giovedì 17 novembre 2011

ISTANTI - JORGE LUIS BORGES

martedì, 14 luglio 2009
ISTANTI - JORGE LUIS BORGES




Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, scrittore e poeta argentino nacque a Buenos Aires il 24 agosto 1899 e morirà a Ginevra il 14 giugno 1986.
Nonostante sia stato uno dei più importanti scrittori del ventesimo secolo, ed abbia ricevuto importanti riconoscimenti, non ebbe mai il Premio Nobel. Più volte il suo nome appare nella lista dei candidati, ma le sue idee politiche conservatrici e filo-occidentali gli alienano i favori dei membri della giuria, che preferiscono altri autori, più popolari ma meno conosciuti.
Borges è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, dove, come afferma si manifesta "l'incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto" (Claudio Magris).
Molti sono gli scrittori che sono rimasti influenzati dalle sue opere: Cortazar, che io amo così tanto, per esempio, ma anche Philip K. Dick, Umberto Eco, Leonardo Sciascia, Italo Calvino ed anche cantautori come Roberto Vecchioni e Francesco Guccini.
Oggi l'aggettivo «borgesiano» definisce una concezione della vita come storia, come menzogna, come opera contraffatta spacciata per veritiera (come nelle sue famose recensioni di libri immaginari).
Questo mi ricorda uno scritto di Georgi Gospodinov, un autore che ho incontrato da poco, ma che devo approfondire.
Dal 1914 al 1921 è con la sua famiglia in Europa; dapprima in Svizzera, a Ginevra, dove frequenta il Collège Calvin, che gli consente di conoscere molti autori europei, apprendere il latino, il francese ed il tedesco, poi Lugano, Maiorca, Siviglia e Madrid.
Nel 1925, Borges incontra Victoria Ocampo, la musa che sposerà quarant'anni dopo. Con lei stabilisce un'intesa intellettuale destinata a entrare nella mitologia della letteratura argentina.
Nel periodo successivo ad un incidente che lo costringe all'immobilità ed un attacco di setticemia che mette in serio pericolo la sua vita, Borges concepisce alcuni dei suoi capolavori che verranno pubblicati dopo 6 anni, nel 1944 col titolo di Ficciones e dopo altri cinque anni anche i racconti di Aleph, ispirati all'immortalità, all'idea del tempo infinito, andranno alle stampe ed a questo punto, Borges è uno dei maggiori scrittori argentini di tutti i tempi.
Nel 1955 viene nominato direttore della Biblioteca Nazionale, ciò che aveva sempre sognato di fare. Con spirito eminentemente borgesiano, lo scrittore commenta così la nomina: "E' una sublime ironia divina ad avermi dotato di ottocentomila libri e, al tempo stesso, delle tenebre".
E' l'inizio di un lungo e fecondissimo tramonto. Nonostante la morte avvenga molto più tardi. Gli sarà accanto la sua seconda moglie, l'amatissima Marìa Kodama, una sua ex allieva, divenuta inizialmente sua segretaria.

(Ampi stralci tratti da Wikipedia)

In merito alla poesia, poi Borges esprime  il concetto  del "se" e del "ma" ; cose non dette , mai fatte e rimpiante.
La poesia è discorsiva ed amichevole (sembra di camminare sottobraccio all'autore, di raccogliere le sue confidenze) ma la sua chiusa è spiazzante, come quelle di Bitman ( o forse è più corretto dire che quelle di Bitman sono come le sue ).
Chissà cosa ne pensa.
Ce lo vedete, Borges nel ritratto postato sopra,  sottolineare le parole della poesia con un colpo a terra di quel suo bastone?

ATTENZIONE: Poema attribuito a Borges, ma il cui reale autore sarebbe Don Herold o Nadine Stair. Consultare QUI





ISTANTI



Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima
cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei
pochissime cose sul serio.

Sarei meno igienico,
correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più
tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi,
andrei in più posti dove mai sono andato, mangerei più
gelati e meno fave, avrei più problemi reali e
meno immaginari.

Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente e
precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto
momenti di gioia ma se potessi tornare indietro cercherei
di avere soltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate,
di quello è fatta la vita, solo di momenti;
non ti perdere l'oggi.

Io ero uno di quelli che mai
andava in nessun posto senza
un termometro,
una borsa d'acqua calda, un ombrello
e un paracadute; se potessi vivere di nuovo
comincerei
ad andare scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe
e giocherei di più con i bambini,
se avessi un'altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.



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#1                                                                                                                        17 Luglio 2009 - 21:48
Stupenda! Mi ci ritrovo...ma perchè quando siamo ragazzi ci viene detto tutto il contrario e quando capiamo che forse ha ragione lui, Borges dico,è troppo tardi per recuperare quanto abbiamo perso strada facendo ? Grazie Carla per aver pubblicato questi versi.
utente anonimo


#2  17 Luglio 2009 - 23:38

Ciao Carla,è proprio così, comunque siamo sempre in tempo, ricordiamoci che fino all'ultimo istante abbiamo la possibilità di scegliere.
mariaconsiglia



2 commenti:

  1. Questa poesia non è sua! Quella di "Istanti" è un vecchio "Fake" frutto di vari rimaneggiamenti (https://it.wikipedia.org/wiki/Istanti)

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    1. Grazie Anonimo. A breve provvedo a correggere il post.

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