Luciano
Erba nasce a Milano, il 18 settembre 1922. E' stato poeta, critico
letterario e traduttore italiano del secondo Novecento, appartenente
alla Quarta generazione della Linea Lombarda.
Frequenta
il Liceo ginnasio Manzoni, dove trova Vittorio Sereni come insegnante
nel primo anno di liceo. Nel ’40 si iscrive all’Università Cattolica e
nell’estate ’43 lavora come correttore di bozze al Corriere della Sera.
Nell’autunno di quello stesso anno, non risponde alla chiamata alle armi
della Repubblica Sociale, sconfina in Svizzera, dove è internato in
vari campi di lavoro.
Nell’aprile del ’44 vince una borsa di studio e frequenta l’Università di Losanna per tre semestri, per passare poi nel '45 a Friburgo. Dopo la liberazione torna in Italia, lavorando per la United Press e laureandosi nel '47 con una tesi su Lorenzo Magalotti ("autore toscano del Seicento, espressione di una cultura a un tempo scientifica e barocca che mi affascinava" dice). Stringe amicizia col gruppo dei cattolici del dissenso, di Camillo Maria De Piaz e David Maria Turoldo (amicizia che è durata a lungo fra i componenti superstiti di quell ‘incredibile gruppo di intellettuali), per il quale scrive una nota introduttiva (una seconda è di Andrea Zanzotto) a O sensi miei, che è tutt'ora la raccolta turoldiana più curata criticamente e filologicamente.
Alla fine dell’anno va a Parigi come assistente di Lingua e letteratura italiana: in quell’occasione conosce Philippe Jaccotet (che dopo aver tradotto alcune sue poesie per la pubblicazione su rivista, curerà l'edizione francese del suo Ippopotamo).
Torna in Italia nel 1950 e frequenta il gruppo milanese del Blu bar in piazza Meda, frequentato da Sereni, Risi (che gli dedicherà una poesia per i suoi 80 anni), Spagnoletti, Chiara ed altri. Lavora come impiegato alla Banca Commerciale e come volontario alla Cattolica, dove anni più tardi divenne professore incaricato di lingua e letteratura francese.
Si sposa nel '61 e dal '63 al '66 si reca negli Stati Uniti, prima dome Visiting Professor, poi come Associated Professor di letteratura comparata. Torna in Italia da dove non si allontanerà più.
Nell’aprile del ’44 vince una borsa di studio e frequenta l’Università di Losanna per tre semestri, per passare poi nel '45 a Friburgo. Dopo la liberazione torna in Italia, lavorando per la United Press e laureandosi nel '47 con una tesi su Lorenzo Magalotti ("autore toscano del Seicento, espressione di una cultura a un tempo scientifica e barocca che mi affascinava" dice). Stringe amicizia col gruppo dei cattolici del dissenso, di Camillo Maria De Piaz e David Maria Turoldo (amicizia che è durata a lungo fra i componenti superstiti di quell ‘incredibile gruppo di intellettuali), per il quale scrive una nota introduttiva (una seconda è di Andrea Zanzotto) a O sensi miei, che è tutt'ora la raccolta turoldiana più curata criticamente e filologicamente.
Alla fine dell’anno va a Parigi come assistente di Lingua e letteratura italiana: in quell’occasione conosce Philippe Jaccotet (che dopo aver tradotto alcune sue poesie per la pubblicazione su rivista, curerà l'edizione francese del suo Ippopotamo).
Torna in Italia nel 1950 e frequenta il gruppo milanese del Blu bar in piazza Meda, frequentato da Sereni, Risi (che gli dedicherà una poesia per i suoi 80 anni), Spagnoletti, Chiara ed altri. Lavora come impiegato alla Banca Commerciale e come volontario alla Cattolica, dove anni più tardi divenne professore incaricato di lingua e letteratura francese.
Si sposa nel '61 e dal '63 al '66 si reca negli Stati Uniti, prima dome Visiting Professor, poi come Associated Professor di letteratura comparata. Torna in Italia da dove non si allontanerà più.
Fu
coautore con Piero Chiara dell'antologia di poesia contemporanea Quarta
generazione (1954). È considerato uno dei maggiori poeti italiani ed
europei del secondo Novecento tanto che in occasione degli ottant'anni
gli viene tributato un prestigioso omaggio tramite un'antologia di
inediti di ottanta tra i maggiori poeti viventi. È scomparso il 3
agosto 2010 a Milano, all'età di 87 anni.
Senza risposta
Ti ha portata novembre. Quanti mesi
dell’anno durerà la dolceamara
vicenda di due sguardi, di due voci?
Se io avessi una leggenda tutta scritta
direi che questo tempo che ci sfiora
ci appartiene da sempre. Ma non sono
che un uomo tra mille e centomila
ma non sei
che una donna portata da novembre
e un mese dona e un altro ci saccheggia.
Sei una donna
che oggi tiene un naufrago impaziente
dimmi tu
sei scoglio
o continente?
da La seconda casa
Strepitosa, essenziale e sublime come solo Erba. Di una apparente imperfezione, eppure armonica. Perfetta.
RispondiEliminaL'ho pensato anche io, per questo è qui.
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