sabato, 18 ottobre 2008
BENVENUTA , DONNA MIA, BENVENUTA! - NAZIM HIKMET
Ancora lo stesso poeta, ancora una bella poesia.Ho appena avuto il tempo di arrotolarmela in bocca, che ve la propongo.
Non so se, al pari dell'altra, anche questa sarà presente in altri blog. A me ineressa che sia nel mio.
Un autoritratto: Nazim Hikmet nella sua cella di prigione, 1946
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d'argento
certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti
certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido
la mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato
hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre
hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme
ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
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