venerdì 2 gennaio 2015

IN FIN DEI CONTI e MEMORIA - JOSE' EMILIO PACHECO

Un'altra grave perdita nel mondo poetico e spero sia l'ultima, è stata ad inizio anno 2014, quando morì Emilio Pacheco. Un bell'aneddoto su di lui è stato riportato sulla rivista Poesia dello scorso Aprile: 
"A chi lo definì uno dei massimi poeti latinoamericani, in occasione del conferimento del Premio Cervantes, nel 2010, José Emilio Pacheco rispose, con la consueta grande modestia: Ma non sono nemmeno uno  dei migliori poeti del mio quartiere! Non sapete che sono vicino di casa di Gelman?"
Ed entrambi  se ne sono andati a distanza di poco più di dieci giorni.
E altra prova della sua modestia, l'ho trovata in una intervista molto interessante uscita su El Pais a firma di Pabro Ordaz, ripresa dal sito http://blog.edizionisur.it e tradotta da Raffaella Accroglianò:
"Pacheco si scusa: «Il paradosso è che a me piace molto leggere le interviste, eppure, quando a volte mi domandano: “e lei cosa voleva trasmettere con questa poesia…?” Ah, io ecco non so cosa rispondere… Preferisco se parliamo tranquillamente e poi scrivi quello che preferisci. Hai già preso il caffè? Quale poesia mi dicevi che ti era piaciuta?»"
Già, quale poesia mi è piaciuta di più??




José Emilio Pacheco nasce a Città del Messico il 30 giugno 1939. Studia presso l'Università Nazionale Autonoma Messicana.  Il suo lavoro viene riconosciuto molto presto: già dagli anni cinquanta  appare nelle antologie a fianco dei grandi poeti dell'America Latina.   Oltre scrivere - e pubblicare - poesia e  prosa, esercita un lavoro incredibile come traduttore.  E' direttore e redattore di numerose pubblicazioni, raccolte e supplementi culturali.  Ha insegnato in diverse università del mondo e  viene tradotto nei principali idiomi.  La sua opera ha molteplici riconoscimenti nazionali ed internazionali. Tra gli ultimi e più importanti: "Premio Octavio Paz" (2003), "Premio Iberoamericano di letteratura Pablo Neruda" (2004), "Premio internazionale di Poesia Città di Granada - Federico Garcia Lorca" (2005), Premio Cervantes (2009), Premio Poesia iberoamericana “Reina Sofia” (2009).
Muore il 26 gennaio 2014, a 74 anni  in una clinica di Città del Messico per un arresto cardiaco.






 IN FIN DEI CONTI


Dov'è finito ciò che accadde
e che fine ha fatto tanta gente?

Via via che passa il tempo
ci facciamo più sconosciuti.

Degli amori non è rimasto
nemmeno un segno tra gli alberi.

E gli amici se ne vanno sempre.
Sono viaggiatori sui binari.

Anche se uno esiste per gli altri
(senza di loro è inesistente),

conta soltanto la solitudine
per dirle tutto e fare i conti.

da Fin d'allora (1975-1978)


EN RESUMIDAS CUENTAS

¿En dónde está lo que pasó
y qué se hizo de tanta gente?

A medida que avanza el tiempo
vamos haciendo más desconocidos.

De los amores no quedó
ni una señal en la arboleda.

Y los amigos siempre se van.
Son viajeros en los andenes.

Aunque uno existe para lo demás
(sin ellos es inexistente),

tan sólo cuenta con la soledad
para contarle todo y sacar cuentas.

de Desde entonces (1975-1978)






MEMORIA


Non prendere molto sul serio
ciò che ti dice la memoria.

Forse questa sera non è mai esistita.
Chissà se tutto fu un autoinganno.
La grande passione
esiste soltanto nel tuo desiderio.

Chi ti dice che non ti racconta finzioni
per prolungare il finale
e per suggerire che tutto questo
aveva almeno qualche senso.

(Traduzione di Susanne Detering)


 Memoria

No tomes muy en serio
lo que te dice la memoria.

A lo mejor no hubo esa tarde.
Quizá todo fue autoengaño.
La gran pasión
sólo existió en tu deseo.

Quién te dice que no te está contando ficciones
para alargar la prórroga del fin
y sugerir que todo esto
tuvo al menos algún sentido.


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