domenica 13 novembre 2011

LE LETTERE SMARRITE - ALEXIS DIAZ PIMIENTA

martedì, 09 dicembre 2008
LE LETTERE SMARRITE -ALEXIS DIAZ PIMIENTA

Questa poesia dovrebbe  piacere molto a Bit, sempre che passi da me!
Mi  ricorda  molto il suo modo di scrivere: un verso molto discorsivo alternato ad uno di contenuto altamente poetico ed entrambi sono spiazzanti nelle conclusioni, anche se devo dire che Bit colpisce, come dice lui, "nel fianco, nel respiro" (perdono Bit !!!!!!)



   





LE LETTERE SMARRITE



Per favore, non recuperate le lettere smarrite.
Lasciate la busta accanto al tronco dell’albero,
sotto un’anonima pietra, o a rotolare nei giardini.
Ci sono lettere che si scrivono perché non arrivino
perché dall’altro lato della voce diffidino di tutto,
perché esista una seconda lettera, esplicita e inutile.
Ciò accade con l’assenso di tutti,
con soprassalti premeditati e complicità.
Sono mesi, anni, di matematica innocenza.
In quelle lettere si confessava tutto,
si annunciavano pericoli che poi la pioggia ha ammorbidito;
in quelle lettere c’erano poscritti che premonivano
sul fatto che sarebbero andate smarrite.
La loro vera destinazione era il silenzio,
le erbacce al bordo dei letti,
le ragnatele sui davanzali,
le nuvole sul volto.
Definitivamente,
dall’altro lato della voce non l’aspettavano.
Lasciatela accanto all’albero,
sotto un’anonima pietra,
a rotolare nella memoria del felice mittente.


Trad. Danilo Manera



Las cartas extraviadas

Por favor, no rescaten las cartas extraviadas.
Dejen el sobre junto al tronco del árbol,
bajo anónima piedra, o rodando en los parques
Hay cartas que se escriben para que no lleguen,
para que al otro lado de la voz desconfíen de todo,
para que exista una segunda carta, explíciita e inútil.
Ello ocurre con la anuencia de todos,
con sobresaltos premeditados y complicidades.
Son meses, años, de matemática inocencia.
En esas cartas se confesaba todo,
se avisaba de peligros que luego reblandeció la lluvia:
en esas cartas hubo posdatas premonitorias
de su propio extravío.
Su verdadero destino era el silencio,
la maleza al borde de las camas,
las telarañas sobre los alféizares,
las nubes en el rostro.
Definitivamente,
al otro lado de la voz no la esperaban.
Déjenla junto al árbol,
bajo anónima piedra,
rodando en la memoria del feliz remitente.






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