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sabato 26 novembre 2011

AMICI - VINICIUS DE MORAES

venerdì, 01 luglio 2011
 
C'è bisogno di commento, o forse basta aggiungere che Vinicus ha anticipato i miei pensieri?
Dedicato agli amici di sempre.






Amici...

Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l'amore che sento per loro né quanto siano necessari per me.
L'amicizia è un sentimento più nobile dell'amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l'amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza...
Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa "crônica" non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.
Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E' per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere...
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici.
Un amico non si fa, si riconosce.




domenica 20 novembre 2011

VIRGINIA WOOLF su: UOMINI E DONNE

giovedì, 28 aprile 2011
VIRGINIA WOOLF su: UOMINI E DONNE


http://digilander.libero.it/Le.parole.di.un.uomo/ricordare.jpg


"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell’uomo ingrandita fino a due volte le sue dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi. Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbero sconosciute. Staremmo ancora a graffiare la sagoma di un cervo sui resti di ossa di montone e a barattare selci con pelli di pecora o con qualsiasi semplice ornamento attraesse il nostro gusto non sofisticato. Non sarebbero mai esistiti Superuomini o Figli del Destino. Lo Zar o il Kaiser non avrebbero mai portato corone sul capo né le avrebbero perdute. Quale che sia l’uso che se ne fa nelle società civili, gli specchi sono indispensabili ad ogni azione violenta od eroica. E’ questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne, perché, se queste non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. Ciò serve a spiegare in parte la necessità che tanto spesso gli uomini hanno delle donne. E serve anche a spiegare perché gli uomini diventano così inquieti quando vengono criticati da una donna; e come sia impossibile per una donna dire loro questo libro è brutto, questo dipinto è debole, o qualunque altra cosa, senza procurargli molto più dolore e suscitare molta più rabbia di quanta non ne susciterebbe un uomo che facesse la stessa critica.Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare ad emettere giudizi, a civilizzare indigeni, a promulgare leggi, a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la stessa taglia? A questo pensavo, mentre riducevo il pane in briciole e giravo il caffè e di tanto in tanto guardavo la gente che passava per strada."


VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé (Saggio basato su due conferenze tenute dall’autrice presso la Arts Society di Newnham e la Odtaa di Girton nell’ottobre del 1928)

Un grazie alla disponibilità di Ipazia del Blog Ottantanovenuvole più una.
  
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IL VIAGGIO NON FINISCE MAI - JOSE' SARAMAGO

domenica, 25 luglio 2010
IL VIAGGIO NON FINISCE MAI - JOSE' SARAMAGO



"Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito."


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sabato 19 novembre 2011

BAMBINI A SINISTRA - ERICH FRIED

domenica, 29 novembre 2009
BAMBINI A SINISTRA - ERICH FRIED
 
Cosa succede quando la poesia si immerge nella politica?






BAMBINI A SINISTRA

Chi dice ai bambini
dovete pensare a destra
è di destra
chi dice ai bambini
dovete pensare a sinistra
è di destra  
Chi dice ai bambini
non dovete pensare affatto
è di destra
chi dice ai bambini
quel che pensate è indifferente
è di destra
Chi dice ai bambini
quello che lui pensa
e dice loro anche
che vi potrebbe essere qualcosa di sbagliato
è forse
di sinistra.

mercoledì 16 novembre 2011

QUANDO FINISCE LA NOTTE ED INIZIA IL GIORNO?

sabato, 09 maggio 2009
 

Ecco un bel pensiero da condividere...

http://th01.deviantart.com/fs7/300W/f/2006/344/b/c/The_Lion_by_death00.jpg


QUANDO FINISCE LA NOTTE ED INIZIA IL GIORNO?

Si narra che un giorno un rabbino domandò ai suoi studenti:
“Come si fa a dire che la notte è finita e il giorno sta ritornando?”
Uno studente suggerì:
"Quando si può vedere chiaramente a una certa distanza che l’animale è un leone e non un leopardo?”
“No”, disse il rabbino.
Un altro disse:
“Quando si può dire che un albero produce fichi e non pesche?”.
“No”, disse il rabbino,
“E' quando si può guardare il volto di un altro e vedere che quella donna o quell’uomo è tua sorella o tuo fratello. Perché fino a quando non siete in grado di fare questo, non importa che ora del giorno sia, è ancora notte”.

PENSIERO DELLA TRADIZIONE RABBINICA


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