domenica 20 novembre 2011

IO SONO VERTICALE - SYLVIA PLATH

sabato, 09 ottobre 2010
IO SONO VERTICALE - SYLVIA PLATH

Una poesia-dichiarazione questa di Sylvia, una negazione di sè. L'indifferenza di chi ci circonda ci crea disagio. Per chi invece il bisogno degli altri è vitale per sentirsi vivo e vero, quel disagio si trasforma in un dolore acuto.
Per Sylvia la vita scorre in mezzo ad alberi (uomini?) e fiori (donne?) dai profumi freddi.
Strano aggettivo per definire un profumo: forse per accentuare il senso di distacco, di repulsione che sente intorno a sé . Brama il colloquio con il cielo, entità a cui gli alberi e fiori che la respingono, devono soggiacere. Non necessariamente si riferisce ad un Dio. In quel caso sarebbe stata  più sottilmente allusiva.
L'uso di quella "e" nel penultimo verso mi sembra voglia spezzare il suo pensiero, anzichè continuarlo, quasi abbia preso la sua decisione: sopra è in "aperto colloquio" e subito sotto si proietta nella sua morte, prospettandoci due serie di immagini.
La prima che segue la metafora scritta: da sepolta gli alberi si nutriranno di lei ed i fiori la ricopriranno. L'altra segue quella immaginata, cioè che le persone la riconosceranno per quella che è  (le persone cieche usano il tatto per esplorare il mondo e non dimentichiamoci che Sylvia era consapevole del valore dei suoi scritti).
Notevole l'immagine dell'uomo comune, inteso come quello non toccato dalla poesia,  che ha i "pensieri andati in nebbia".





IO SONO VERTICALE

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.

Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo più perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me più naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.



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#1                                                                                                                      09 Ottobre 2010 - 17:07
mi ha molto emozionato, è una poesia di grande fascino e ben scritta
margueritex

#2  09 Ottobre 2010 - 17:29

Tutte le sue poesie sono emozionanti.
Guarda la sua precedente che ho inserito.
Grazie del segno del tuo passaggio.
Carla
NATACARLA

#3  12 Ottobre 2010 - 16:27

"...e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre... "
Una visione che condivido nel cuore e faccio mia.
Grazie! un abbraccio :-)
ina



#4                                                                                                                         13 Ottobre 2010 - 06:52
magnifica!
jardigno1965 


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