Con questa poesia si apre il primo volume di una serie di antologie dedicato a Wislawa Szymborska. Il libro fa parte della collana UN SECOLO DI POESIA che ci viene proposta da IL CORRIERE DELLA SERA, il primo di trenta autori, esponenti del mondo della cultura, finalmente rappresentanti voci di altri continenti, altre culture, altre sensibilità.
Finalmente liberi di leggere dei testi in assoluta libertà, senza doverne rendere conto ad insegnanti impreparati ed impoetici - nel senso più positivo del termine - comunque inadeguati (se non poeti loro stessi) a seguire l'evoluzione della poesia, a fare i conti con le nuove voci con cui la tecnologia di oggi, ci permette di entrare in contatto.
La Collana è curata da Nicola Crocetti e questo nome, a mio parere, è sintomo e sinonimo della validità del tutto. Occasione ghiotta che è peccato perderla. Trovate informazioni relative all'iniziativa QUI.
Con questa poesia, così leggera, quasi una filastrocca, mi sono riconciliata con le rime. Ma non vi fate ingannare: la poesia della Wislawa trascende il me ed il noi. La sua poesia è sublimazione non di una emozione, ma di una idea; l'emozione è la creta che usa per modellare il vassoio con cui ci offre il suo pensiero.
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Nulla due volte accade nè accadrà
Nulla due volte accade
nè accadrà. Per tal ragione
si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.
Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.
Non c'è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
nè due baci somiglianti,
nè due sguardi tali e quali.
Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.
Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos'è?
Forse pietra, o forse fiore?
Perchè tu, malvagia ora,
dài paura e incertezza?
Ci sei - perciò devi passare.
Passerai - e qui sta la bellezza.
Cercheremo un'armonia,
sorridenti tra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d'acqua.
"Nic dwa razy"
Nic dwa razy sie nie zdarza
I nie zdarzy. Z tej przyczyny
Zrodziliśmy sie bez wprawy
I pomrzemy bez rutyny.
Choćbyśmy uczniami byli
Najtępszymi w szkole świata,
Nie będziemy repetować
Żadnej zimy ani lata.
Żaden dzień sie nie powtórzy,
Nie ma dwóch podobnych nocy,
Dwóch tych samych pocałunków,
Dwóch jednakich spojrzeń w oczy.
Wczoraj, kiedy twoje imię
Ktoś wymówił przy mnie głośno,
Tak mi było, jakby róża
Przez otwarte wpadła okno.
Dziś, kiedy jesteśmy razem,
Odwróciłam twarz ku ścianie.
Róża? Jak wygląda róża?
Czy to kwiat? A może kamień?
Czemu ty sie, zła godzino,
Z niepotrzebnym mieszasz lękiem?
Jesteś- a więc musisz minąć.
Miniesz- a więc to jest piękne.
Uśmiechnięci, wpółobjęci,
Spróbujemy szukać zgody,
Choć różnimy sie od siebie,
Jak dwie krople czystej wody.
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