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domenica 20 novembre 2011

AFORISMI: CHARLES BAUDELAIRE

sabato, 01 gennaio 2011






"Ogni uomo in buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai."



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giovedì 17 novembre 2011

FRAMMENTI: DALLA POESIA "IL VIAGGIO" DI CHARLES BAUDELAIRE

sabato, 31 ottobre 2009
FRAMMENTI: DALLA POESIA "IL VIAGGIO" DI CHARLES BAUDELAIRE

Ho inserito una nuova Categoria: FRAMMENTI e volevo spiegarvene la ragione.
Se leggi un autore che ha una sua poetica che non riesce ad entrare nel tuo modo di vedere, sentire o vivere la poesia, vuoi per un differente modo di concepirla, vuoi per la distanza che ci separa in termini di tempo (ed uso questo modo di dire perché ci sono autori che pur essendo vissuti nel secolo scorso o prima, sono così attuali da sembrare ancora vivi) ma ha scritto un verso, formulato un concetto in una forma che ti ha conquistato, perché correre il rischio di dimenticarlo?

Quindi i miei FRAMMENTI vorrebbero rappresentare per voi che leggete questo mio pensiero:
“Questo autore ha scritto questa poesia in una forma che mi allontana, ma guardate qui cosa ha saputo esprimere!”
E sarà anche per voi uno spunto di lettura, un incoraggiamento a cercare altro dell'autore, perché non è detto che il mio modo di vedere, sentire o vivere la poesia sia uguale al vostro.
Terrei a precisare che i miei FRAMMENTI saranno solo e rigorosamente D'AUTORE.

Il primo FRAMMENTO è di Baudelaire, e volevo raccontarvi come l'ho trovato, perché è una cosa buffissima ed insieme caldamente incoraggiante, sul propagarsi della Poesia nella vita di tutti i giorni.
L'ho letto - così come vi propongo, come una sorta di Spot pubblicitario - sulla fiancata di un autobus utilizzato da società che organizzano viaggi, con uno spazio più grande del nome della società stessa!
Francamente io quando l'ho visto, mi sono messa a ridere.







Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!




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mercoledì 16 novembre 2011

A UNA PASSANTE- CHARLES BAUDELAIRE

domenica, 19 aprile 2009

Una bella sfida illustrare questa poesia di Baudelaire.
Ma ne valeva la pena.






A UNA PASSANTE

La via assordante strepitava intorno a me.
Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
immenso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l'orlo della gonna,

agile e nobile con la sua gamba di statua.
Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l'uragano.

Un lampo... poi la notte! - Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m'ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell'eternità?

Altrove, assai lontano di qui! Troppo tardi! Forse mai!
Perché ignoro dove fuggi, né tu sai dove vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi!


Trad. Claudio Rendina


À une passante

La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil,
douleur majestueuse,
Une femme passa, d’une main fastueuse
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet;


Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son œil, ciel livide où germe l’ouragan,


La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.
Un éclair... puis la nuit! - Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité ?


Ailleurs, bien loin d’ici ! trop tard!
jamais peut-être!
Car j’ignore où tu fuis, tu ne sais où je vais,
O toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!




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L'ALBATRO - CHARLES BAUDELAIRE

venerdì, 03 aprile 2009

Baudelaire, uno dei poeti maledetti, il primo con cui iniziare.
E da cosa inizio? Tra le tante poesie che mi hanno segnalato da quella che ha il personaggio a cui mi sento più simile.






Charles Baudelaire nasce a Parigi il 9 Aprile 1821. Suo padre, già sessantaduenne alla sua nascita, muore quando lui ha solo 6 anni e godette di un felice e breve periodo di tutte le tenerezze della madre. Però quando lei si risposò con un aitante tenente colonnello, lui si sentì tradito. Questo e la rigidità, la freddezza ed il perbenismo di lui, lo portarono ad odiare il patrigno, e creeranno quel disagio esistenziale che accompagnerà Baudelaire per tutta la vita, testimoniato anche dallo scambio di lettere con la madre, invocando il suo aiuto ed il suo amore, che non sentirà mai ricambiato; non con la stessa intensità che lui avrebbe voluto.
Nel 1833 entra al Collège Royal per volontà del patrigno. Nel giro di poco tempo, però, la fama di dissoluto e scavezzacollo prende a circolare all'interno del collège fino ad arrivare, inevitabilmente, alle orecchie dell'odiato patrigno il quale, per ripicca, lo obbliga ad imbarcarsi sul Paquebot des Mers du Sud, una nave che faceva rotta nelle Indie.
Questo viaggio ha su Charles un effetto inaspettato: gli fa conoscere altri mondi e culture, lo pone a contatto con gente di tutte le razze, facendogli scoprire una dimensione lontana dalla pesante decadenza mondana e culturale che grava sull'Europa.
Con la maggiore età entrò in possesso dell’eredità paterna, che, però dimezzo in pochi anni con il suo tenore di vita. Così il patrigno lo mise sotto la custodia di un notaio, dal quale aveva un modesto stipendio mensile. Comincia a lavorare come giornalista, e critico d’arte e musica e nel 1848 partecipa alla rivoluzione parigina. Si dedica poi alla vita elegante e dispendiosa del dandy (uomo dai gusti raffinati ed eccentrici che, disgustato dalla mediocrità della vita comune, tenta di attuare il progetto di una vita al di là della morale comune, fondata sul culto dell’apparenza e dell’Estetismo) vivendo in un lussuoso appartamento con l’attrice Jeanne Duval alla quale rimase legato per tutta la vita. Incalzato da debiti e usurai, si rifugiò nella squallida vita della metropoli, cercando di evadere dai suoi problemi attraverso l’alcol e la droga. Avvertita però il bisogno di riscattarsi, di vivere una vita ordinata e normale. Nel 1857, pubblica “I FIORI DEL MALE”la raccolta di poesie che segna la definitiva rottura con la tradizione e inaugura la lirica moderna. Fu censurata, per oscenità oltraggio alla morale, solo parzialmente.
Colpito da una paralisi, muore nel 1867.
È sepolto nel cimitero di Montparnasse, insieme alla madre e al detestato patrigno. Nel 1949 la Corte di Cassazione francese riabilita la sua memoria e la sua opera.




L’ALBATRO


Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
che seguono, indolenti compagni di viaggio,
il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
che, inetti e vergognosi, questi re dell’azzurro
pietosamente calano le grandi ali bianche,
come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.

Com’è goffo e maldestro, l’alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com’è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
l’altro, arrancando, mima l’infermo che volava!

Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
che abita la tempesta e ride dell’arciere;
ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
per le ali di gigante non riesce a camminare.


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