giovedì, 17 giugno 2010
NON HO BISOGNO DI DENARO - ALDA MERINI
Di Alda è stato detto veramente tutto.
Tra le tante poesie che ha scritto e le - poche in confronto - che ho letto, ho deciso di inserire questa che ritengo la migliore in assoluto tra le tante che ho letto su questo tema, il bisogno.
Ma si torna all'argomento poesia, in fondo ed al modo di viverla.
Sono rimasta incerta a lungo sulla paternità che sembrava attribuita ad un altro autore.
Purtroppo nei miei testi "cartacei" non c'è, ma ho avuto riscontri positivi in questo senso.
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Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931 e ci muore l'1 Novembre 2009.
Minore di tre fratelli, Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza" poichè non riesce ad essere ammessa presso il liceo Manzoni, proprio per non aver superato la prova di italiano. In questi anni dedica molto tempo anche allo studio del pianoforte.
Inizia a comporre le prime liriche a quindici anni e il primo, autentico incontro con il mondo letterario avviene l'anno successivo, quando Silvana Rovelli, cugina di Ada Negri, sottopone alcune delle sue poesie a Angelo Romanò che, a sua volta, le fa leggere a Giacinto Spagnoletti, considerato tuttora il primo scopritore della poetessa. Proprio nel '47 la Merini inizia a frequentare la casa di Spagnoletti, dove conosce, fra gli altri, Giorgio Manganelli — che fu un vero maestro di stile per lei, oltre che suo primo grande amore — Davide Turoldo, Maria Corti e Luciano Erba.
Sarà proprio Spagnoletti, il primo a pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce".
L'anno successivo, le stesse liriche, insieme con altri due componimenti, vengono incluse da Vanni Scheiwiller nel volume Poetesse del Novecento, su consiglio di Eugenio Montale e Maria Luisa Spaziani.
Il 1947sarà anche quello in cui incontrerà le "prime ombre della sua mente": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno.
Dopo la partenza di Manganelli da Milano, nel periodo che va dal '50 al '53, la Merini frequenta Salvatore Quasimodo, al quale dedica le Due poesie per Q.
Nel 1953 sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano e viene pubblicato il suo primo volume di versi. Due anni dopo nascerà la sua primogenita Emanuela e due nuovi volumi di poesie.
Dopo il 1961 e una ulteriore raccolta di sue poesie, viene internata al "Paolo Pini" fino al 1972, periodo durante il quale non manca comunque di tornare in famiglia, e durante il quale nascono altri tre figli.
Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979, la Merini torna a scrivere testi intensi e drammatici che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio.
Nel 1981 muore il marito e, rimasta sola, la Merini inizia a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi apprezzamenti sui suoi lavori.
I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà tre anni.
Dopo aver nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.
Dal punto di vista letterario questi sono anni molto produttivi, naturale conseguenza della conquista di una nuova serenità.
Nel 1993 riceve il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, come altri grandi letterati contemporanei prima di lei, tra i quali Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Nel 1996 le viene assegnato il "Premio Viareggio" per il volume "La vita facile"; l'anno seguente riceve il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall'Academie Française e segnalazioni in suo favore erano state avanzate anche da Dario Fo e da altri esponenti della cultura e del giornalismo.
Tra le tante poesie che ha scritto e le - poche in confronto - che ho letto, ho deciso di inserire questa che ritengo la migliore in assoluto tra le tante che ho letto su questo tema, il bisogno.
Ma si torna all'argomento poesia, in fondo ed al modo di viverla.
Sono rimasta incerta a lungo sulla paternità che sembrava attribuita ad un altro autore.
Purtroppo nei miei testi "cartacei" non c'è, ma ho avuto riscontri positivi in questo senso.
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Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931 e ci muore l'1 Novembre 2009.
Minore di tre fratelli, Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza" poichè non riesce ad essere ammessa presso il liceo Manzoni, proprio per non aver superato la prova di italiano. In questi anni dedica molto tempo anche allo studio del pianoforte.
Inizia a comporre le prime liriche a quindici anni e il primo, autentico incontro con il mondo letterario avviene l'anno successivo, quando Silvana Rovelli, cugina di Ada Negri, sottopone alcune delle sue poesie a Angelo Romanò che, a sua volta, le fa leggere a Giacinto Spagnoletti, considerato tuttora il primo scopritore della poetessa. Proprio nel '47 la Merini inizia a frequentare la casa di Spagnoletti, dove conosce, fra gli altri, Giorgio Manganelli — che fu un vero maestro di stile per lei, oltre che suo primo grande amore — Davide Turoldo, Maria Corti e Luciano Erba.
Sarà proprio Spagnoletti, il primo a pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce".
L'anno successivo, le stesse liriche, insieme con altri due componimenti, vengono incluse da Vanni Scheiwiller nel volume Poetesse del Novecento, su consiglio di Eugenio Montale e Maria Luisa Spaziani.
Il 1947sarà anche quello in cui incontrerà le "prime ombre della sua mente": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno.
Dopo la partenza di Manganelli da Milano, nel periodo che va dal '50 al '53, la Merini frequenta Salvatore Quasimodo, al quale dedica le Due poesie per Q.
Nel 1953 sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano e viene pubblicato il suo primo volume di versi. Due anni dopo nascerà la sua primogenita Emanuela e due nuovi volumi di poesie.
Dopo il 1961 e una ulteriore raccolta di sue poesie, viene internata al "Paolo Pini" fino al 1972, periodo durante il quale non manca comunque di tornare in famiglia, e durante il quale nascono altri tre figli.
Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979, la Merini torna a scrivere testi intensi e drammatici che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio.
Nel 1981 muore il marito e, rimasta sola, la Merini inizia a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi apprezzamenti sui suoi lavori.
I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà tre anni.
Dopo aver nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.
Dal punto di vista letterario questi sono anni molto produttivi, naturale conseguenza della conquista di una nuova serenità.
Nel 1993 riceve il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, come altri grandi letterati contemporanei prima di lei, tra i quali Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Nel 1996 le viene assegnato il "Premio Viareggio" per il volume "La vita facile"; l'anno seguente riceve il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall'Academie Française e segnalazioni in suo favore erano state avanzate anche da Dario Fo e da altri esponenti della cultura e del giornalismo.
NON HO BISOGNO DI DENARO
Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.
Ogni volta che leggo questa poesia mi vengono le lacrime agli occhi. Meraviglia!
RispondiEliminaPs. complimenti per il blog!
Le stesse che ho avuto io quando l'ho letta e quando scopro nuovi autori. Ciao Sam, grazie per l'apprezzamento al mio lavoro.
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