domenica 20 novembre 2011

TIMIDEZZA - UMBERTO CROCETTI

mercoledì, 12 gennaio 2011







La parola. Il silenzio. Il desiderio.
Sono tre temi, tre vagoni su cui veniamo ospitati per un "Viaggio suggestivo nell'habitat della poesia pura", come Vittoria Butera scrive nella sua prefazione al nuovo libro di Umberto Crocetti, IL DIALOGO REMOTO, edito a cura della Casa Editrice MASSO ALLE FATE.
Una nuova fatica editoriale dell'amico Bit che la lasciato la piattaforma di Splinder ed i suoi post virtuali, per dedicarsi nuovamente a pubblicazioni cartacee e reali, dopo i felici riscontri dell'altro suo libro IL CANTO DELLE BAMBOLE edito nel 2009 dalla stessa casa editrice.
Sono molte le poesie che ho ritrovato nel suo libro, vecchi amici di cui ricordi le voci,  testi  letti più volte per capire.  Non quello che offrono con la loro concatenazione di parole, ma con il loro dispiegarsi, il loro prendere posto in un assieme armonico, con l'autore che ne equilibra il suono d'insieme.
Questo è il pregio della poesia di Umberto che non smette di cercare commistioni tra suoni, parole e silenzi.
Come sempre sono rimasta incerta nella scelta di una delle poesie di questo suo nuovo libro da postare, dal momento che in ognuna c'è qualcosa che vorrei portare alla vostra attenzione: una chiusa, un'incipit, una coppia di parole che stupiscono e strappano sorrisi.
Ho optato - se non cambierò ancora idea nei prossimi tre secondi - per una poesia piccola, forse la meno appariscente di tutte le altre, pubblicata in fondo al libro, quasi con riluttanza.
Non ricordo quel che ne dissi quando la vidi la prima volta; ricordo che mi emozionò molto, e adesso è come se avessi ritrovato una cara amica.
Io la penso come una metafora del suo io,  riflesso nella propria poesia.
I poeti hanno un pudore tutto particolare per le loro emozioni, mi sembra di aver già espresso questa mia convinzione, e in questa composizione la mia idea pare proprio prendere forma.
Scontato il mio GRAZIE all'autore.





TIMIDEZZA


Volevo dartelo il mio amore
su un foglio di giornale
alla maniera povera,
come si offre una caldarrosta,
ma temevo tu notassi solo la carta,
non il gesto né il suo contenuto,
per questo son rimasto sulla soglia
con le mani dietro la schiena
a stringere il cartoccio.



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#1                                                                                                                                                               12 Gennaio 2011 - 16:39
E' un grande piacere essere tuo ospite.
Ti ringrazio per le parole e, te lo dico senza retorica, sappi che è difficile incontrare persone con un amore per la poesia così grande e forte come quello che pervade la tua mente.
Hai la mia ammirazione.
u.





#2  13 Gennaio 2011 - 17:39

sono senza parole perché é...é...é...
ina
utente anonimo


#3  13 Gennaio 2011 - 19:43

Vero, Ina.
E'.
Carla


NATACARLA 


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