venerdì, 13 novembre 2009
LA PAROLA IMPOSSIBILE - ADOLFO CASAIS MONTEIRO
Il silenzio come parola. Non vi sembra una contraddizione di termini?
Eppure io ne ho in mente una che ha bisogno solo di silenzio e di niente altro, quando l'abbiamo dentro di noi.
Adolfo Vítor Casais Monteiro, poeta, traduttore e romanziere, nasce a Porto (Portogallo) il 4 luglio 1908. Figlio di Adolfo de Paiva Monteiro e Victorina de Sousa Casais Monteiro, si laurea in Storia e Filosofia nel 1933 all'Università di Porto dove inizia ad insegnare nella scuola superiore del Liceo Rodriguez de Freitas fino a quando viene rimosso per ragioni politiche nel 1937. Nel 1934 sposa Alice
Pereira Gomes, scrittrice e sorella di Soeiro Pereira Gomes, dalla quale si separerà dopo la sua partenza per il Brasile e da cui avrà un figlio, João Paulo Pereira Gomes Casais Monteiro. Collabora alle riviste Sudoeste, Prisma e Variante oltre a dirigere la rivista Princípio e Presença di Coimbre in seguito alle dimissioni di Branquinho da Fonseca con José Régio e João Gaspar Simões. Su queste pagine in particolare pubblica le sue opinioni contrarie al regime Estado Novo fino al 1940 data di chiusura della stessa rivista. Per quelle opinioni viene imprigionato più volte ma dirige sotto anonimato, il settimanale Literary World nel 1936 e 1937. Dopo la sua espulsione dalla cattedra di insegnante, si stabilisce a Lisbona, vivendo di letteratura come autore, traduttore e editore. Partecipa alla celebrazioni del 4° centenario della città di San Paolo e decide di stabilirsi in Brasile, alla ricerca di una libertà di azione che non ha in Portogallo. Insegna letteratura portoghese in diverse universtà brasiliane, in particolare all'Università di Bahia e l'Università Estadual Paulista (UNESP). Senza
essere mai più tornato in Portogallo, muore a causa di problemi cardiaci
nella sua residenza, vicino a suo figlio, a San Paolo, il 24 luglio
1972.
Il 10 giugno 1992 è stato insignito della Gran Croce dell'Ordine della libertà postumo.
Mi hanno dato il silenzio per serbare dentro di me
la vita che non si scambia con parole.
Me l'hanno dato per serbare dentro di me
le voci che solo in me sono vere.
Me lo hanno dato per serbare dentro di me
l’impossibile parola della verità.
Mi hanno dato il silenzio come una parola impossibile,
nuda e chiara come il fulgore di una lama invincibile,
per serbare dentro di me,
per ignorare dentro di me,
l’unica parola senza travestimento -
la Parola che mai si proferisce.
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