mercoledì, 27 maggio 2009
LA MUSA - ANNA ACHMATOVA
(Da Il giunco)
Quando la notte attendo il suo arrivo,
la vita sembra sia appesa a un filo.
Che cosa sono onori, libertà,giovinezza
di fronte all'ospite dolce
col flauto nella mano? Ed ecco è entrata.
Levato il velo, mi guarda attentamente.
Le chiedo: "Dettasti a Dante tu
le pagine dell'Inferno?" Risponde: "Io".
(1924)
Муза
Когда я ночью жду ее прихода,
Жизнь, кажется, висит на волоске.
Что почести, что юность, что свобода
Пред милой гостьей с дудочкой в руке.
И вот вошла. Откинув покрывало,
Внимательно взглянула на меня.
Ей говорю: “Ты ль Данте диктовала
Страницы Ада?” Отвечает: “Я”.
(1924)
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A volte lo penso anch'io, caro Mauro, quando le parole appaiono nella mente, nel silenzio non della notte ma quello del mattino, quando i pensieri fanno fatica a farsi capire. Ma così avalliamo l'esistenza di queste "muse", negando la bravura dell'autore, per assegnarla a una entità soprannaturale, ad una Dea, perfetta ed incontestabile.
A me piace essere contestata anche se difficilmente trovo persone che lo fanno, in maniera costruttiva, almeno.
Quello'IO, effettivamente è un grido rivendicativo e potente.
E' la sola risposta accettabile che avrebbe potuto chiudere questa poesia.
Grazie del tuo passaggio così prezioso.
Carla
A me piace essere contestata anche se difficilmente trovo persone che lo fanno, in maniera costruttiva, almeno.
Quello'IO, effettivamente è un grido rivendicativo e potente.
E' la sola risposta accettabile che avrebbe potuto chiudere questa poesia.
Grazie del tuo passaggio così prezioso.
Carla
Se hai bisogno della parafrasi di questa poesia, stai messo male, mio caro.
Ma una volta fatta, potresti metterla qui sotto, come commento, col tuo nome per esteso (non la accetterei anonima); facoltativa l'indicazione della scuola.
Forza, datti da fare e indica anche il voto conseguito: ti dirò se l'insegnante è stata generoso o avaro nella sua valutazione.
La poetessa esprime questa attesa (attendo) con un'allitterazione in o che poi per tutta la poesia si trasforma in e, quasi per rubare qualche dolcissimo suono dal flauto che tiene in mano la musa; quando si aspetta la musa? di notte, simbolo del buio, del silenzio e quindi dell'ascolto!
L'interrogativa mette in rilievo la preminenza della poesia sugli onori, la giovinezza e persino la libertà.... ; levato il velo... si svela la bellezza, quasi una sposa nel suo verginale splendore.
segue un'altra interrogativa: dettasti? è la musa che detta il verso e viene chiamato a testimone il sommo poeta, scrivano dell'imperitura commedia!
ciao Carla ti auguro un ottimo proseguimento di settimana!
Giuseppe
utente anonimo |
Scusa il commento provvisorio, Giuseppe, ma non ho maniera di sentirti in altro modo.
Interessante lettura la tua, ho bisogno di rifletterci con calma.
Ricambio il tuo augurio.
Carla
A proposito del velo levato, di cui dice Anna, forse intende proprio il momento in cui afferra l'essenza della Poesia stessa, o almeno quella essenza che è Poesia per lei. Ci sono molti modi di scrivere le proprie emozioni, ma uno solo per poter dire di averne scritto un solo verso.
Ecco, lei si è rivelata ed Anna le è di fronte: ha capito.
Forse diciamo la stessa cosa Carla! è come quando lo sposo incontra la sposa in chiesa,... si riconosce nell'altro ... è qui il mio amore, ciò che amo!!!
ciao
Giuseppe
utente anonimo |
Certo che diciamo la stessa cosa.
Ho approfittato del tuo intervento per chiarire a me stessa certi passaggi della poesia.
Quello che dici, che descrivi come incontro degli sposi davanti all'altare, è legato al velo che la donna alza arrivando all'altare.
E' un bel pensiero; sai mi diene in mente una coppia di amici. Lei era senza il velo, ma tutta la loro cerimonia fu molto festosa, molto commovente.
In una pausa della messa, celebrata in una chiesa molto piccola, si sentirono distintamente le parole di lui: "Come sei bella...".
Ancora oggi sono uniti come quel giorno, a distanza di trent'anni.
Ma il riconoscersi nell'altro accade molto prima, Giuseppe ed in molti luoghi.
Come quando ti basta girare lo sguardo e vederlo subito fra una folla, osservarlo di nascosto e sentirsi mancare l'aria, pensando che potrebbe non essere lì con te e quando accade prende vita una storia inimmaginabile.
I tuoi interventi mi regalano sempre momenti di riflessione.
Grazie e buon fine settimana.
Carla
Sono io a ringraziarti Carla e far tesoro della tua sensibilità, come avermi riportato quell'intima emozione degli sposi e quello che scrivi dopo.....sai stamattina ho provato una bellissima emozione, costeggiando il campo dove si trova il famoso fico di (Specchio) .... il vento sembrava che danzasse con i fuscelli di avena e con tutti quei fiori di campo, una danza dell'alba..... che ballerini! che volteggi!... a pensare che fra non molto quì sorgerà il nuovo tribunale di Locri....
Questo lunedì ti doni tanta passione sul lavoro e tanta serenità in famiglia!
ciao
Giuseppe
utente anonimo |
Una bella emozione quella che mi riporti. Non è difficile pensarmi in un posto simile a quello che descrivi, lo è immaginare il silenzio (merce sempre più rara) e servirebbe anche una brezza leggera. Paradossalmente quella ce l'ho.
Buona giornata anche a te.
Carla
NATACARLA |
Un caro saluto
Mauro