lunedì 1 aprile 2013

POESIA DELL'AMORE INEVITABILE - JORGE DEBRAVO

La cosa più interessante di questa poesia è l'uso metaforico dell'anima come casa.
L'autore ce la propone abbandonata, senza nessun accenno a persone, solo a cose. E la donna (ah, le donne, di cosa non sono capaci!) senza avere nessuna direttiva, provvede a rimettere tutto a posto. Delizioso il passaggio di “ponesti tutte le cose in fila:/ […] / al suo posto la vita, al suo posto la stuoia.” come a dire che, una volta redento, lo fa disponibile di nuovo per gli altri.
E le metafore continuano. Vediamo di darne una interpretazione: lavare le pareti con lo straccio bagnato per togliere la malinconia, collocare la radio nel luogo appropriato per indicare una rinnovata capacità di ascoltare gli altri, ordinare i libri dispersi per ritrovare la voglia di scrivere, stendere il letto nel tuo enorme sguardo, riappropriarsi della pace del riposo, le lampade spente rappresentano le speranze, i pavimenti la strada ancora da percorrere.
Quanto al titolo, l'amore inevitabile, in un cuore dove la morte è d'avanzo, se questo resta vuoto, si riempie pian piano di un altro.
Ricordate Jodorowsky?
Poco a poco stai entrando nella mia essenza
goccia a goccia riempiendo la mia coppa vuota





Jorge Debravo naque a Guayabo de Turrialba (Costa Rica) il 31 gennaio 1938 da dei contadini poveri. Primo ed unico figlio maschio di cinque figli,  Jorge trascorse l'infanzia scalzo, senza libri.
 Il padre era analfabeta ed a Guayabo non c'era una scuola. La più vicina era a Santa Cruz: 4 ore di marcia. La madre gli insegnò a scrivere il proprio nome e lui scriveva in foglie di platano con uno stecchino. Per aiutare il padre, lavorava fino alle due del pomeriggio. Con i primi soldi guadagnati si comprò il duo primo libro: un dizionario. Nella scuola di Santa Cruz, la maestra, doña Teresa de Albán, gli procurò una borsa di studio perché potesse finire le elementari a Turrialba. Aveva 14 anni quando si iscrisse al quinto anno ma un mese dopo lo passarono al sesto. Lì iniziò a farsi conoscere pubblicando i suoi primi versi nel giornale “El Turrialbeño”. Nel 1959 si sposò con Margarita Salazar. Nel 1961 fu nominato ispettore del lavoro perché riusciva a "legare" con i lavoratori, ad aiutarli perché fossero dichiarati e quindi poter ottenere assicurazione e contributi. Nel 1965 terminò le secondarie. Il lavoro di ispettore del lavoro lo portò a conoscere da vicino le miserie umane e le ingiustizie del suo paese. Nel 1967 si iscrisse all'Università e comperò una moto per andare a lavorare. Il 4 agosto del 1967  un automobilista ubriaco lo  travolse ed uccise.  Aveva 29 anni.







POESIA DELL'AMORE INEVITABILE



Tu arrivasti alla mia anima quando era dimenticata:
le porte divelte, le sedie nel canale,
le tende cadute, il letto sradicato,
la tristezza curata come un vaso di fiori.
Con le tue piccole mani di donna laboriosa
ponesti tutte le cose in fila:
lo sguardo al suo posto, al suo posto la rosa,
al suo posto la vita, al suo posto la stuoia.
Lavasti le pareti con uno straccio bagnato
nella tua chiara allegria, nella tua fresca dolcezza,
collocasti la radio nel luogo appropriato
e pulisti la stanza di sangue e spazzatura.
Ordinasti tutti i libri dispersi
e stendesti il letto nel tuo enorme sguardo,
accendesti le povere lampade spente
e lucidasti i pavimenti di legno consumato.
Fosti d’un tratto enorme, ampia, potente, forte:
sudasti grandi fatiche lavando arnesi vecchi.
Apprendesti che nella mia anima d’avanzo era la morte
e la tirasti all’orto con pezzi di specchio.

Traduz. di Tomaso Pieragnolo 
Poesia pubblicata su SAGRANA.NET


(Mi scuso con il traduttore per l'iniziale omissione del suo nominativo.)


 POEMA DE AMOR INEVITABLE



Tù llegaste a mi alma cuando estaba olvidada:
las puertas desprendidas, las sillas en reguero,
las cortinas caìdas, la cama descuajada,
la tristeza cuidada lo mismo que un florero.
Con tus manos pequeñas de mujer trabajosa
fuiste ponendo todas las cosas en hilera:
la mirada en su sitio, en su sitio la rosa
en su sitio la vida, en su sitio la estera.
Lavaste las paredes con un trapo mojado
en tu clara alegrìa, en tu fresca ternura,
colocaste la radio en el sitio apropriado
y limpiaste la alcoba de sangre y basura.
Acomodaste todos los libros dispersados
y tendiste la cama en tu enorme mirada
encendiste los pobres bombillos apagados
y enceraste sus pisos de madera gastadas.
Fuiste de pronto enorme, ancha, potente, fuerte:
sudaste altas fatigas lavando trastos viejos.
Supiste que en mi alma de sobra era la muerte
y la tiraste al huerto con pedazos de espejos.


4 commenti:

  1. Gli incidenti capitano anche ai poeti. In fondo sono anche loro solo degli uomini.
    Grazie Ipazia del tuo passaggio.
    Carla

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  2. Ma poi il pirata della strada l'hanno trovato?

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    1. Giacomo, per saperlo bisognerebbe essere in Costarica e fare delle ricerche. I siti letterari che ho consultato non lo dicono, ma il disappunto (o la rabbia) che lascia intendere la tua domanda mi fa capire quanto ti abbia colpito la vicenda e ha dato un senso anche al lavoro (lavoro? Gioia di condividere, direi) che sto facendo.
      Grazie.

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