giovedì 17 novembre 2011

SE ORA TU BUSSASSI ALLA MIA PORTA - PATRIZIA CAVALLI

lunedì, 31 agosto 2009
SE ORA TU BUSSASSI ALLA MIA PORTA - PATRIZIA CAVALLI





Ho trovato su Wikipedia la voce "PATRIZIA CAVALLI" su cui si legge:
Poetessa, nata a Todi nel 1947, attualmente vive a Roma.
"Considerata tra le voci più alte della poesia italiana (senza fonte).......La poesia della Cavalli è caratterizzata da una complessa tecnica poetica. Le misure metriche che utilizza sono classiche ma il lessico e la sintassi sono quelle della lingua contemporanea; sono assenti poeticismi e manierismi, ed il linguaggio è naturale e familiare"

Interessante passaggio: io ci credo molto in questo modo di fare poesia.

Se biograficamente è estremamente deludente quello che ho trovato su di lei, non lo sono le interviste/artiloli che la riguardano:

Per esempio l'intervista di Lisa Ginzburg a Patrizia Cavalli: Le parole che suonano.
Ne trascrivo alcuni passaggi interessanti:

La poesia secondo lei, da dove viene?
E' una cosa molto misteriosa. Credo provenga da una certa area del cervello che sta a metà tra quella della musica e quella della parola. Perché suona. E' una parola che suona. Ma in un modo tutto suo che non ha veramente a che fare con la musica, è un altro genere di sonorità. Io credo all'ispirazione, come a un'affezione biologica, una forma del patire, un essere esposti. Ma l'ispirazione da sola non basta alla poesia, bisogna saperla riconoscere e accoglierla.
Come si manifesta?
............................... Certe poesie brevi, per esempio, sono lì già pronte, si sono formate a mia insaputa, arrivano tutte allegre cogliendomi di sorpresa, loro bussano e io apro, devo solo trascriverle. Senza nessuno sforzo.

E le condizioni necessarie per creare la poesia?

Il silenzio senz'altro, l'ozio, l'immobilità. E anche un'attenzione disarmata, lo stupore, e un io precario.

E queste affermazioni dovrebbero risultare interessanti ai miei amici poeti.

Poi ci sono altri due articoli interessanti; uno sul sito Poeti e Poetastri e Bollettino '900.

Cosa mi sono dimenticata? Ah, che traduce dall'inglese e dal francese testi di narrativa e teatro e che anche le sue poesie non hanno titolo.
Naturalmente, se la signora Cavalli volesse aggiungere qualcosa....









SE ORA TU BUSSASSI ALLA MIA PORTA



Se ora tu bussassi alla mia porta
e ti togliessi gli occhiali
e io togliessi i miei che sono uguali
e poi tu entrassi dentro la mia bocca
senza temere baci disuguali
e mi dicessi: <<Amore mio,
ma che è successo?>>, sarebbe un pezzo
di teatro di successo.






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#1  02 Settembre 2009 - 10:44

Grandiosa ed "umana" al tempo stesso. Grandiosa perchè nei primi versi incarna esatamente il mio concetto di poesia; "umana" in quanto alla fine si perde in una banale ripetizione alla stregua di un qualsiasi poeta che letto sul Club boccerei sicuramente. Ma, a parte questa mia "grigiata", devo dire che si avverte come possieda ottima stoffa; tra l'altro è in perfetta coerenza con quanto afferma sopra, quando dice che, a volte, la poesia sta là che aspetta ed a lei non resta che trascriverla. Capita così anche a me; ed anche a me succede che nel banale lavoro di trascrizione smarrisca per strada parte dell'ispirazione.
Gianni Grillo
http://http://www.splinder.com/myblog/comment/reply/21213820?blog=natakarla.splinder.com
utente anonimo

#2  03 Settembre 2009 - 16:18

Sai Gianni che è così semplice nella sua forma che oggi ho provato a ricordarla a memoria ed ho scoperto di esserci riuscita benissimo. O forse mi ha colpito più di quanto pensavo.
Grazie del passaggio.

NATACARLA

#3  18 Settembre 2009 - 21:38

per me la più grande del secondo novecento con la merini
iperbario

#4  18 Settembre 2009 - 22:01

Mi trovi un pò recalcitrante sulla Merini, ma per il resto sono d'accordo.
Più leggo di questa autrice, più ne apprezzo la forma pulita e la nitidezza dei versi.
NATACARLA

#5  21 Agosto 2010 - 08:52

Trovo incredibile la sua capacità di essere semplice pur non risultando mai banale, nè retorica.
utente anonimo

#6  21 Agosto 2010 - 11:43

E' vero, caro anonimo.
Ho letto molte altre sue poesie e sono tutte semplici e coinvolgenti.
Il suo modo di scrivere è un esempio da emulare o da cui partire per inventare linguaggi nuovi, ma per questo, io credo, occorrerà tempo e nuove generazioni.
Adesso è il momento di questo tipo di poetica: lei le appartiene e ne rappresenta una voce potente.
Le poesie oscure, chiuse in loro stesse, quelle che hanno solo il pregio di stregarti con la costruzione del verso (ed il temnine non è messo a caso), possono stregarti, incantarti. Puoi anche chiamarle "poesie", se sei tra gli eletti che hanno ricevuto la benedizione dell'autore e l'interpretazione vera.
Ma su quanto sia necessaria alla poesia le "note dell'autore", potremmo aprire un dibattito.
Carla

NATACARLA 


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