sabato 19 novembre 2011

da NON TI MUOVERE di MARGARET MAZZANTINI

lunedì, 21 giugno 2010
 

Non amo leggere i cosiddetti "libri di grido", i best sellers, quelli nella classifica dei più venduti.
E' innanzitutto una questione di principio. Loro non hanno certo bisogno del mio contributo per poter essere incentivati a scrivere un nuovo buon libro ed inoltre, quando mi sono lasciata andare a comprarne uno, ho avuto delle grosse delusioni.
Questo libro mi è stato consigliato da una persona di cui mi fido. Anzi per la verità me lo ha regalato in occasione di un Natale passato.
Non l'ho lasciato da una parte, rispolverandolo solo adesso, come potreste pensare: letto in un paio di giorni (so che avrei potuto fare di meglio, ma i miei tempi non mi consentono di più). Quando incappo in qualche  bel racconto ripenso al brano qua sotto. E' diventato il mio metro di giudizio, la mia scala Mercalli per  l'intensità e l'espressività e mi sono detta: Perchè non parlarne?
Non credo di fare della pubblicità: la signora Mazzantini non ne ha certo bisogno, a distanza poi di così tanti anni dalla pubblicazione del libro.
Così mi sono ripetuta: Perchè no!
Limitandomi a questo solo brano, direi che la prosa qui scolorisce in poesia.
Trovo cosa rara questo mantenere saldo il filo della narrazione, camminando tra i due orli in equilibrio perfetto; è  semmai più frequente il caso opposto, cioè quello della poesia che si trasforma in una irrimediabile e barbosissima prosa.
Il libro è un susseguirsi di pagine come questa; se non lo avete letto, vi siete persi qualcosa di veramente unico. So che altri ve lo avevano già detto, io ve l'ho fatto  toccare con mano.



http://giotto.ibs.it/cop/copj13.asp?f=9788804489474
 
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Da quindici anni abitiamo la stessa casa. Conosci il mio odore, il mio passo, il modo con cui tocco le cose, la mia voce priva di squilibri, conosci i lati morbidi del mio carattere e quelli ostili, talmente irritanti da diventare indifendibili. Non so che idea ti sei fatta di me, ma posso immaginarmela. L'idea di un padre responsabile, non privo di un suo sardonico senso dell'umorismo, ma troppo appartato. Sei legata da un sentimento saldo a tua madre, iroso a volte, ma vivo. Io sono un completo da uomo, appeso a lato della vostra relazione. Più che la mia persona, di me hanno raccontato le mie assenze, i miei libri, il mio impermeabile all'ingresso. E' un racconto che io non conosco, scritto da voi con gli indizi che vi ho lasciati. Come tua madre, anche tu hai preferito sentire la mia mancanza, perchè avermi forse ti costava fatica. Tante volte uscendo al mattino ho avuto la sensazione che foste voi due assieme, la vostra energia, a spingermi verso la porta di casa per liberarvi del mio ingombro. Amo la naturalezza della vostra unione, la guardo con un sorriso, voi, in qualche misura, mi avete protetto da me stesso. Io non mi sono mai sentito "naturale",  mi sono impegnato per esserlo, tentativi striduli, perchè impegnarsi per essere naturali è già una sconfitta. Così ho accettato il modello che mi avete ritagliato nella carta velina dei vostri bisogni. Sono rimasto un ospite fisso in casa mia.
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2001 Arnoldo Mondadori Editore S.P.A., Milano

 

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