sabato 19 novembre 2011

SULL'ORLO DI UN PRECIPIZIO SELVAGGIO - ADY ENDRE

venerdì, 28 maggio 2010
SULL'ORLO DI UN PRECIPIZIO SELVAGGIO - ADY ENDRE
 
In questa poesia l'autore sembra voler suggellare il sentimento di appartenenza.
Non c'è scampo per chi si trova sull'orlo di un baratro:  non c'è modo di fuggire o di mettersi in salvo.
Ma dov'è finito il fatalismo con cui lo etichettano?
Io qui trovo un Ady propositivo,  anche se velato di una malinconia cupa con cui si chiude al mondo,  si isola ma trova  il suo sufficente per vivere.








Sono spiacente di rimuovere questo testo
Sono in attesa di una nuova traduzione, spero migliore.




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#1  09 Novembre 2010 - 12:23

anche questo è stata copiata dal mio sito http://ungherese.weebly.com/
senza permesso
utente anonimo

#2  09 Novembre 2010 - 20:41

Gentile signora, il suo sito mi è sconosciuto.
La poesia l'ho reperita in rete, dove è tuttora presente:
http://spazio.libero.it/maredue/

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/05/endre-ady-il-poeta-dei-desideri-che.html

ed in molti altri spazi.
Certo, capisco che la sua traduzione della poesia, nel sito di un giornale importante come La Repubblica,- anche se anche qui viene ignorata la sua paternità - è infinitamente più prestigioso di un piccolo e mediocre blog, vero?
E tuttavia la accontento. Nutro un profondo rispetto per chi traduce e normalmente gli riconosco una sensibilità pari ed a volte superiore a quella del poeta che ha scritto la poesia originale, un amore per la stessa e un desiderio di diffonderla a quante più persone sia possibile.
Questo in lei, tuttavia non lo trovo. E' un vero peccato, mi dispiace per lei.
Io sono sicura di trovare altrove questa traduzione..........

NATACARLA

#3  17 Novembre 2011 - 21:25

Sorvolo sulla cattiveria gratuita (se non piaceva la traduzione perchè l'ha pubblicata?)
Non sapevo della pubblicazione da parte di La Repubblica ed ora sto scrivendo loro una lettera (da allora non sono capitata più su questo blog, quindi non ho letto la sua risposta)
Certamente ho tradotto (del tutto gratuitamente) queste poesie affinchè i lettori italiani possano leggerle ed apprezzarle. L'unica cosa che chiedo che lo facciano sul mio sito, non mi piace vedere le traduzioni sparpagliate e a certe volte storpiate su mille blog e vari siti, senza alcun riferimento alla fonte. Magari merito questo per tanto lavoro?

Se no, vuole fare lei la traduttrice gratis?

utente anonimo

#4                                                                                                                17 Novembre 2011 - 22:14
Signora, non ci siamo capite. Se ho tolto completamente la poesia è perchè la sua traduzione è la migliore che io abbia trovato. Le traduzioni in cui mi sono lanciata erano dallo spagnolo e dall'inglese. Il Bulgaro e le lingue di quella parte di europa mi sono poco comprensibili ed il mio tempo scarseggia per approfondirle.
I traduttori hanno una grossa responsabilità nella diffusione della poesia che traducono. Se il loro lavoro non è il risultato di un compromesso tra significato letterale e resa del verso musicale, il poeta non sarà apprezzato come invece merita e sarà abbandonato dopo un paio di letture.
Una traduzione come quella che lei ha fatto (di questa le dico, le altre non le ricordo, ma saranno senz'altro buone) invece suscitano amore per quei versi e per l'autore in particolare e se ne cerca ancora.  Lei tutto questo lo sa, lo vive. Quindi non creda che non rispetti il suo lavoro. Conoscendo le fonti, dò il dovuto credito a chi spetta, e per traduzioni e per immagini, solo che il tono del suo intervento mi richiedeva una rimozione, non una integrazione. Almeno io l'ho sentito in questa maniera.
Poichè non so che fine farà la piattaforma di Splinder, prenda nota del mio indirizzo segnato qui a lato. Magari avremo modo di risentirci. Conto di creare un blog parallelo a questo.

NATACARLA

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