Questa è la prima di sette poesie che formano il capitolo "Lettere" della raccolta "C'è modo e modo di sparire", dove la Adelphi ha radunato la produzione di Nina dal 1945 al 2007 e che pare siano le uniche tradotte e sopravvissute ad oggi (C'è stata una piccola silloge edita negli anni 60 da un piccolo, lungimirante editore). E in questa antologia a mio parete c'è una traslitterazione di se stessa in versi. Versi che sembrano essere l'unico modo possibile di esprimersi:
"Da questa matita si diparte una strada di grafite / e sulla strada passeggia una lettera, come un cane, / ed ecco una parola come una città abitata / dove forse arriverò domani." (da Poesia)
e ancora, da Dedica, poesia con cui inizia il libro, il distico finale:
"Leggi il mio libro e inebriati / dell’aroma della mia carne."
Poesie che sembrano quasi - un quasi d'obbligo per la soggettività che caratterizza ogni lettore - esplosioni improvvise e impreviste, come pochi autori sanno creare.
Nina Cassian è lo pseudonimo di Renée Annie Cassian-Mătăsaru. Poetessa, scrittrice e traduttrice romena, nasce a Galați il 27 novembre 1924 in una famiglia ebraica (il padre I. Cassiano-Mătăsaru era un noto traduttore). Tra il 1926 e il 1935 vive e studia presso la scuola annessa alla sinagoga di Brașov, in Transilvania. Città antichissima dove si intrecciano razze, lingue e religioni: romeni, ungheresi, ebrei e tedeschi. Si trasferisce poi a Bucarest dove termina gli studi liceali. Nella capitale inizia a frequentare corsi di recitazione, scuola di pittura e studia pianoforte. Nel 1943 sposa lo scrittore Vladimir Colin da cui divorzia nel 1948, per sposarsi con il critico letterario Al. I. Stefanescu. con cui resterà per 36 anni, fino alla sua morte. Nel 1944 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, che abbandona dopo solo un anno. Nel 1945 pubblica la sua prima poesia sul giornale România liberă, seguita a due anni di distanza dal volume La scară, opera stilisticamente vicina all'espressività delle avanguardie artistiche e per questo definita decadente dalla critica ufficiale comunista. Negli anni successivi aderirà allo stile imposto dal regime scrivendo versi elogiosi verso il regime comunista e i suoi leader ma ritornerà presto al suo modo di sentire la poesia. Rende traduzioni notevoli di scrittori come Shakespeare, Bertolt Brecht, Christian Morgenstern, Iannis Ritsos e Paul Celan. Inventa un nuovo linguaggio poetico e pubblica oltre 50 libri di poesie, saggi e prose. Nel 1985 è invitata come visiting professor negli Stati Uniti per tenere un corso di "Creative Writting" all'Università di New York. Dopo un mese, il suo caro amico Gheorghe Ursu viene arrestato e ucciso in carcere. Nel diario che teneva vengono trovate le trascrizioni di alcune sue poesie satiriche con il regime di Ceausescu che la rendano una "sovversiva". Decide di non rientrare più in patria e il suo appartamento viene confiscato, i suoi libri vietati e ritirati dalle librerie. Solo dopo la caduta del regime le sue poesie vendono tradotte e diffuse negli Stati Uniti e in Inghilterra. Solo nel 2008 torna in Romania per la presentazione di un suo libro di poesie, e poi nel 2010 per un volume di racconti per bambini. In occasione della Giornata mondiale della poesia del 2014, le viene reso omaggio a Venezia con la pubblicazione di un volume tradotto nella nostra lingua "C'è modo e modo di sparire". Vive a New York fino alla morte, avvenuta il 15 aprile 2014, all'età di 89 anni, a seguito di un attacco cardiaco. Per suo desiderio, le sue ceneri sono in Romania, a Bucarest assieme a quelle dei propri genitori e di Stefanescu, l'amore della sua vita.
Foresta storta - Polonia
Ti avrei scritto molto tempo fa ma prima ho atteso
di essere fuori dalla solitudine
ovvero fuori da quella contrada dove gli alberi
stanno in posizione orante,
in se stessi inginocchiati,
e i fiumi scorrono in se stessi,
essendo a un tempo corpo e anima,
impossibili da distinguere; ho atteso
che se ne andasse anche il ragno che
con una punta d’argento si era disegnato sulla spalla
e ora eccomi pronta a dirti
che non ti amo.
Ţi-aş fi scris mai demult, dar am aşteptat
întâi să fiu în afara singurătăţii, adică
în afara acelui ţinut în care copacii
stau în poziţie de rugă,
îngenuncheaţi înăuntrul lor,
şi râurile curg de asemeni înăuntrul lor,
fiindu-şi totodată trup şi suflet,
cu neputinţă de deosebit; am aşteptat
să plece şi păianjenul care
se desenase singur cu un vârf de argint pe umărul meu
şi iată-ma acum, gata să-ţi spun
că nu te iubesc.
Traduzione di Anita Natascia Bemacchia e Ottavio Fatica
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