mercoledì, 03 giugno 2009
Sono parole ponderate, queste di Emily. E mi trovo d'accordo con lei, anche se spesso al giorno d'oggi, se un uomo parla poco è perchè semplicemente non ha niente da dire.
Ovviamente è valido anche per le donne, anzi, molto spesso è più vero.
IO TEMO UN UOMO
Io temo un uomo dall'eloquio frugale
Io temo un uomo silenzioso
L'arringatore, lo posso sovrastare
Il chiacchierone, intrattenerlo
Ma colui che soppesa, mentre gli altri
Spendono le loro ultime monete,
da quest'uomo mi guardo
ho paura che sia grande
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Come me lo spiego?
Io ho due soluzioni: la prima è che l'uomo in questione sia un grande uomo e quindi mi mette in soggezione.
La seconda è che potrebbe diventare importante, e quindi cerco di tenerlo distante.
Questo a seconda del mio stato d'animo, ovviamente, e della chiave di lettura che mi sento di tenere nelle mani.
Che ne pensi tu?
Grazie della tua visita, sempre gradita.
Carla
Io ho due soluzioni: la prima è che l'uomo in questione sia un grande uomo e quindi mi mette in soggezione.
La seconda è che potrebbe diventare importante, e quindi cerco di tenerlo distante.
Questo a seconda del mio stato d'animo, ovviamente, e della chiave di lettura che mi sento di tenere nelle mani.
Che ne pensi tu?
Grazie della tua visita, sempre gradita.
Carla
Molto bella davvero...una volta ho conosciuto anche io un uomo così....e anche io ho temuto che fosse grande, per la paura connaturata al mio essere del dolore...avevo paura che il mio amarlo avrebbe significato ancora una volta svuotarmi di me stessa....e l'ho perso.
Il mio primo amore era così: mi soppesava sempre, ma mi considerava una bambina.
Forse lo ero, ma alla lunga sentirsi trattare così, una bambolina che resta, obbediente in un angolo, a disposizione, disponibile ad un cenno, uno schiocco delle dita, mi ha nauseato.
Ho abbandonato la lotta, il braccio di ferro continuo e sai una cosa? Era lui ad essere il bambino tra noi due. Grazie del passaggio e avermi offerto lo spunto per questo momento di riflessione.
Forse lo ero, ma alla lunga sentirsi trattare così, una bambolina che resta, obbediente in un angolo, a disposizione, disponibile ad un cenno, uno schiocco delle dita, mi ha nauseato.
Ho abbandonato la lotta, il braccio di ferro continuo e sai una cosa? Era lui ad essere il bambino tra noi due. Grazie del passaggio e avermi offerto lo spunto per questo momento di riflessione.
Grazie per averla postata, non me la ricordavo... Baci, Erminia