sabato 19 novembre 2011

NON VOGLIO - MARGHERITA GUIDACCI

domenica, 31 gennaio 2010
NON VOGLIO - MARGHERITA GUIDACCI

Ingerenze.
Potrebbe essere questo il sottotitolo di questa poesia. Non so se sia passato di moda, oggi.
Nel mio passato remoto, qualcuno ha provato a "darmi suggerimenti" su cosa dovevo fare, quando e come farla. Dopo una iniziale ammirazione sulle loro pronte soluzioni a situazioni della vita e dopo reiterate esortazioni a seguire il loro esempio, ho realizzato che la loro prontezza e prodigalità a dare consigli nascondeva un loro fallimento, più che il desiderio di aiutare una amica, con consigli spesso - quasi sempre - non richiesti. Non posso che apprezzare, per quanto sopra, questa poesia e ringraziare ancora le favolose Ragazze di Words con le loro rubriche, le loro sensibili selezioni, per avermi fatto conoscere questa poesia e questa autrice: ultima di una lunga serie.



Fotografia ad opera di Dino Ignani. Altri scatti nel suo sito http://www.dinoignani.net/index.html


Nacque a Firenze il 25 aprile 1921, figlia unica di genitori toscani, perse giovanissima la sua famiglia, a causa di una malattia. La sua infanzia estremamente solitaria, influenzò fortemente il suo carattere, incline all'introspezione e alla creatività. Margherita passò molte estati in una piccola cittadina, nella regione del Mugello, i cui ricordi di passeggiate tra le amate colline ed i paesaggi toscani, furono un'infinita fonte di ispirazione nella sua poesia.
Accompagnata nelle sue escursioni, dal cugino Nicola Lisi, noto per il suo stile limpido, fu intensamente influenzata, da quest'ultimo, nella sua poetica, che ella definì "come un canto di uccelli". Contrariamente alla voga del periodo, che vedeva l'affermarsi dell'ermetismo di Ungaretti, la Guidacci rimase sempre originale nei suoi scritti.
Dopo aver frequentato il liceo Classico Michelangelo, a Firenze, si iscrisse all'Università di Firenze, dove si laureò in Letteratura Italiana, con una tesi proprio su Ungaretti, le opere del quale comparò alle sue, sottolineando le differenze stilistiche.
Si specializzò, quindi, in Letteratura Inglese ed Americana, e tradusse le opere di John Donne e le poesie di Emily Dickinson. Nel 1945, iniziò ad insegnare Letteratura Inglese ed Americana nei licei pubblici, per poi passare all'Università di Macerata ed, in fine, all'Università Maria Assunta in Vaticano. Visse per il resto dei suoi giorni a Roma, dove si spense nel giugno del 1992.
Dal sito  www.italiadonna.it








NON VOGLIO


Tutti i vostri strumenti hanno nomi bizzarri
e difficili, ma io vedo chiaro
e so che in fondo sono solamente
metri e gessetti con cui misurate
e segnate - segnate e misurate
senza stancarvi.

Sfilate spilli di tra le labbra, come un sarto:
me li appuntate sull'anima
e dite: "Qui faremo un bell'orlo.
Dopo starai tanto meglio."

Io non voglio che mi tagliate un pezzo d'anima!
Se ne ho troppa per entrare nel vostro mondo,
ebbene, non voglio entrarci.

Sono una poetessa: una farfalla, un essere
delicato, con le ali.
Se le strappate, mi torcerò sulla terra,
ma non per questo potrò diventare
una lieta e disciplinata formica.



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#1  02 Dicembre 2010 - 20:57

Sissignore, mi torcerò ma non sarò mai una lieta e disciplinata formica.
Stasera, questa bella poesia ci voleva proprio, per ricordarmi chi sono...
utente anonimo

#2  02 Dicembre 2010 - 21:02

Non mi ero firmata: ina :-)
utente anonimo

#3  02 Dicembre 2010 - 23:15

Bisogna ripassarcelo ogni tanto, questo orgoglio per noi stesse, vero Ina?
Carla


NATACARLA



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