domenica 20 novembre 2011

Testimonianze: Thomas Brasch e la letteratura

giovedì, 07 aprile 2011




“La letteratura è narrazione, non è qualcosa di eterno, io le racconto qualcosa e lei lo racconta a qualcun altro, questa per me è letteratura. Quando un contadino torna a casa e dice a sua moglie: “Ero là e poi, robe da matti... c’erano due strani uccelli e all’improvviso ho avuto paura”, questo è uno scrittore, non uno che se la cava bene con la macchina da scrivere, non è un mestiere! Raccontare significa imparare a respirare e se io non potessi farlo morirei, non parlo della scrittura ma proprio del raccontare. Se Chaplin non avesse potuto recitare sarebbe morto. Recitare era per lui l’unica possibilità ed è del tutto irrilevante che fosse bravo o no. Chi racconta lancia S.O.S, vuole dire che ama, vuole dire qualcosa ad un’altra persona ed è la cosa più bella che possa succedere tra gli uomini, quella in assoluto più importante. Non “io sono così e così”, ma “voglio raccontare una storia a qualcuno e così dire qualcosa di me”.
(Da un’intervista a Thomas Brasch realizzata da Barbara Pulliero il 14 luglio del 1994 a Berlino).


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#1  08 Aprile 2011 - 19:32
ecco cosa mi succedeva e non capivo: volevo amare e scrivevo, volevo scrivere ed amavo.
Ora non amo più, non scrivo più, non vivo più.

Alessandro
utente anonimo

#2  08 Aprile 2011 - 20:28
Come spesso accade, la soluzione più razionale sta proprio al centro.
Carla

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