sabato 19 novembre 2011

UN SENSO ALLA VITA - EDGAR LEE MASTER

martedì, 01 dicembre 2009
UN SENSO ALLA VITA - EDGAR LEE MASTER

Ho letto su Digilander di quello che è il libro che ha reso famodo Master, la Antologia di Spoon River ed ho realizzato che non è possibile non leggere questo libro, anzi acquistarlo perchè secondo me quando ami un libro devi possederlo.
Pare sia una raccolta di epitaffi, ossia di iscrizioni tombali ed a me piace molto il genere, come per esempio le Lettere ai morti in uso ai tempi degli Egizi.
Pare sia stato comunque un punto di riferimento della poesia del '900.
Quindi sotto il mio albero di Natale, quest'anno ci sarà.





Edgar Lee Masters nacque dal matrimonio tra Emma J. Dexter e Wallace Masters il 23 agosto 1868 a Garnett in Kansas, dove il padre si era brevemente trasferito per avviare l'attività forense.
La famiglia ritornò presto nella fattoria dei nonni paterni vicino a Petersburg nella Contea di Menard in Illinois e nel 1880 si trasferirono a Lewiston dove Edgar frequentò la scuola superiore e poté realizzare le sue prime pubblicazioni per il Chicago Daily News. Il clima culturale della città, il cimitero cittadino a Oak Hill e il vicino fiume Spoon furono per Edgar Lee Masters preziose fonti di ispirazione per l'Antologia di Spoon River, in primo luogo, e per le sue opere più famose e celebrate. L'Antologia, che rappresentava la sua vendetta contro l'ipocrisia e la mentalità ristretta di una piccola città, decretò la fama del suo autore ma, al contempo, la rovina della sua posizione di prestigio nella società cittadina.
Nel 1889 e nel 1890 frequentò l'accademia Knox, un corso preparatorio tenuto dal Knox College, che fu costretto ad abbandonare a causa delle difficoltà economiche.
Dopo aver lavorato presso l'ufficio legale del padre, ottenne l'Admission to the bar nello stato dell'Illinois, titolo corrispondente alla laurea italiana in legge e all'abilitazione alla professione forense. A Chicago divenne socio di Kickham Scanlan nel 1893. Si sposò due volte. Nel 1898 sposò Helen M. Jenkins, figlia di un avvocato, dalla quale ebbe tre figli. Nel 1911 aprì un proprio ufficio legale, nonostante i tre anni di incertezze e agitazioni (1908-1911) dovute a una relazione extraconiugale e una disputa con l'avvocato Clarence Darrow di cui era stato socio. Due dei suoi figli seguirono le sue orme. La figlia Marcia si dedicò alla poesia, mentre suo figlio, Hilary Masters, divenne romanziere. Proprio quest'ultimo, insieme al fratellastro Hardin, scrisse una biografia del padre.

Dopo lo scarso successo della raccolta The New Spoon River (1924), abbandonò definitivamente la professione di avvocato per dedicarsi alla scrittura. Negli ultimi anni riuscì a sostenersi presso il Chelsea Hotel di New York solo grazie ai prestiti di pochi amici. Morì in disgrazia di polmonite il 5 marzo 1950 e fu sepolto nel cimitero Oakland di Petersburg. Il suo epitaffio include la poesia To-morrow is My Birthday tratta dall'opera Toward the Gulf:
Sebbene non abbia mai più replicato il successo dell'Antologia di Spoon River, Masters fu uno scrittore prolifico in diversi generi, pur continuando a prediligere la poesia.
Tratto da Wikipedia


http://www.mondoviaggiblog.com/wp-content/uploads/2008/04/barca-a-vela.jpg

UN SENSO ALLA VITA

L`amore mi si offrì e io
mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta
e io ebbi paura;
l`ambizione mi chiamò
ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame
di un significato nella vita.
E adesso so che bisogna
alzare le vele
e prendere i venti del destino
dovunque spingano la barca.

Dare un senso alla vita
può condurre alla follia,
ma una vita senza senso
è la tortura dell`inquietudine
e del vano desiderio;
è una barca che anela al mare
eppure lo teme.





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#1  03 Dicembre 2009 - 23:49
semplicemente meravigliosa.
grazie Carla.
Saverio
utente anonimo

#2  04 Dicembre 2009 - 08:40

Ciao, Saverio, è un  piacere  ritrovarti qui.
Sapevo che ti sarebbe piaciuto questo post.
Al prossimo inserimento.
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#3  04 Dicembre 2009 - 21:21


E' bello veramente l'ultimo verso e sono parole verissime...vorrei scrivere il verso che contenga il senso della vita trovato senza arrivare alla follia.
sei molto brava :)
utente anonimo

#4  04 Dicembre 2009 - 22:25
Acquistato!
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#5  04 Dicembre 2009 - 22:41
Caro utente anonimo, sembra che in ogni vita esista un disagio con cui si cerchi di convivere.
Sarebbe meglio non avere rimpianti con cui dover fare i conti, ma la vita spesso gioca crudelmente, ci  mette davanti a delle opzioni e ci obbliga a scegliere.
Cosa siano è poco importante, fare o non fare, partire o restare, parlare o tacere.....
Difficilmente siamo così bravi da non crearci recriminazioni future.
Solo che arriva un momento in cui ti devi imporre di non rimpiangere più: quel che è fatto è fatto, quel che detto è stato udito e non si può più cancellare.
Se siamo partiti, ci siamo tagliati i ponti dietro a noi.
Dobbiamo avere il coraggio di riconoscere e vedere la bontà delle nostre scelte.
Il resto è materiale da poesia, nient'altro.

Per il resto non sono brava: è recente una contestazione a quello che scrivo per come lo scrivo.
Brucia, ma è motivo di una autoanalisi che prevedo lunga.
Spero di uscirne. Migliore.
Carla
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