sabato, 27 novembre 2010
QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME - AMY KAROLYI
Avrei voluto trattenere Carver come poesia di inizio ancora per molto tempo, ma poi ho incontrato Amy, con questa sua piccola poesia, ma di grande impatto.
Si ha l'impressione che l'autrice voglia farsi piccola, di fronte al proprio compagno, sinceramente stupita ed ammirata. E non si avvertono segni di inferiorità o di adulazione, solo constatazioni, dati di fatto, raccontati entro intime confidenze.
Ancora uno stupefacente modo di chiudere la poesia.
Si ha l'impressione che l'autrice voglia farsi piccola, di fronte al proprio compagno, sinceramente stupita ed ammirata. E non si avvertono segni di inferiorità o di adulazione, solo constatazioni, dati di fatto, raccontati entro intime confidenze.
Ancora uno stupefacente modo di chiudere la poesia.
Amy Karolyi (Karolyi, Mary) era nata a Budapest, il 24 luglio 1909.
Poeta e traduttrice, era moglie di Sandor Weöres, poeta e traduttore anch'egli.
Crebbe in una famiglia di intellettuali, nella sua Budapest.
Conseguì il diploma di insegnante di ungherese-tedesco e successivamente studiò a Vienna.
Ha scritto anche per i bambini.
Mori a Budapest il 29 maggio 2003.
(Biografia che ho tradotto e sintetizzato da hu.wikipedia.org)
QUANDO PRONUNCI IL MIO NOME
La parola diventa rugiada sulle tue labbra.
Dici: albero –
E vedo foreste di alberi.
Dici: pietra –
Non asfalto o cemento,
ma sotto l’acqua punge la roccia.
Dici: bello –
E l’alba fa spuntare tulipani
e il nostro grembo si riempie di primule.
E quando è finito già quasi tutto:
un sigillo rosso prende il posto della tua bocca
quando sciogli lentamente il mio nome.
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