sabato 7 aprile 2012

GESU' - GIOVANNI PASCOLI

Con questa poesia auguro a tutti una buona Pasqua. 
Come vedete, ho fatto una eccezione, proponendo una nuova poesia di Giovanni. Ma lo penso doveroso, per questo anno pascoliano. 
Trovo appropriato l'abbinamento tra stile e tema. Quel "No" attribuito al soggetto protagonista della poesia, isolato e desolato ci offre uno spazio di meditazione. 
Termina con un verso isolato e molto figurativo, invece dei tre che compongono le singole strofe e non riesco ad immaginare un modo differente di chiudere questa poesia.
E' un metodo che ho incontrato anche in altri autori contemporanei e questo mi offre altro  materiale di riflessione.




   
Gesù benedice i bambini - illustrazione di Gustave Dorè 


 GESU'                         


E Gesù rivedeva, oltre il Giordano
campagne sotto il mietitor rimorte:
il suo giorno non molto era lontano.

E stettero le donne in sulle porte
delle case, dicendo: Ave, Profeta!
Egli pensava al giorno di sua morte.

Egli si assise all'ombra d'una meta
di grano, e disse: Se non è chi celi
sotterra il seme, non sarà chi mieta.

Egli parlava di granai ne' Cieli:
e voi, fanciulli, intorno lui correste
con nelle teste brune aridi steli.

Egli stringeva al seno quelle teste
brune; e Cefa parlò: Se costì siedi,
temo per l'inconsutile tua veste.

Egli abbracciava i suoi piccoli eredi;
Il figlio - Giuda bisbigliò veloce -
d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra' piedi:

Barabba ha nome il padre suo, che in Croce
morirà ». Ma il Profeta, alzando gli occhi,
« No », mormorò con l'ombra nella voce;

e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi.



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