giovedì 17 novembre 2011

ATTRAVERSO LE RAPIDE - PAUL CELAN

mercoledì, 23 settembre 2009

Questa inserita non sembra una poesia ispirata all'olocausto.
Mi è piaciuta molto, trovandola adatta per iniziare a conoscere questo autore.





Paul Celan, poeta rumeno di madrelingua tedesca ma di origine ebraica, è considerato una delle voci più illustri della letteratura tedesca del secondo dopoguerra.
Pseudonimo di Paul Antschel, (Celan è un nome d'arte, nato come anagramma del suo vero nome) nacque a Černovcy, Bucovina, nel 1920 e morì a Parigi nel 1970.
Negli anni 1940 – 1942 riesce a sfuggire alle deportazioni successive all'occupazione tedesca della Bucovina, ma viene spedito in diversi campi di lavoro in Romania.
Perderà però definitivamente i genitori, catturati dai nazisti: il padre morirà di tifo e la madre venne fucilata nel campo di concentramento di Michajlovka, in Ucraina.
L'esperienza nel campo di concentramento fu centrale nella sua produzione poetica, tra cui spicca il componimento Fuga di morte. Qui il poeta racconta, attraverso una serie di metafore e usando artifici musicali che applica alla lingua, l'altrimenti indicibile esperienza dell'internamento.
Dopo la guerra, nel 1947, perseguitato dal regime comunista, fuggì dapprima a Vienna e l'anno dopo a Parigi.
Dalla metà degli anni '50 si dedicò, anche per mantenersi economicamente, a tradurre vari autori: Emil Cioran, Ungaretti, Paul Valéry, Esenin, Rimbaud ed altri.
Nel 1960, in occasione della consegna del premio Georg Buchner, pronuncia un importante discorso sul valore della poesia, dal titolo Der Meridian.
Provato dagli avvenimenti dell'infanzia e del periodo bellico, nel 1962 subisce un primo ricovero in una clinica psichiatrica, seguito da un altro nel 1967.
Infine, nella notte tra il 19 ed il 20 aprile del 1970 si toglie la vita gettandosi nella Senna dal ponte Mirabeau, vicino alla sua ultima casa di avenue Zola. Il suo corpo sarà ritrovato i primi di maggio, a pochi chilometri dal ponte.








ATTRAVERSO LE RAPIDE

Attraverso le rapide
della tristezza,
sfiorando
il nudo specchio delle piaghe inferte:
lì si fanno fluitare i quaranta
tronchi di vita
scorticati.
Unica tu, nuoti
controcorrente, tu
li conti, li tocchi tutti.



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#1  25 Settembre 2009 - 12:58

Celan non amava la Todesfuge, e l'ha più volte ribadito. Perché ricondurre tutta la sua opera mirabile a questo componimento, che ne fa solo un sopravvissuto alla Shoah?
utente anonimo

#2  25 Settembre 2009 - 17:21

Se guardi gli spazi dedicati agli altri autori, ti accorgerai che non è mia abitudine limitarmi ad una sola poesia per autore. E' limitante e poco utile ad approfondire la poetica di un autore.
Così, anche per Paul Celan, inserirò un minimo di altre tre poesie che siano principalmente di mio gusto e rispecchino quello che era l'animo dell'autore.
Sto tentando di inserire uno spazio che mi possa dar modo di avere uno scambio di idee e qualche segnalazione da chi passa dal blog.
Per il momento è un bruttissimo, anonimo e sbilanciato punto interrogativo sotto ai bottoni, ma funziona. Usalo pure.
NATACARLA





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