sabato 26 novembre 2011

TELA - IMTIAZ DHARKER

mercoledì, 31 agosto 2011
 
Penso che Imtiaz, come le poetesse arabe che ho inserito, rappresentino un nuovo modo di scrivere la poesia.
Come potrebbe essere diversamente, considerando il loro retaggio culturale? Vivono la poesia come momento di compromesso, puntualizzazione di ciò che sono o ciò che vorrebbero essere.
Possiedono una sensibilità centuplicata da anni di lotte per l'affermazione di loro stesse-persone e non oggetti o bambole rappresentative d'una casa.
Penso che la loro poetica sia su un gradino più alto della scala evolutiva della poesia.






Nata a Lahore nel 1954 da genitori pakistani e cresciuta a Glasgow, dove i suoi genitori si trasferirono quando aveva meno di un anno d'età.
Era sposata con Simon Powell, fondatore dell'organizzazione “Poesia dal vivo” (serie di eventi annuali in cui i poeti leggono le loro poesie ai ragazzi delle scuole inglesi) e scomparso nell'ottobre 2009, dopo aver lottato contro il cancro per ben dieci anni.
Imtiaz si divide tra Londra, Galles e Mumbai.






TELA

Ogni giorno cerco di ridisegnarmi il volto.
Prendo pennello e pastelli,
penne e matite, tempere e colori
in polvere, e dipingo un volto.
Lo dipingo sopra il volto che ho di già,
come una tela che volessi cancellare.
Non che non mi piaccia il volto
donatomi da Dio,
ma a vederlo sembra triste,
la bocca all’ingiù.
Sopra questo, dipingo un altro volto
che sorride.
Poi lo strofino via. Non lo voglio
quel sorriso mite e sciocco sul
mio volto.
Un giorno me lo disegnerò interessante, pericoloso,
crudele.






CANVAS

Every day, I try to redraw my face.
I take a brush and crayons,
pens and pencils, paints and powdered
colours, and paint a face.
I paint it over the face I already have,
like a canvas I'd like to erase.
It's not that I don't like the face
god gave me,
but it looks unhappy,
the mouth turns down.
Over this, I paint another face
that smiles.
Then I rub it off. I don't want
a face that simpers harmlessly
like this.
Some day I plan to draw it
interesting, dangerous,
cruel.

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