sabato 26 novembre 2011

LE MIE LACRIME..... - ADAM MICKIEWICZ

sabato, 06 agosto 2011
LE MIE LACRIME..... - ADAM MICKIEWICZ
 
Credo che questa poesia di Adam rappresenti l'espressione di tutta la sua vita. Ho trovato molto poco tradotto (questa è una traduzione autorevole) e il polacco non è un idioma che si possa facilmente intuire.
Mi ha colpito il suo coinvolgimento con la nostra storia, anche per una recente lettura di un romanzo storico del periodo,  il suo verso asciutto, quella capacità di dire tanto con tanto poco: direzione verso cui si sta muovendo oggi la poesia.





Adam è stato uno dei più illustri poeti polacchi. Nato a Zaosie, vicino a Nowogródek, il 24 dicembre 1798, ha ricevuto una istruzione classica, studiando letteratura polacca presso l’Università di Vilnius negli anni che vanno dal 1815 al 1819, anno in cui iniziò l'attività di professore a Kaunas. Si appassiona ai filosofi dell’Illuminismo francese e del Romanticismo e fonda la società segreta Filomati assieme a T. San e J. Jezowski, con intenti culturali e scientifici, che ebbe poi una notevole importanza patriottico-nazionale, ponendosi in atteggiamento critico con il “paterno abbraccio” russo sulla Polonia. Per questo, nel 1823, insieme ad altri membri della società, venne arrestato dalla polizia russa e non tornò mai più nella sua terra madre.
Visse nelle città di Mosca, San Pietroburgo e Odessa, entrando in contatto con gli scrittori russi ed ottenendo i primi consensi come poeta, rinnovando il linguaggio poetico, introducendo il romanticismo e ritornando ai temi delle credenze popolari.
Il suo poema Pan Tadeusz, formato da ben 12 libri, è una lettura obbligatoria nelle scuole polacche; rappresenta uno spaccato della vita nobiliare del tempo ed è molto lirico e nostalgico.
Insegnò letteratura slava a Parigi, presso il Collège de France, ma il suo patriottismo era ancora forte. Si recò a Roma nel 1848, per cercare di convincere il Papa a schierarsi dalla parte degli oppressi, quando questi proclamò il “Simbolo politico polacco”, che rappresentava il manifesto dei volontari che avevano scelto di aderire al suo appello di formare una legione polacca (per affiancare lo sforzo armato dei popoli in lotta per l'indipendenza) che combattesse al fianco degli italiani. Ma sia il Papa che numerosi connazionali polacchi, si rifiutarono di dichiarare guerra all’Austria, quindi Adam partì verso Milano, con la sua legione, inneggiando il motto: per la nostra e la vostra libertà.
Lungo tutto il tragitto vennero accolti con grandi manifestazioni e i discorsi che teneva nelle piazze entusiasmavano i cittadini italiani. Secondo Mickiewicz, gli italiani e i polacchi sono popoli fratelli e nei propri discorsi sottolineava la voglia di libertà e di indipendenza dei due stati amici.
Grazie alle pressioni di Giuseppe Mazzini sul governo provvisorio di Milano, il quale era diffidente verso le formazioni straniere, il patriota riuscì a formare un battaglione polacco che si rese particolarmente utile nei combattimenti tra Lonato, Desenzano e Marazzone.
Dopo la firma dell’armistizio, i legionari polacchi, dal Piemonte si diressero verso la Toscana poiché i piemontesi, ricevettero pressioni dall’Inghilterra e la Francia affinché non provocassero gli austriaci e i russi con formazioni militari polacche.
Purtroppo l’utilizzo della legione di Mickiewicz fu poco rilevante, ma si portò dentro un eco davvero considerabile, tanto che Cavour, nel discorso che tenne alla camera il 20 Ottobre 1848 disse:
il gran moto slavo ha ispirato il primo poeta del secolo, Adam Mickiewicz, e da questo fatto noi siamo indotti a riporre nelle sorti di quel popolo una fede intera. Perché la storia ci insegna che quando la Provvidenza ispira uno di quei geni sublimi, come Omero, Dante, Shakespeare o Mickiewicz, è una prova che i popoli in mezzo ai quali essi sorgono sono chiamati a alti destini.
Il suo patriottismo lo portò a combattere contro i russi ad Istanbul, durante la guerra di Crimea, ma qui il 26 novembre 1855 morì di colera.
La sua tomba si trova presso la Cattedrale di Wawel a Cracovia.




LE MIE LACRIME.....

Le mie lacrime, pure, fitte, scesero
sulla mia infanzia idillica ed angelica,
sulla sciocca e superba giovinezza,
sulla mia età d'uomo, età di sconfitte,
le mie lacrime, pure, fitte, scesero.


(trad. S. Quasimodo)




(Polały się łzy me czyste...)

Polały się łzy me czyste, rzęsiste,
Na me dzieciństwo sielskie, anielskie,
Na moją młodość górna i durną,
Na mój wiek męski, wiek klęski.
Polały sie łzy me czyste, rzęsiste...












http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f3/Autograph-AdamMickiewicz.png

3 commenti:

  1. Chissà che cosa pensava Quasimodo, quando ha tradotto questa poesia!?
    Io riesco a rilevare solo l'anafora: "le mie lacrime... scesero"..
    mi aiuti un pochino Carla?
    Una serena domenica con la tua famiglia!!!
    ciao
    Giuseppe

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    Risposte
    1. Ma in genere sei tu che mi mostri nuovi scenari sulle poesie, Giuseppe: in che cosa devo aiutarti? Posso solo proporti un paio di idee mie.
      Nella sua versione originale la poesia contiene molte assonanze, dentro uno stesso verso, assonanze che non era possibile rendere simili nella nostra lingua. Così Quasimodo ha scelto di farne una traduzione più letterale, mantenendone un passo, un tono che gli erano familiari.

      "Ancora un anno è bruciato,
      senza un lamento, senza un grido
      levato a vincere d’improvviso un giorno."

      Queste sono dei versi di Quasimodo: non ti sembrano simili a quelli di Adam e non per l'emozione che esprimono (non solo per quello, almeno).
      Salvatore ha un modo di intrecciare le parole, di sistemarle una accanto all'altra, che è come un timbro di voce.
      Ed ho anche il sospetto che questa poesia sia stata importante per lui, o in quanto oggetto poesia o come fonte di riflessione.

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  2. BUON GIORNO Carla!!!
    Hai visto che mi hai aiutato? Riprendendo questi versi di Quasimodo hai allargato la mia riflessione, ... e poi bello che un poeta si abbeveri ai versi di un altro poeta!!!
    Non so come sarà il tempo nella tua Livorno, ti auguro comunque un buon riposo!
    ciao
    Giuseppe

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