domenica 4 dicembre 2011

L'UNO E L'ALTRO - JULIO CORTAZAR

Lo ammetto, mi sento un pò spaesata a creare un post in questo nuovo spazio. Non è più difficile, anzi,  è solo...diverso. Forse per questo sono tornata al mio primo amore, un testo di Cortàzar la cui traduzione sul libro della Fahrenheit 451 Edizioni, Le Ragioni della Collera, mi ha lasciato con un pò di amaro in bocca.
Così ne ho elaborata una mia. Avrà probabilmente molte pecche, in alcuni punti non c'è verso di far scorrere più facilmente la poesia, almeno dentro la mia mente.





L'UNO E L'ALTRO


E che le resta alla fine del raccolto?

Queste due mani rugose, questa faccia

dove cova il tempo.

Dentro, ubriaco sul fondo

il rospo batte dolcemente.

Credo che conti venti, ventuno,

ventidue, ventitrè

o lunedì, martedì, mercoledì. Espediente

per dormire, però non dorme.

Fuori c'è vita dappertutto,

e le banderuole girano e le nuvole.

E' triste essere così solo in questo insieme, questa nobiltà

La morte la preferisce, e la poesia

le tesse già corone. Però è triste

non essere anche questo foglio di carta, queste parole,

tutto ciò che circondandolo lo isola,

e lo definisce,

tutto quello che nel mondo lo condanna

a essere testimone ed alla fine - quando, già pronto -

bestia oscura di un'ascia trasparente.







Lo uno y lo otro

¿Y què le queda al fin de la cosecha?
Estas dos manos arrugadas, este rostro
donde ya empolla el tiempo.
Adentro, ebrio en su pozo
el sapo dulcemente late.
Creo che cuenta veinte veintiuno,
veintidós, veintetrés,
o lunes, martes, miércoles. Procedimientos
para dormir, pero no duerme.
Afuera está también la vida en todas partes,
y las veletas giran, y las nubes.
Es triste ser tan solo en la unitad, esa nobleza.
La muerte la prefiere, y la poesía
le teje ya coronas. Pero es triste
no ser también  esta hoja de papel, estas palabras,
todo lo que rodeándolo lo aparta,
lo define,
todo lo que en el mundo lo condena
a ser testigo y al final - cuándo, ya pronto -
oscura res de un hacha transparente.





2 commenti:

  1. due mani rugose ed una faccia dove cova il tempo... ecco cosa resta!!!

    Stesse mani e stesso viso eppure con il tempo che passa, la vita ci trasforma... restano le esperienze che ci segnano!!

    Il tuo blog è sempre lo stesso e parla con la stessa emozione di te, ma cresce e si arricchisce ancora pure su questa piattaforma.

    Naturalmente il parallelo è solo per questo verso ^___^

    RispondiElimina
  2. Ciao Rita.
    Il "dopo" di alcune esperienze lasciano il segno. Inconsciamente ho scelto questa poesia proprio perchè in questo momento me la sento molto addosso. Adesso c'è il desiderio di riemergere, di fare cose nuove, di osservare le nuvole e le banderuole che girano. Aspetto il vento.
    Forse sono troppo emozione.
    Comunque grazie per il tuo affetto.

    RispondiElimina