domenica 20 novembre 2011

VIRGINIA WOOLF su: UOMINI E DONNE

giovedì, 28 aprile 2011
VIRGINIA WOOLF su: UOMINI E DONNE


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"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell’uomo ingrandita fino a due volte le sue dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi. Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbero sconosciute. Staremmo ancora a graffiare la sagoma di un cervo sui resti di ossa di montone e a barattare selci con pelli di pecora o con qualsiasi semplice ornamento attraesse il nostro gusto non sofisticato. Non sarebbero mai esistiti Superuomini o Figli del Destino. Lo Zar o il Kaiser non avrebbero mai portato corone sul capo né le avrebbero perdute. Quale che sia l’uso che se ne fa nelle società civili, gli specchi sono indispensabili ad ogni azione violenta od eroica. E’ questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne, perché, se queste non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. Ciò serve a spiegare in parte la necessità che tanto spesso gli uomini hanno delle donne. E serve anche a spiegare perché gli uomini diventano così inquieti quando vengono criticati da una donna; e come sia impossibile per una donna dire loro questo libro è brutto, questo dipinto è debole, o qualunque altra cosa, senza procurargli molto più dolore e suscitare molta più rabbia di quanta non ne susciterebbe un uomo che facesse la stessa critica.Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare ad emettere giudizi, a civilizzare indigeni, a promulgare leggi, a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la stessa taglia? A questo pensavo, mentre riducevo il pane in briciole e giravo il caffè e di tanto in tanto guardavo la gente che passava per strada."


VIRGINIA WOOLF, Una stanza tutta per sé (Saggio basato su due conferenze tenute dall’autrice presso la Arts Society di Newnham e la Odtaa di Girton nell’ottobre del 1928)

Un grazie alla disponibilità di Ipazia del Blog Ottantanovenuvole più una.
  
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#1  29 Aprile 2011 - 16:15
Virginia Woolf è emozionante e trovo le Onde fra le più belle opere di qualsiasi tempo. Anche il diario di una scrittrice lo trovo fondamentale.
Un essere poco divino da cui scaturiva divinità. Peccato non comprese l'immenso talento del suo contemporaneo Joyce. E' l'unica nota di demerito che non riesco a perdonarle.
s.

SalvatoreAmenta

#2  30 Aprile 2011 - 07:03
C'è un aspetto della donna che non è presente in questo stralcio (forse  trattato altrove), la funzione di procreazione della donna rispetto all'uomo.
Chi ci ha creato ci ha diviso a metà, sia organizzando l'uomo in due sessi diversi ma che si completano e per questo affidando ad ognuna delle due metà un elemento indispensabile alla sua sopravvivenza fisica.
Questo in termini molto generali.
Scendendo poi nel banale, nella vita materiale di un Hitler, per esempio, (non se avrà certo a male, se gli attribuisco intenzioni poco edificanti, oltre a quelle che ha già compiuto) un uomo che si credeva un dio, però imperfetto nella sua impossibilità oggettiva di procreare, avrà creato un pretesto nella sua mente per accettare questa realtà. Avrà pensato che "si deve concedere" ad una donna quel tanto di attenzioni che bastano per ottenere da lei uno, due. dieci figli, usandola come apparecchio di moltiplicazione di sé, amando più i figli fisicamente simili a lui, spiando quelli che non lo erano.
Virginia, da antesignana del femminismo, probabilmente avrà avuto dei moti interni di rabbia e gelosia (tu stesso la definisci un essere poco divino). Sarei propensa a credere che la sua personalità potrebbe averla portata a detestare ed in apparenza ignorare chi, invece ammirava ed amava di più. Sono solo supposizioni le mie, ma ti pregherei comunque di perdonarla Salvo.

NATACARLA

#3  30 Aprile 2011 - 09:45
Detesto categorie e movimenti come femminismo e machismo. Inquadri, come fece la storia del resto, la Woolf come antesignana del femminismo, ma credo tale condanna gliel'abbiano appioppata. Ora ho nebulosi ricordi, memoria maledetta mio tallone infiammato, ma dal suo diario mi pare lasciasse intendere come detestasse la sua natura femminea in quanto fragile e piagnucolosa (aneddoti numerosi parlano di lei camuffata da maschi scorazzante in motoretta). Un piccolo non perdono bisogna sempre serbarlo per chi si ama incodizionatamente. E io Virginia la idolatro fin, e mai, troppo.

SalvatoreAmenta

#4  30 Aprile 2011 - 21:57
In effetti, Salvo, anche io non perdono proprio chi amo di più.
Da chi amiamo pretendiamo la perfezione, i loro piccoli difetti ci sembrano inaccettabili proprio per quella nostra venerazione incondizionata, ma non cieca.
So anche io dei suoi camuffamenti, di uno scherzo, in particolare a cui partecipò con una combriccola di altri amici. Dovrei averne anche una fotografia.
Ma volevo chiederti quale sia, secondo te, il testo migliore per un primo approcio con questa autrice che intendo approfondire.
Quanto al suo essere una antesignana, la pensavo essere più un precursore che una sorta di suffragetta. Secondo me sono più importanti le idee seguite dai comportamenti coerenti che gli atteggiamenti di ribellione assoluta contro tutto e tutti, anche se ammetto che sono questi ultimi che danno la spinta per demolire le resistenze, per creare poi, col tempo un equilibrio, come un fiume in piena, che poi trova la tranquillità in un greto più ampio e profondo.
Lo trovo valido in tutti i campi, non solo nei rapporti uomo-donna.
In questo rapporto, trovo molto più sensato camminare fianco a fianco, senza piedistalli o scalini, possibilmente per mano, ma pronti a sorreggere il peso dell'altro, al bisogno, fintanto che permangono le premesse.
Allora, aspetto i tuoi consigli in merito a Virginia.
Carla

NATACARLA

#5  01 Maggio 2011 - 18:13
Tutti osannano Gita al faro seguendo Orlando.
Le onde, su tutto e tutti. Per correttezza devo anticiparti che è di una bellezza lancinante: rischi di non uscirne indenne (o rischio di non uscirne indenne io nel caso ti deluda). Da quello poi vai pure a ritroso, meritano tutti.
s.

SalvatoreAmenta

#6  01 Maggio 2011 - 18:33
Adoro il rischio di non uscire indenne da un libro.
E' giusto correrne, è necessario esserne travolti per uscirne arricchiti, non credi?
Sarà il prossimo acquisto. Adesso, dopo essere stata travolta da quello che ho appena finito e di cui farò un post prossimamente, ho tra le mani un Saramago.
Per il resto, Salvo, tranquillo, ti sollevo da ogni responsabilità in materia di consigli, anzi te ne ringrazio tanto. Chi potrebbe darmene uno appropriato se non chi ama incondizionatamente un autore?

NATACARLA 


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