lunedì 21 novembre 2011

PRESENTAZIONE LIBRO: PERCHE' TANTA ASSENZA DI TE NON E' PIU' POSSIBILE - a cura di GIUSTINO CHEMELLO

martedì, 07 giugno 2011
PRESENTAZIONE LIBRO: PERCHE' TANTA ASSENZA DI TE NON E' PIU' POSSIBILE - a cura di GIUSTINO CHEMELLO






Questo libro mi è stato presentato dal suo curatore con un:
Assecondando la sua passione per la poesia, mi permetto di segnalarle un libro che sicuramente la sorprenderà, perchè non c'è nulla di uguale in commercio: "Perchè tanta assenza di te non è più possibile".

E mi ha sorpreso veramente, ad iniziare dalle dimensioni, dalla cura della stampa, dell'eleganza della rilegatura. Ma sono niente, pioco più che dettagli, mentalmente annotati e dimenticati, a confronto di quello che contiene.
Con quattro prefazioni, o meglio, quattro effusioni - termine proposto da una delle presentatrici e che ho adorato subito - il volume riunisce 99 scatti fotografici ad opera del curatore e dallo stesso corredati da versi. Non è semplice parlare delle immagini senza dire delle parole che le accompagnano, come cercare di spiegarvi delle parole senza proiettarvi quelle che sono le immagini, o almeno le sensazioni che mi hanno suscitato.
Come ben detto in una delle quattro effusioni Perchè tanta assenza di te non è più possibile raccoglie in sè la magia, il potere che ha la fotografia di fissare un istante, pieno o vuoto di vita che sia. L'osservazione della staticità della fotografia, la sua contemplazione, ci porta al silenzio, all'annullamento di ogni altro oggetto e pensiero presenti, per liberare quella folla di ricordi che ci aiuti a compenetrare l'immagine ed a crearci una nuova nostra emozione.
Il libro, edito da Runa Editore si apre con una frase:
"Andavo a cercare delle immagini, ecco tutto."
Ma le immagini catturate da Giustino, sono sogni a cui ha aggiunto vita e movimento  formando poesia.
E dico poesia, non una sua poesia, perchè i versi non sono interamente suoi, non tutti, non sempre, avendo attinto dai testi di vari poeti, azzerandoli dei nomi. Ma dal  momento che la scelta è stata effettuata, che i versi - tra quelli più amati -  sono stati trascritti ed ordinati, usciti da un suo io profondo, possiamo negare che siano sue composizioni?
I musicisti si avvalgono tutti di un medesimo spartito per suonare per esempio, un Notturno di Chopin ma nell'eseguirlo ognuno mette qualcosa di sé, quel qualcosa che fa provare emozione a chi ascolta.
Ed ognuna di queste composizioni si apre con un incipit dal sapore dell'assenza o della ricerca o di entrambe le cose; non è semplice come potrebbe sembrare, accostare versi di autori diferenti per geografia, nascita e stile, che armonizzino tra loro e contemporaneamente ben si addicano alle immagini.
In tutte c'è un desiderio di nascondersi. Le statue sono esattamente dietro ad una colonna, oppure fotografate in una metà (quella che resta o quella che manca?). Anche questo parla di assenza, come una finestra aperta nella notte (che sembra aspettare qualcuno che si affacci), un rettilineo di strada, deserto di persone e cose (che dovrebbe forse aiutarci a raggiungere una realtà palpabile); lo scenario di una piazza con lo sfondo di un mare, solo stampati su un telo che nasconde un cantiere (occhiali da indossare per ignorare la desolazione della propria tristezza); vecchi palazzi crepati ed abbandonati, una spiaggia brumosa, un gruppo marmoreo nero di fuliggine. Abbandono, cristallizzazione, attesa. Tutto ill libro è la denunzia di un dolore costantemente presente, una scheggia nel fianco che non si vuole togliere, perchè almeno nel dolore c'è "il piacere di ricordare / senza che ciò che si ricorda svanisse!" (Pessoa)
Potete trovarne una notevole descrizione / motivazione al libro cliccando sul nome della casa editrice sopra, mentre potete sfogliarne qualche pagina a questo altro link:

http://www.issuu.com/giustino.chemello/docs/runaeditore1

Dice l'autore Tutto il libro è pervaso di poesia, perchè questo è il suo intento: ritornare a dar voce alta alla poesia.
Se vogliamo credere in una commistione tra immagine e parola, l'intento di Giustino è stato raggiunto: il libro adesso c'è, e sapendo della sua esistenza, qualcosa dovremo pure farne.
Io inizio da qui: a portarlo alla vostra attenzione.
Un grazie alla sua gentilezza, e disponibilità per avermi inviato questa immagine, la cui alternativa avrebbe penalizzato l'immagine del libro e determinato la scelta di un diverso connubio di immagini e parole, anche se mai meno intense di queste.








Non attendo nessuno
eppure guardo sempre la porta.

Nessuno domanda più all'ombra da dove venga,
né che cosa sia.

Il segreto è la chiave dell'anima - diceva - e la poesia,
la parola del segreto.

Perchè egli ci lasciò la sua tristezza
seduta sull'orlo del cielo come un angelo obeso.




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#1  08 Giugno 2011 - 07:06

"In tutto c'è un desiderio di nascondersi": hai colto nel segno. Qualche giorno fa ,nel mio blog, ho scritto: "Mi sono nascosto in un libro per farmi assorbire come una goccia dalla commozione e scomparire. Perchè è di questo che ci si deve convincere."
Grazie allora Carla delle tue parole affettuose e della visibilità che hai dato a questo libro che deve contare solo sulle proprie forze per continuare a esserci.
utente anonimo

#2                                                                                                                   08 Giugno 2011 - 19:26
Sono contenta di aver colto nel segno.
Le mie parole non sono altro che il riflesso di quanto mi hai trasmesso col tuo libro. Quelle che lasci tu su questa carta virtuale, sono molto intense: delle prose molto poetiche.
Lasciami il link del tuo blog, per non perderci di vista.
Sono curiosa di leggere altre cose tue.
Carla
NATACARLA

#3                                                                                                                   09 Giugno 2011 - 10:31
Certo che il tuo blog (da me sempre elogiato silenziosamente) è una riserva apparentemente inesauribile di scoperte (belle o brutte che siano, ma già la scoperta in sé è un valore inestimabile). E quindi anche, e non solo, per questo volevo condividere con una amante coraggiosa dell'arte il mio ultimo acquisto da me cercato spesso vanamente, ma per fortuna non più, e che mi costerà circa una settimana di pastina all'olio:

Emanuel Carnevali - il primo Dio.

Ancora non ci credo d'averlo trovato, spesso mi ritrovo ad abbracciarlo sperando non si dissolva in sogno! 

SalvatoreAmenta


#4                                                                                                                  09 Giugno 2011 - 22:40
Ecco. Adesso puoi capire quello che provo quando ho tra le mani un libro di poesie di un amico.
Talvolta mi succede anche per la prosa, ma devo aver conosciuto il suo autore attraverso altri scritti.
Raccontami: cosa rende così straordinario questo libro, almeno per te?
Devo segnarlo nel mio libricino delle letture assolutamente indispensabili? A tutt'oggi ci sono due libri e tutti e due consigliati da te.
Carla

NATACARLA

#5  11 Giugno 2011 - 10:38

Avevo scritto un commento lunghissimo. Cancellato ignominiosamente da Splinder. Non mi ripeterò. Aggiungo solo questo.

Massimo Volume - Primo Dio.

SalvatoreAmenta


#6  11 Giugno 2011 - 13:45

Ohhh...... mi dispiace Salvo, ma mi lasci nell'ignoranza?
Puoi riassumere quel commento lunghissimo, farne uno un poco più lungo di questo sopra?  Pleeseee....
Oppure un link di commento al libro? Tra parentesi, dove lo hai trovato?
Carla

NATACARLA

#7  14 Giugno 2011 - 08:38

Emanuel Carnevali viene (poco) considerato dalla letteratura nostrana un collega dell'ambito "Maledetti letterati sciroccati" al pari di Dino Campana, novelli Rimbaud italici. Come il Campana, Manolito, fu afflitto da una malattia (Encefalite) che lo portò dapprima a intemperanze caratteriali e malesseri fisici, seguendo un isolamento dal mondo che tanto odiava/amava e dai suoi amici/colleghi, fino alla morte in giovane età fra le mura domestiche (da egli ripudiate in precoce età per fuggire negli Stati Uniti, come Campana che per contro fu imbarcato a forza ed esiliato presso le Americhe del Sud). Si barcamena fra lavori da sguattero e salotti letterari, stimato oltremodo da poeti più illustri (ricordiamo Ezra Pound) e acclamato come un "incendiario" della lingua, una lingua a lui straniera tra l'altro, imparata tramite i cartelloni pubblicitari. Come già anticipato a causa della malattia, sfibrato e sfiancato, dovette ritornare presso i familiari da egli stesso abbandonati e terminare lì i suoi giorni nell'anonimato della culla italica, ma non dai suoi amici letterati d'oltremanica, che provarono a sostenere le spese mediche nelle loro possibilità fino al giorno del suo decesso.

Prosa e poetica dell'artista si rifanno ad uno stile asciutto, istintivo, a tratti patetico e altamente drammatico: la sua era una poetica della quotidianeità, ogni aspetto banale del quotidiano vivere era degno d'essere celebrato dal suo occhio e dalla sua penna.

Il libro, dopo tanto penare e tanti dinieghi accumulati per le varie librerie d'italia e mercatini dell'usato, a quanto pare è disponibile presso gli store Feltrinelli, figli di una probabile, quanto poco pubblicizzata, ristampa da parte delle edizioni Adelphi.



SalvatoreAmenta


#8  14 Giugno 2011 - 11:38

Credevo di essere uno dei pochi ad amare Emanuel Carnevali (consiglio anche di ascoltare la bella canzone a lui dedicata dal gruppo Acustimantico)... "credevo di essere l'unico dio, ma mai dio fu più umile di me, mai dio scaturì più felicemente dalla luce..." (se ben ricordo) "... i poeti, innocui passeracci che lasciano i loro escrementi dappertutto...".
Son contento di scoprire che ci sono altri a conoscere un poeta quasi sconosciuto alla massa. La sua storia personale e familiare (la madre era dedita alla scopolamina) mi ha sempre colpito, ora qui mi è stata riproposta l'immagine di un me giovanissimo, con un maglione azzurro, un libro nella mano e tanti sogni che non si sono più avverati.
Un caro saluto,
u.
utente anonimo


#9                                                                                                                        14 Giugno 2011 - 11:41
... a proposito, le mie notizie erano che era morto in giovane età a Bologna, in una clinica per malattie nervose e mentali, soffocato da un pezzo di pane...
almeno questo io sapevo.
ciao, u.
utente anonimo


#10                                                                                                                    14 Giugno 2011 - 19:46
Ho trovato un pugno di poesie di Carnevali. Capisco adesso perchè lo amate così tanto.
Scrive le sue poesie al di fuori di sè, racconta le sue giornate come fossero senza importanza, di un altro che è poco importante conoscere, con una indifferenza che lascia inquieti:

“Sono una nera caverna, dove una candela
getta grottesche ombre sulle pareti.
Sono così scopertamente vanitoso
che il mio indirizzo su una lettera
mi fa piacere."

Ecco dove gli somiglio.
Il mio grazie ad entrambi:mi avete indirizzato verso un nuovo autore e nuove poesie da gustare.
Carla



NATACARLA 


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