mercoledì, 29 giugno 2011
RESISTENZA - ABILIO ESTEVEZ
Continuo il tema del viaggio, con questo testo di Abilio, un autore già presente nel blog, che propone la sua disillusione ed il suo monito a stare accorti alle scorciatoie, ai facili tesori che ci vengono proposti.
Alla nostra vita non serve un tesoro, serve piuttosto immagazzinare l'esperienza che ci troviamo ad affrontare, per non restare impreparati, ripiegati su noi stessi, buttati sul primo scalino o sul primo lembo di terra lasciato libero da altri.
Una annotazione: quel distico finale, incorniciato - per così dire - entro due parentesi, ha il sapore di una frase sussurrata, di una confidenza. Eppure il tono è urgente, come se l'autore ci stesse strattonando per portarci via.
Mi corre il pensiero ad altri versi: "non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
Alla nostra vita non serve un tesoro, serve piuttosto immagazzinare l'esperienza che ci troviamo ad affrontare, per non restare impreparati, ripiegati su noi stessi, buttati sul primo scalino o sul primo lembo di terra lasciato libero da altri.
Una annotazione: quel distico finale, incorniciato - per così dire - entro due parentesi, ha il sapore di una frase sussurrata, di una confidenza. Eppure il tono è urgente, come se l'autore ci stesse strattonando per portarci via.
Mi corre il pensiero ad altri versi: "non ragioniam di lor, ma guarda e passa".
RESISTENZA
Non ci sono tesori, dicono i pellegrini che ritornano.
Se ne stanno lì, sul ciglio delle strade, sulle sponde di mari e
fiumi, senza dormire e senza poter toccare l'acqua, maleodoranti e
allucinati, a indicare impauriti l'orizzonte.
Non ci sono tesori, dicono e chiudono gli occhi, e spezzano i
bastoni, e si gettano a terra e non aspettano.
Non implorano più, non supplicano più. Il cielo non risponde e
non c'è speranza nei sogni.
È una menzogna la storia dei galeoni sommersi. Non
esistono i forzieri sepolti sul fondo degli oceani, con
tutto l'oro delle antiche corti, coi rubini, gli
smeraldi e le corone degli imperi scomparsi.
Non c'è mai stato un simile sfavillio in mezzo ai pesci,
ripetono, deliranti, i pellegrini che tornano.
Ignori perché si sono stancati, chi li ha dissuasi, quale
demone dell'impazienza ha spento tra le alghe la luce
dell'oro e delle pietre preziose.
Tu ti fermi un istante.
Non ci sono tesori, gridano disperati.
(Non voltare la testa. Non li vedere con gli occhi vuoti. Non
li sentire. La strada è lunga e non c'è tempo da perdere.)
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