sabato 26 novembre 2011

THE SOUND OF SILENCE - MAURIZIO MOLINARI

domenica, 18 settembre 2011
THE SOUND OF SILENCE - MAURIZIO MOLINARI
 
L'amico Maurizio mi ha gentilmente inviato una delle ultime sue poesie, tratte dal suo ultimo libro New Yorker's Breaths, edito da Lietocolle, casa editrice sempre molto attenta alla poesia.
Poesie  frutto di un suo viaggio nella Grande Mela, sono frutto di uno stupore, di trovarsi immerso in una quantità di anime che restano indifferenti al tuo essere presente e vivo,  quasi  fantasma in mezzo a loro.
The Sound of silence, in particolare, la sospetto respirata nel raccoglimento del Ground zero dell'11 settembre.
Maurizio è un autore molto sensibile a queste tematiche ed ottiene anche molti riconoscimenti: per questo ultimo libro,  uscito solo da pochi mesi,  il Premio Massa CITTÀ FIABESCA DI MARE E DI MARMO ( e siamo solo agli inizi). Per chi abita a Milano o nei dintorni, Vi segnalo la presentazione di questo libro prevista per il giorno 15 ottobre prossimo, presso la Libreria Equilibri, in Via Farneti n°  11.




THE SOUND OF SILENCE

Passi increduli
ritagliano
angoli di pensieri,
vuoti spazi
graffiano ricordi
e un simulacro
d’altri tempi.
La gola s’inarca
e contorce il respiro
sul vivo dell’emozione,
ascolta il tumulo
del sacrale silenzio.
Sul fondo della vita
solo semplici
rumori di lavoro
sul fondo del cuore
solo l’assenza
e il pudore
d’un eroico suono
di rispettosa memoria.



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#1  18 Settembre 2011 - 17:36
Gemisto


#2  18 Settembre 2011 - 18:30
Ciao oscurità, vecchia amica mia
son venuto per parlare ancora con te
perchè una visione strisciando senza far rumore
ha sparso i suoi semi mentre stavo dormendo
E la visione
così piantata nel mio cervello,
rimane ancora
nel suono del silenzio

In sogni irrequieti vagai da solo
per viottoli di acciottolato
sotto la tenue luce di un lampione
rivoltai il mio bavero per il freddo e per l'umidità
quando i miei occhi vennero trafitti
dal flash di una luce al neon
che lacerò la notte
e toccò il suono del silenzio

E nella luce nuda vidi
diecimila persone, forse più
gente che comunicava senza parlare
gente che sentiva senza ascoltare
gente che scriveva canzoni che nessuna
voce avrebbe mai cantato
e nessuno osava
disturbare il suono del silenzio

"Sciocchi" dissi io "non sapete che il silenzio si espande come un cancro"
Ascoltate le mie parole così che io possa insegnarvi
prendete le mie braccia così che io possa raggiungervi
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia silenti
Ed echeggiarono nel prorompere del silenzio

E la gente s'inchinò e pregò
il dio-neon che aveva creato
e l'insegna saettò il suo avvertimento
nelle parole che si stavano plasmando
E le insegne dissero: "Le parole dei profeti
sono scritte sui muri della metropolitana
e nei corridoi delle case popolari
e sussurrate nel suono del silenzio

Gemisto


#3  18 Settembre 2011 - 21:13
Che bel regalo, Gemisto, grazie! Mi hai riportato alla memoria una canzone davvero molto, molto dimenticata.
Le parole sono eccezionali e l'abbinamento con la musica le ha rese  ancora più eccezionali.
Ma d'altronde, si parla di una Signora musica, quella che non tramonta mai.


NATACARLA


#4  18 Settembre 2011 - 21:14
E per chi volesse gustarsi la musica anche le parole originali...


The sound of silence Hello darkness, my old friend,
I’ve come to talk with you again,
Because a vision softly creeping,
Left its seeds while I was sleeping,
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence.
In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone,
‘Neath the halo of a street lamp,
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of
a neon light
That split the night
And touched the sound of silence.
And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more.
People talking without speaking,
People hearing without listening,
People writing songs that voices never share
And no one deared
Disturb the sound of silence.
“Fools” said I,”You do not know
Silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you,
Take my arms that I might reach you.”
But my words like silent raindrops fell,
And echoed
In the wells of silence
And the people bowed and prayed
To the neon god they made.
And the sign flashed out its warning,
In the words that it was forming.
And the signs said, The words of the prophets
are written on the subway walls
And tenement halls.
And whisper’d in the sounds of silence



NATACARLA


#5  18 Settembre 2011 - 22:13
Questa composizione credo fosse in attesa da molti anni ma si è manifestata imperiosa nel silenzio di questo tragico "Ground Zero"...
Ogni volta che la rileggo dentro di me risorge un misto di rabbia e di orgoglio, sulla memoria e nel rispetto di chi non c'è più.
Maurizio Alberto Molinari
utente anonimo


#6  18 Settembre 2011 - 23:24
Ciao Mao.  Sai credo che in quel luogo aleggino ancora le anime di tutti.
Forse sono loro che ti hanno attraversato, che ti hanno fatto rompere gli indugi, trovare le parole e  serve tempo per avere  quelle giuste.
E' servito aspettare tanti anni: grazie. Per averla scritta e per avermi dato la possibilità di ospitarla nelle mie pagine.


NATACARLA


#7  22 Settembre 2011 - 07:40
Ciao Carla, anche il mio pensiero, quando ho letto il titolo di questa poesia, è volato alla dolcee e intensa canzone di Simon & Garfunkel, esattamente come quello di Germisto. Ed il pensiero di Maurizio, la sua emozione provata a Ground Zero, vibra in questa poesia, ma non vola, cammina lentamente e a passi grevi, attraversa silenziosamente, incredulamente e rispettosamente il cuore fino ad arrivare al suo fondo.
Carissima Carla, è da tempo che mi propongo di scriverti in privato, ma il tempo non mi basta mai per quello che ti vorrei scrivere e questo rimandare mi ha impedito di lasciarti commenti nel tuo meraviglioso blog, che tu sai io amo e apprezzo, leggo e mi ci perdo ogni volta ceh vi entro.. è di una ricchezza che mi dà la vertigine!
ti prego di scusarmi, aspettarmi e di volermi bene
e spero di non chiederti troppo
ciao
utente anonimo


#8  22 Settembre 2011 - 19:45
Sospetto il tuo nome, anonimo.
Certo che ti scuso, ti aspetto e ti voglio bene.
Non stai chiedendo troppo.
Carla
NATACARLA


#9  24 Settembre 2011 - 17:19
Rispetto e dovere di sapere la vera verità dietro quella giornata funesta per la storia americana

duca1degli1abruzzi


#10  24 Settembre 2011 - 19:11
Proprio lo spirito con cui è stata scritta la poesia.
Grazie Duca.

NATACARLA 


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