sabato 16 giugno 2012

Presentazione del libro: GENOVA CH'E' TUTTO DIRE

Lunedì passato sono scappata a Genova, dove in questo periodo viene organizzato il  Festival della Poesia.
Due gli appuntamenti che mi ero prefissata, ma per adesso mi limiterò a raccontarvi del primo: una conferenza su Giorgio Caproni con relatori Vittorio Coletti e Luigi Surdich.
Nonostante i miei studi strettamente tecnici, dove la letterarura era un fastidioso complemento che occupava così tante ore "e-chissà-poi-a-cosa-serve", l'ho trovata molto ben condotta, ed esaustiva la spiegazione della poetica Caproniana, potendo comparare gli stili di scrittura con cui Giorgio si è evoluto nel suo percorso poetico, con quelli di altri autori, e trovando molti accostamenti di cui ho fatto tesoro.
Come qui a Livorno si leggono i versi livornesi del poeta, così a Genova sono stati letti quelli in cui il poeta ha voluto immortalarla....ma diciamo i versi in cui ha amato quella città.
Devo dire che riguardo a Caproni, ero un pò gelosa di Genova, come se essere nato a Livorno, fosse un certificato di cittadinanza e di appartenenza indelebile, un marchio a fuoco. E forse in parte sarà anche vero, se poi Giorgio si innamorerà di nuovo della sua città d'origine, riscoprendo che certe sue radici erano rimaste qua ed erano inamovibili; sentimento comune a molti miei concittadini che tornano volentieri e carichi di nostalgia. 
Ma Livorno, in genere, irretisce chi vi soggiorna a lungo. 

In occasione del centenario dalla nascita, Patrizia Traverso, fotografa e Luigi Sturdich, ordinario di Letteraura Italiana alla Università di Genova, hanno abbinato alle parole della poesia "Litania" alcune immagini di Genova.
Cento e ottanta versi carichi di amore per la sua città, nominata per novanta volte ed altrettante novanta immagini, qusi tutte in bianco e nero, corredate  oltre che dal distico poetico, anche da una analisi attenta ed amorevole del loro significato. Un lavoro che già alla sua presentazione nel corso della conferenza, prometteva di essere un omaggio alla città ma che una volta aperto, si è rivelato prezioso: una guida sulla Genova descritta con amore da Caproni e che questi autori ci aiutano a scoprire. 




Stralcio della introduzione di Giuseppe Conte:

"Il libro consacrato a Litania è un grande atto d’amore. Per Caproni. Per Genova. Luigi Surdich interroga quasi ogni distico, lo mostra nel suo processo di formazione, ne segue le concrezioni stilistiche e formali, lo colloca all’interno dell’opera caproniana, con riferimenti a raccolte come Ballo a Fontanigorda, Stanze della funicolare, Il muro della terra, e ad interviste, ad articoli, ad altre rare testimonianze. Ci fa vedere la trama di ricordi autobiografici e familiari che regge tutto il testo, con i riferimenti a Silvana e Attilio, a Rina, alla madre. Ci racconta i rapporti personali di Caproni con Sbarbaro, con Barile. Ci certifica che non ci fu mai un incontro con Montale, che pure ha un posto centrale nella linea ligure tracciata da un distico di Litania: “Genova nome barbaro. Campana Montale Sbarbaro”.  E, in un pregevole excursus interpretativo sul distico “Genova di caserma. Di latteria. Di sperma” ci guida anche in particolari linguistici come la derivazione del termine caproniano “rifresco”*** da  “refrescumme”, quell’odore un po’ nauseante che ristagnava su piatti mal lavati dopo che vi si era mangiato soprattutto delle uova. Odore che abbiamo ancora nelle narici noi che siamo nati quando il trionfo universale dei detersivi non si era ancora celebrato."

*** ecco dove mi ritrovo. Un termine usatissimo a casa mia.




Immagine di pagina 162


da Litania 
di Giorgio Caproni


......
Genova sempre umana,
presente, partigiana.
......




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