sabato 26 novembre 2011

ALLA SPERANZA - JULIO CORTAZAR

sabato, 16 luglio 2011
ALLA SPERANZA - JULIO CORTAZAR
 
Un Cortazar che non ho ancora trovato in rete tradotto in italiano ed in pochi blog in lingua spagnola. In uno di questi c'era un commento che suonava come: Julio Cortazar è sempre necessario. Lo credo anch'io. Si apre molto agli altri Julio quando scrive, con uno stile colloquiale, anche se introduce il cuore della sua poesia in modo piuttosto indiretto.
In questa, ad esempio ed a mio avviso, Julio con la chiusa
"Niente da fare, si spegne il fiammifero"
che messaggio lancia? Se accendendo un fiammifero si riaccende anche la speranza, ma il suo atto concreto e di fede, si infrange contro il tempo della disillusione, quando il poeta non riesce più a farlo.
Superbamente sintetizzato con
"E penseremo: come / è cambiato" (il tempo)
".......Vedi, non si deve" (la disillusione).
Sicuramente un autore tormentato ma che tuttavia filtra tranquillità nelle sue poesie.






ALLA SPERANZA

Allunga le tue zampette inguantate, irrigidita speranza.
Accendo un fiammifero: riscaldati. Ti sfiora.
Dopo contempleremo i nostri visi
l’uno nell’altro. E penseremo: come
è cambiato.

Credevamo
nell’altro l’uno. Vedi, non si deve.
Stira le tue manine fredde, speranza.

Niente da fare, si spegne il fiammifero.








A LA ESPERANZA


Alarga tus patitas enguantadas, esperanza yerta.
Enciendo un fósforo: caliéntate. Te alcanza.
Después contemplaremos nuestros rostros
uno en el otro. Y pensaremos: cómo
ha cambiado.

Creíamos
uno en el otro. Ves, no se debe.
Estira tus manitas frías, esperanza.

Nada que hacer, el fósforo se apaga.


Leggi i vecchi commenti


 

#1                                                                                                                        19 Luglio 2011 - 09:03
"O cara speranza
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla".
Montale diceva così, ma c'è troppo dolore sommario nei suoi versi.
Questi invece lo rallentano e lo assottigliano, fino a farlo diventare un dispiacere. 
maxdreamer

#2  21 Luglio 2011 - 19:07

Scusa del ritardo con cui rispondo, ma Splinder non mi aveva segnalato il tuo commento.
Considerazione pertinente la tua. Anch'io ne avevo rilevato la levità dei versi, ma tu ne hai centrato l'intento.
Credo che abbia usato ironia diluita fino a diventare amarezza.
Grazie del passaggio.
NATACARLA

#3  06 Agosto 2011 - 20:40

Ciao, càpito qui per caso, e scopro una poesia del mio amato Cortàzar...uno dei miei miti giovanili, di cui non conoscevo nessuna poesia, ma solo opere in prosa. Sono contento di aver avuto la possibilità di conoscere questa poesia. Addirittura ricordo che -a suo tempo- mi meravigliavo proprio del fatto che non avesse scritto poesie...mi sbagliavo! In spagnolo questa poesia, in cui è evidente il lessico di J.C. è molto, molto bella, e musicale, oltre che profonda.
''O cara speranza...'', da ''Verrà la morte e avrà i tuoi occhi'', di Cesare Pavese -svista a parte- è però, a mio modesto parere, una cosa diversa. Stupende entrambe.
Grazie
Cat.
catamor

#4  06 Agosto 2011 - 21:08

Ciao Catamor e benvenuto tra queste pagine.
Vorrei segnalarti di Julio la poesia a me più cara: Il futuro.
Magari se hai pazienza, potresti leggere anche le altre.
Grazie a te della tua orma.

NATACARLA 


Nessun commento:

Posta un commento