giovedì, 24 giugno 2010
Non mi chiedo più neppure perchè mi emozioni tanto la sua poesia, mi dimentico di osservare costruzione del verso, presenza-assenza di rime.
E' Salinas, è così.
Leggo e mi basta.
STO MODELLANDO LA TUA OMBRA
Sto modellando la tua ombra.
Le ho già tolto le labbra,
rosse e dure: bruciavano.
Te le avrei baciate ancora molte volte.
Ti fermo poi le braccia,
...lunghe, nervose, rapide.
Mi offrivano la via
perchè io ti stringessi.
Ti strappo il colore, la forma.
Ti uccido il passo. Venivi
dritta verso di me. Ciò che più
mi ha fatto soffrire,
quando l' ho messa a tacere,
è la tua voce. Densa, calda,
più palpabile del tuo corpo.
Ma stava ormai per tradirci.
Così il mio amore è libero, affrancato,
con la tua ombra spoglia di carne.
E posso vivere in te senza temere
ciò che desideravo di più,
il tuo bacio, i tuoi abbracci.
Non pensare ormai ad altro
che alle labbra, alla voce, al corpo,
che io stesso ti ho sottratto
per potere, senza di loro infine, amarti.
Io, che li amavo tanto.
E stringere all' infinito, senza pena
- mentre se ne va inafferrabile,
e dietro a lei il mio grande amore,
la carne per il suo cammino -
il tuo solo corpo possibile:
il tuo dolce corpo pensato.
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