domenica, 04 settembre 2011
Ha un sapore di preghiera questa poesia di Mahmoud. Immagino che ognuno di noi esorcizzi la morte (o la invochi) a suo modo: nessuno le resta indifferente, in qualche modo si prepara, più o meno inconsciamente.
Un incipit potente (un ottenario, se ho ben contato) seguito da versi più ampi e distesi, anzichè spezzati e contratti, come ci si potrebbe aspettare da chi parla dell'argomento morte pensando a sé stesso (ritengo sia probabile questo suo coinvolgimento nella stesura dei versi, considerando la sua biografia).
Un colloquio con una vecchia amica che evidentemente, ha sentito vicino negli ultimi anni, una amica destinata ad essere sconfitta da qualcosa di più grande.
Un incipit potente (un ottenario, se ho ben contato) seguito da versi più ampi e distesi, anzichè spezzati e contratti, come ci si potrebbe aspettare da chi parla dell'argomento morte pensando a sé stesso (ritengo sia probabile questo suo coinvolgimento nella stesura dei versi, considerando la sua biografia).
Un colloquio con una vecchia amica che evidentemente, ha sentito vicino negli ultimi anni, una amica destinata ad essere sconfitta da qualcosa di più grande.
Mahmoud Darwish era nato il 13 marzo 1941 ad Al Birweh, in Galilea, quando ancora era sotto mandato britannico e oggi nel nord di Israele. Durante la guerra arabo-israeliana del 1948, questo villaggio fu raso al suolo e i suoi abitanti furono costretti all'esilio. La famiglia Darwish fuggì in Libano dove rimase per un anno, prima di tornare clandestinamente in Israele, nella località di Deir al Assada. Mahmoud studiò nelle scuole arabo-israeliane (in arabo e ebraico) e andò a vivere ad Haifa. Nel 1960, a 19 anni, pubblica la sua prima raccolta di poesie, Uccelli senza ali. Un anno più tardi aderisce al Partito comunista d'Israele. Dopo un lungo periodo di restrizioni, all'inizio degli anni Settanta sceglie l'esilio, prima a Mosca, poi al Cairo. Nel 1973, a Beirut, dirige il mensile Questioni palestinesi e lavora come caporedattore nel Centro di ricerca palestinese dell'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina), cui aderisce mentre l'organizzazione è in guerra con Israele. Se ne va dall'Olp nel 1993 per protestare contro gli accordi di Oslo che, secondo lui, non daranno una "pace giusta" ai palestinesi. Molti e prestigiosi sono i riconoscimenti ottenuti. Dall'ex Urss fu insignito del Premio Lenin, la Francia lo ha nominato cavaliere delle Arti e delle Lettere, e all'Aja ha avuto il prestigioso premio Prince Claus per la «sua opera impressionante».
Morì il 9 agosto 2008, negli Stati Uniti, dopo il terzo intervento chirurgico al cuore ( i precedenti nel 1984 e nel 1998 ). Il feretro del poeta, accompagnato dalla Ministra della Cultura, era giunto a Ramallah proveniente da Amman, dove era presente anche l'amico Marcel Khalife, il cantautore libanese che negli anni passati ha messo in musica alcune delle poesie più note di Darwish. Era stato portato alla Moqata'a, dove il presidente Mahmoud Abbas ha reso omaggio al poeta davanti a circa 20mila persone. Molte le rappresentanze internazionali, tra cui diversi membri della Knesset. Lì, a Ramallah, dove viveva dal 1995, Darwish è stato sepolto in un sacrario vicino al Palazzo della Cultura. Lontano dal suo villaggio d’origine che oggi è in Israele «perché Mahmoud non appartiene solo alla famiglia ma a tutti palestinesi» - ha detto il fratello Ahmad.
Sulla tomba è stata posta questa epigrafe:
"In questa terra, la signora delle terre, qualcosa che merita la vita."
Darwish aveva acquisito notorietà internazionale con circa trenta opere tradotte in quaranta lingue.
Morì il 9 agosto 2008, negli Stati Uniti, dopo il terzo intervento chirurgico al cuore ( i precedenti nel 1984 e nel 1998 ). Il feretro del poeta, accompagnato dalla Ministra della Cultura, era giunto a Ramallah proveniente da Amman, dove era presente anche l'amico Marcel Khalife, il cantautore libanese che negli anni passati ha messo in musica alcune delle poesie più note di Darwish. Era stato portato alla Moqata'a, dove il presidente Mahmoud Abbas ha reso omaggio al poeta davanti a circa 20mila persone. Molte le rappresentanze internazionali, tra cui diversi membri della Knesset. Lì, a Ramallah, dove viveva dal 1995, Darwish è stato sepolto in un sacrario vicino al Palazzo della Cultura. Lontano dal suo villaggio d’origine che oggi è in Israele «perché Mahmoud non appartiene solo alla famiglia ma a tutti palestinesi» - ha detto il fratello Ahmad.
Sulla tomba è stata posta questa epigrafe:
"In questa terra, la signora delle terre, qualcosa che merita la vita."
Darwish aveva acquisito notorietà internazionale con circa trenta opere tradotte in quaranta lingue.
TI HO SCONFITTO, MORTE
O morte, siediti e aspetta.
Prendi un bicchiere di vino e non trattare.
Una come te non tratta con nessuno,
uno come me non si oppone alla serva dell'invisibile.
Prendi fiato... forse sei spossata da questo giorno
di guerra astrale. Chi sono io perche tu mi faccia visita?
Hai tempo di esplorare il mio poema? No. Non è affar tuo
Tu sei responsabile della parte d'argilla
dell'uomo, non delle sue opere o delle sue parole.
O morte, ti hanno sconfitta tutte le arti.
Ti hanno sconfitta i canti della Mesopotamia,
l'obelisco dell'Egizio, le tombe dei Faraoni,
le incisioni sulla pietra di un tempio ti hanno sconfitta,
hanno vinto, ed e sfuggita ai tuoi tranelli
l'eternità…
e allora fa' di noi, fa' di te cio che vuoi
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Mio caro Max, ho per te una poesia ancora più sfrontata e folle dell'amico Carver:
http://dammiunapoesia.blogspot.com/2011/09/abbi-cura.html
Non importa bussare; entra e fa come se fossi a casa tua.
Fammi sapere.
http://dammiunapoesia.blogspot.com/2011/09/abbi-cura.html
Non importa bussare; entra e fa come se fossi a casa tua.
Fammi sapere.
NATACARLA |
E' splendida e non ci sono parole per commentarla.
E' potente. E' sfrontata e folle, come un atto di estremo coraggio.