è chi scrive di getto e la poesia nasce già perfetta, chi pensa per giorni prima di fissare dei versi, chi butta giù una-due parole chiave e poi la rielabora con calma.
In una intervista reperibile in rete su PadovaCultura si legge, tra le varie domande:
A tutta prima, le sue poesie sembrano facili e chiare, comprensibili. Come ci riesce?
La chiarezza è un risultato, non ci si arriva subito, io ho scritto anche poesie oscure. Spero che le mie poesie siano chiare ma non semplici, che abbiano molti livelli da scoprire.
Al campo, Ritsos mi ha insegnato che dovevo scrivere e riscrivere, anche cinque volte, e, se occorre, buttare via anche la metà del lavoro. Gli ultimi miei testi mitologici, ad esempio, sembrano semplici, ma sono stati rielaborati una ventina di volte, perché è difficilissimo mettere insieme due-tre parole e se le parole non sono messe in quel certo modo la poesia non tiene. Bisogna avere un notes per prendere appunti. Anche se non servono. Ma intanto bisogna prendere appunti.
Quella a cui ha risposto Titos è una curiosità che vorremmo soddisfare con molti altri autori, anche tra quelli che conosciamo, se non fosse per il timore d' infrangere una sfera privata che vuole rimanere tale.
Così, accontentiamoci di queste parole.
Deliziosa l'immagine dei "rumori segreti", abbinata all'immagine dei figli che crescono dentro di noi.
Questo passaggio, apprezzato - penso - appieno da tutti, da una donna è vissuto con un brivido di ricordo.
Solo a me viene in mente la similitudine tra il verso e la cellula?
Una parola poi due, tre, dieci che lottano tra loro per avere il sopravvento, versi che si sciupano uno accanto ad un altro e quando poi finalmente si fanno strofe e poesia e vengono pubblicate e lette saranno interpretate e come indossate da altri, quindi per questo non più nostri.
Questo quando la potenza e la grandezza della poesia lo consente.
Un grazie tutto particolare all'amico che nel fornirmi il testo, mi ha dato lo spunto per questa riflessione, oltre alla possibilità di leggere una splendida poesia.
Così, accontentiamoci di queste parole.
Deliziosa l'immagine dei "rumori segreti", abbinata all'immagine dei figli che crescono dentro di noi.
Questo passaggio, apprezzato - penso - appieno da tutti, da una donna è vissuto con un brivido di ricordo.
Solo a me viene in mente la similitudine tra il verso e la cellula?
Una parola poi due, tre, dieci che lottano tra loro per avere il sopravvento, versi che si sciupano uno accanto ad un altro e quando poi finalmente si fanno strofe e poesia e vengono pubblicate e lette saranno interpretate e come indossate da altri, quindi per questo non più nostri.
Questo quando la potenza e la grandezza della poesia lo consente.
Un grazie tutto particolare all'amico che nel fornirmi il testo, mi ha dato lo spunto per questa riflessione, oltre alla possibilità di leggere una splendida poesia.
I VERSI
I versi sono come i figli.
Crescono nelle viscere con rumori segreti,
soffrono dentro di te, si ammalano,
poi inaspettatamente crescono,
un giorno ti si rivoltano contro,
contro di te che hai dato loro vita,
finché poi se ne vanno per sempre
e non sono più soltanto tuoi.
Profonda la concezione dei versi di Titos, e veritiera!
RispondiEliminaLa gestazione, la partenza, il superamento della categoria dello spazio e del tempo!
Buona festa Carla!
Giuseppe
Sempre attente le tue letture, grazie Giuseppe.
EliminaBuona festa anche a te.