Visualizzazione post con etichetta PIMIENTA ALEXIS DIAZ. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta PIMIENTA ALEXIS DIAZ. Mostra tutti i post

giovedì 17 novembre 2011

FINE DEL VIAGGIO - ALEXIZ DIAZ PIMIENTA

giovedì, 20 agosto 2009
FINE DEL VIAGGIO - ALEXIZ DIAZ PIMIENTA

Ancora una poesia di viaggi......







FINE DEL VIAGGIO



Se hai scoperto
che tutti gli oracoli ingannano,
che tutte le strade portano a te stesso,
cosa farai delle tue prossime paure?

Se hai scoperto
che gli astri mentono
— o forse si sbagliano —
che farai delle tue maldicenze?

Se hai scoperto
che la vecchia gitana col fazzoletto rosso
imbroglia da secoli i viaggiatori,
cosa farai di tanti manoscritti,
di tante fidanzate che aspettano fiori?

Se hai scoperto
che anche nella vita
sei un semplice passeggero in transito,
che farai, dove lo farai, e quando?


Trad. Danilo Manera

FINAL DE VIAJE

Si has descubierto
que todos los oráculos engañan,
que todos los caminos llevan a ti mismo,
qué harás con tus próximos miedos.

Si has descubierto
que los astros mienten
–o tal vez se equivocan–
qué vas a hacer con tus maledicencias.

Si has descubierto
que la vieja gitana, la del pañuelo rojo,
lleva siglos timando a los viajeros,
qué harás con tantos manuscritos,
con tantas novias esperando flores.

Si has descubierto
que en la vida también
eres un simple pasajero de tránsito,
qué harás, dónde lo harás, y cuándo.



 Leggi i vecchi commenti


domenica 13 novembre 2011

SE MI PROPONGO - ALEXIS DIAZ PIMIENTA

martedì, 09 dicembre 2008
SE MI PROPONGO - ALEXIS DIAZ PIMIENTA

Eh, si, ancora lui....
Quando mi piace una poesia, cerco di sviscerare quello su cui riesco a mettere le mani.
E anche questa poesia è, secondo me, degna di nota, superiore alle altre due, per il mio sentire.






        

SE MI PROPONGO


Se mi propongo di scriverti una poesia d'amore
il foglio si coprirà di sabbia
o cenere o pozzanghere.
Meglio amarti
e ancora nudi
raccomandarti i versi di qualche altro poeta
che non ti ami. 


Trad. Danilo Manera


Si me propongo...

Si me propongo escribirte un poema de amor
saldrà arena o ceniza
o charcos en la hoja.
Lo mejor es amarte
y aún desnudos
recomendarte versos de algún otro poeta
que no te ame.   



 

LE LETTERE SMARRITE - ALEXIS DIAZ PIMIENTA

martedì, 09 dicembre 2008
LE LETTERE SMARRITE -ALEXIS DIAZ PIMIENTA

Questa poesia dovrebbe  piacere molto a Bit, sempre che passi da me!
Mi  ricorda  molto il suo modo di scrivere: un verso molto discorsivo alternato ad uno di contenuto altamente poetico ed entrambi sono spiazzanti nelle conclusioni, anche se devo dire che Bit colpisce, come dice lui, "nel fianco, nel respiro" (perdono Bit !!!!!!)



   





LE LETTERE SMARRITE



Per favore, non recuperate le lettere smarrite.
Lasciate la busta accanto al tronco dell’albero,
sotto un’anonima pietra, o a rotolare nei giardini.
Ci sono lettere che si scrivono perché non arrivino
perché dall’altro lato della voce diffidino di tutto,
perché esista una seconda lettera, esplicita e inutile.
Ciò accade con l’assenso di tutti,
con soprassalti premeditati e complicità.
Sono mesi, anni, di matematica innocenza.
In quelle lettere si confessava tutto,
si annunciavano pericoli che poi la pioggia ha ammorbidito;
in quelle lettere c’erano poscritti che premonivano
sul fatto che sarebbero andate smarrite.
La loro vera destinazione era il silenzio,
le erbacce al bordo dei letti,
le ragnatele sui davanzali,
le nuvole sul volto.
Definitivamente,
dall’altro lato della voce non l’aspettavano.
Lasciatela accanto all’albero,
sotto un’anonima pietra,
a rotolare nella memoria del felice mittente.


Trad. Danilo Manera



Las cartas extraviadas

Por favor, no rescaten las cartas extraviadas.
Dejen el sobre junto al tronco del árbol,
bajo anónima piedra, o rodando en los parques
Hay cartas que se escriben para que no lleguen,
para que al otro lado de la voz desconfíen de todo,
para que exista una segunda carta, explíciita e inútil.
Ello ocurre con la anuencia de todos,
con sobresaltos premeditados y complicidades.
Son meses, años, de matemática inocencia.
En esas cartas se confesaba todo,
se avisaba de peligros que luego reblandeció la lluvia:
en esas cartas hubo posdatas premonitorias
de su propio extravío.
Su verdadero destino era el silencio,
la maleza al borde de las camas,
las telarañas sobre los alféizares,
las nubes en el rostro.
Definitivamente,
al otro lado de la voz no la esperaban.
Déjenla junto al árbol,
bajo anónima piedra,
rodando en la memoria del feliz remitente.






DAGLI OCCHI DI UN BAMBINO... - ALEXIS DIAZ PIMIENTA

martedì, 09 dicembre 2008
DAGLI OCCHI DI UN BAMBINO....-ALEXIS DIAZ PIMIENTA

Un altro autore favoloso, che, tanto per cambiare vive e respira ancora tra noi.
Riusciremo mai a conoscerlo, di persona, intendo?







Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani



Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo il suo stupore li mantiene sospesi,

la sua piccola mano li innalza,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero d’orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare la parola
          “aeronautica”
ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma è lui la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, 

accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti 
la paura.
Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti,
dorrà meno baci l’addio delle madri
e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.


Un aeroplano per aria
sono molti bambini che guardano l’orizzonte.


Trad. Danilo Manera



De los ojos de un niño despegan los aviones.
Si cerrase los ojos caerían.
Sólo su asombro los mantiene en vilo,
su manita los alza,
su corazón los mueve y los aleja.
Sin un niño pegado a los cristales,
a las altas barandas de una terraza adulta,
morirían de horror los aeropuertos.
Un niño nunca podría decir la palabra “aeronáutica”
pero de él dependerá la imitación del pájaro.
Un niño no sabrá calcular las distancias
pero es la garantía del retorno.
Cada aeropuerto debe tener un niño pegado a los cristales,
junto a los altavoces, donde quiera que el miedo
se agazape.
Gracias a él tardará menos lágrimas el regreso de todos,
dolerá menos besos el adiós de las madres,
las azafatas podrán prescindir de advertencias insulsas.

Un avión en el aire
son muchos niños mirando al horizonte.