lunedì 21 novembre 2011

RICHIESTA - SILVINA OCAMPO

domenica, 05 giugno 2011
RICHIESTA - SILVINA OCAMPO
 
Ho avuto sinceramente perplessità su questa autrice, leggendo da una parte le sue tristissime poesie e dall'altra la storia della sua vita, apparentemente luminosa e fortemente vissuta.
Non so cosa ci sia all'origine di questo suo desiderio di "altrove" e d'altro canto non è un'autrice conosciutissima, e quindi già inquadrata in una corrente letteraria (ma vedremo che lei ne rifuggiva).
Più probabilmente è un'esponente di sé stessa, del suo universo personale con le mille sfaccettature che ogni donna si porta appresso. Sicuramente una gran donna che meriterebbe di essere apprezzata e divulgata maggiormente, come già nel 1970 Italo Calvino proponeva ai responsabili della Einaudi.





Silvina Ocampo nasce a Buenos Aires il 28 luglio 1903. Sesta di sei figlie, di Manuel Ocampo e Ramona Aguirre, di origini aristocratiche, come molti giovani scrittori suoi contemporanei: Borges, Bioy Casares, ed altri e come loro ha avuto una formazione culturale europea. Infatti studiò musica e disegno a Parigi, con Giorgio De Chirico (“Studiai sei mesi con lui. Non era un buon maestro, nonostante il suo talento, perché voleva che dipingessi come lui”).Nel 1934, torna in Argentina e conosce Bioy Casares, essendo molto amica della madre. Bioy aveva iniziato i suoi studi di letteratura per passare poi a Giurisprudenza. Ma lei gli consigliò di dedicarsi alla letteratura e di lasciare gli studi. Nel 1940 si sposarono tra lo stupore di molti a causa dell'anticonformismo di Silvina e degli  undici anni di età che lei aveva in più.  Fu con una cerimonia intima, circondati da pochi amici intimi; uno dei testimoni del matrimonio fu Borges.Bioy Casares, in una delle poche volte che parlò di lei, disse: “Era la donna meno convenzionale che abbia conosciuto e grazie a lei sono diventato uno scrittore. Era una donna timida, molto riservata, si nascondeva dietro degli occhiali hollywoodiani, e difficilmente rilasciava interviste o si lasciava fotografare”.Silvina infatti pensava che nelle interviste si affermava il trionfo del giornalismo e non della letteratura. Detestava le date, odiava catalogare ed essere, a sua volta, catalogata.“Tutta la vita è un solo istante” diceva,  sottolineando così la sua indifferenza verso il tempo reale.Silvina Ocampo raggiunge la fama sulla scia di sua sorella Victoria, che è stata la promotrice della cultura argentina dagli anni ’30 fino agli anni ’50 e ’60, nonché fondatrice della rivista “Sur” con la quale diffondeva in Europa e negli Stati Uniti la letteratura argentina: Borges, Josè Bianco, la stessa Silvina Ocampo ed altri vengono conosciuti all’estero proprio attraverso questa rivista ed allo stesso tempo, molti autori stranieri arrivavano in Argentina (Henry James, Faulkner e altri), assieme a critici, a tenere delle conferenze, che non erano delle conferenze come le nostre, ma erano un fulcro di creazione letteraria e di scambio culturale.Pur avendo vissuto spesso a Parigi, Sivina Ocampo scrisse sempre in spagnolo. In una delle poche interviste che ha rilasciato, parlando della sua infanzia dice: “Non sono cresciuta con lo spagnolo ma con il francese e l’inglese. Da quando avevo quattro anni sono stata a Parigi ma l’inglese e il francese li sentivo come idiomi già fatti, costruiti, invece lo spagnolo lo sentivo come qualcosa che bisognava inventare, che bisognava fare come idioma”. Ed infatti, il linguaggio nelle sue opere riveste un’importanza particolare.Un lavoro organico sull’opera di Silvina Ocampo è inesistente, nonstante l’interesse di numerosi scrittori che hanno scritto i prologhi o che hanno recensito le sue opere. Lo stesso Borges ha recensito e scritto un prologo ad un dei suoi libri; Italo Calvino ha fatto conoscere Silvina Ocampo in Italia con il libro “Porfiria”, di cui ha scritto anche l’introduzione; Martinez Estrada, che è un critico molto importante, e Alejandra Pisarni, che è una scrittrice tra le maggiori in Argentina, le hanno dedicato degli interventi.Ha collaborato col marito alla stesura di un romanzo poliziesco, “Chi ama, odia”, con Wilcox ha scritto un’opera teatrale, “I traditori” ed ha poi redatto, assieme a Borges e Bioy Casares, un’ “Antologia della letteratura fantastica” e un’ “Antologia della poesia argentina”.Nel 1954 adottò la figlia naturale di Bioy Casares, Marta. Silvina trattava Marta come se fosse stata sua figlia, forse anche per il desiderio di avere una figlia.Silvina Ocampo morì nel 1994 di Alzheimer. L’anno dopo è morta la figlia Marta, investita da una macchina. E Bioy Casares è rimasto improvvisamente solo, privato delle due figure femminili più importanti della sua vita.



RICHIESTA
Voglio altre ombre dorate, altre palme
con altri voli di uccelli stranieri
voglio strade differenti, nella neve,
una fanghiglia differente quando piove,
voglio il fervido odore di altri legni,
voglio il fuoco con fiamme forestiere,
altre canzoni, altre asprezze,
che non abbia conosciuto le mie tristezze.
(traduzione: Federico Guerrini)


Ruego
Quiero otras sombras de oro, otras palmeras
con otros vuelos de aves extranjeras,
quiero calles distintas, en la nieve,
un barro diferente cuando llueve,
quiero el férvido olor de otras maderas,
quiero el fuego con llamas forasteras,
otras canciones, otras asperezas,
que no haya conocido mis tristezas.


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#1  05 Giugno 2011 - 08:43
"porfiria" ce l'ho sullo scaffale da anni (per la precisione, da quando, in uno dei miei tanti innamoramenti letterari, comprai decine di libri di letteratura sudamericana per poi leggerne sì e no la metà).
che sia l'occasione buona per riprenderlo in mano?
ciao e grazie per le belle cose che pubblichi
sergej
utente anonimo

#2  05 Giugno 2011 - 08:53
Buongiorno Sergej.
La letteratura sudamericana è ancora un universo sconosciuto, purtroppo...
Grazie  del tuo apprezzamento. Mi piacerebbe ospitare anche qualcosa di tuo tra le mie pagine. Ma leggerai questo mio desiderio? Riuscirò, prima o poi, a riproporlo direttamente a te?

NATACARLA

#3  05 Giugno 2011 - 09:02
per quanto mi riguarda, con molto piacere. ;-)
utente anonimo

#4  09 Giugno 2011 - 06:47
Un vecchio adagio dice che le ore del mattino hanno l'oro in bocca. La conferma è la scoperta casuale di questo tuo spazio, così attento e curato.
E nulla favorisce un primo incontro quanto una poesia, come questa della Ocampo, stupenda.
Tornerò qui con piacere.   :-)

maxdreamer

#5  09 Giugno 2011 - 22:17
Sei troppo buono, Max, anche considerando il tuo commento nell'altro mio blog.
Scrivi solo prosa tu?
Carla

NATACARLA

#6  11 Giugno 2011 - 09:37
Questo blog mi piace, è interessante e lo leggerò più spesso.

michelazan

#7  11 Giugno 2011 - 13:49
Felice del tuo apprezzamento. Torna quando vuoi.
Carla

NATACARLA


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