martedì 15 novembre 2011

di PADRI e di CORDONI

giovedì, 19 marzo 2009
 


http://files.myopera.com/giulia-maria/blog/padre-e-figlio.jpg


Questa  mattina in televisione parlavano di padri. Padri separati, per la precisione. Pizzicando qualche parola da qualche intervista a questi babbi, mi ha colpito molto quello che hatto uno di loro e che suonava più o meno così:
"Ho assistito al parto ed ho tagliato io il cordone ombelicale di mio figlio, perchè era giusto così......."
Cosa c'è che non va. So che non sarò compresa, come mi accade spesso, ma passi l'assistere al parto, anzi, ben venga. Mio marito non ne ha avuto la possibilità (solo parti cesarei per me), ma quel tagliare il cordone è un voler staccare il figlio dalla madre, interrompere un circuito, voler separare quello che rimarrà sempre unito per sempre.
Certo, lo so che va tagliato il cordone, che è indispensabile, ma facciamolo fare al medico, persona asettica, che non ha coinvolgimenti con i protagonisti del momento: una madre e suo figlio.
Non credo che mancheranno ai babbi occasioni importanti per intrufolarsi nella vita dei figli.
Ed il verbo non è messo lì a caso. Farlo in quella occasione mi sembra inappropriato, ecco. Cosa si vuol fare, renderlo partecipe della nascita? Mavvia, siamo seri!
La presenza del babbo al cambio del pannolino, all'ora del biberon, nel momento del gioco, della passeggiata, delle lacrime da asciugare, dell'ora della favola, magari vissuta come un rito, QUESTO E' essere padri.
L'altro è goliardia da raccontare nelle sere al bar tra gli amici, alla stessa stregua di vantarsi di avere un'amante.
Bene. Ho espresso la mia opinione e adesso mi sento meglio.
Carla

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