lunedì, 22 febbraio 2010
L'ODORE DELL'INVERNO - ANTON CECHOV
Nato a Taganrog nel 1860, crebbe in una famiglia economicamente disagiata: il nonno era stato servo della gleba.
Terzo di sei figli, ricevette una educazione religiosissima e dura.
«Mio padre cominciò a educarmi, o più semplicemente a picchiarmi, quando non avevo ancora cinque anni. Ogni mattina, al risveglio, il primo pensiero era: oggi sarò picchiato?».
La madre, Evgenija Jakovlevna Morozova, proveniva da una famiglia di commercianti, anch'essi già servi della gleba: donna gentile e affettuosa con i figli, veniva anch'essa maltrattata dal marito: «nostro padre faceva una scenata durante la cena per una minestra troppo salata, o dava dell'imbecille a nostra madre. Il dispotismo è tre volte criminale».
Anton amava questa donna mite e silenziosa: «Per me non esiste nulla di più caro di mia madre in questo mondo pieno di cattiveria».
Frequentò il liceo nella città natale.
Nel 1879 Cechov si trasferì a Mosca dove si iscrisse alla facoltà di medicina. Laureatosi nel 1884, esercitò solo saltuariamente, in occasione di epidemie e carestie, la professione, dedicandosi invece esclusivamente all'attività letteraria. Nel 1890 raggiunse attraverso la Siberia la lontana isola di Sachalin, sede di una colonia penale, e sulle disumane condizioni di vita dei forzati scrisse un libro-inchiesta, L'isola di Sachalin (1895). Minato dalla tubercolosi, Cechov passò vari anni nella sua tenuta di Melichovo [Mosca], cercando di migliorare la condizione materiale e morale dei contadini. Nel 1895 conobbe Tolstoj, cui rimase legato da amicizia per tutta la vita. Nel 1900 fu eletto membro onorario dell'Accademia russa delle scienze, ma si dimise due anni dopo per protesta contro l'espulsione di Gor'kij.
Soggiornò varie volte, per curarsi, a Biarritz, Nizza, Jalta [Crimea]. Nel 1901 sposò Olga L. Knipper, attrice del Teatro d'arte di Mosca.
In un estremo tentativo di combattere il male, si recò a Badenweiler, una località della Foresta Nera.
Morì qui, nel 1904, assistito dalla moglie. Aveva 44 anni.
dal sito Riflessioni.it con integrazioni sparse dal web.
Terzo di sei figli, ricevette una educazione religiosissima e dura.
«Mio padre cominciò a educarmi, o più semplicemente a picchiarmi, quando non avevo ancora cinque anni. Ogni mattina, al risveglio, il primo pensiero era: oggi sarò picchiato?».
La madre, Evgenija Jakovlevna Morozova, proveniva da una famiglia di commercianti, anch'essi già servi della gleba: donna gentile e affettuosa con i figli, veniva anch'essa maltrattata dal marito: «nostro padre faceva una scenata durante la cena per una minestra troppo salata, o dava dell'imbecille a nostra madre. Il dispotismo è tre volte criminale».
Anton amava questa donna mite e silenziosa: «Per me non esiste nulla di più caro di mia madre in questo mondo pieno di cattiveria».
Frequentò il liceo nella città natale.
Nel 1879 Cechov si trasferì a Mosca dove si iscrisse alla facoltà di medicina. Laureatosi nel 1884, esercitò solo saltuariamente, in occasione di epidemie e carestie, la professione, dedicandosi invece esclusivamente all'attività letteraria. Nel 1890 raggiunse attraverso la Siberia la lontana isola di Sachalin, sede di una colonia penale, e sulle disumane condizioni di vita dei forzati scrisse un libro-inchiesta, L'isola di Sachalin (1895). Minato dalla tubercolosi, Cechov passò vari anni nella sua tenuta di Melichovo [Mosca], cercando di migliorare la condizione materiale e morale dei contadini. Nel 1895 conobbe Tolstoj, cui rimase legato da amicizia per tutta la vita. Nel 1900 fu eletto membro onorario dell'Accademia russa delle scienze, ma si dimise due anni dopo per protesta contro l'espulsione di Gor'kij.
Soggiornò varie volte, per curarsi, a Biarritz, Nizza, Jalta [Crimea]. Nel 1901 sposò Olga L. Knipper, attrice del Teatro d'arte di Mosca.
In un estremo tentativo di combattere il male, si recò a Badenweiler, una località della Foresta Nera.
Morì qui, nel 1904, assistito dalla moglie. Aveva 44 anni.
dal sito Riflessioni.it con integrazioni sparse dal web.
L'ODORE DELL'INVERNO
Il tempo dapprincipio fu bello,
calmo. Schiamazzavano i
tordi, e nelle paludi qualcosa di vivo
faceva un brusio, come se
soffiasse in una bottiglia vuota.
Passò a volo una beccaccia e
nell’aria con allegri rimbombi.
Ma quando nel bosco si fece
buio e soffiò da oriente un vento
freddo e penetrante, tutto tacque.
Sulle pozzanghere si allungarono
degli aghetti di ghiaccio.
Il bosco divenne squallido, solitario.
Si senti l’odore dell’inverno.
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#1 21 Aprile 2010 - 13:24
Vorrei sapere gli estremi per rintracciare l'opera, o racconto, di Cechov in cui parla dell'uccisione di una beccaccia, occhi neri, con l'ala spezzata e che non moriva, ma ci pensò un cacciatore a fracassargli il cranio, prima di cena. Vorrei poterlo acquistare, da ragazzo ho assistito a una scena simile, Cechov l'ha dipinta perfettamente, tremendamente. Grazie.
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