giovedì 17 novembre 2011

NON VOGLIO CHE TI ALLONTANI - PEDRO SALINAS

giovedì, 09 luglio 2009

E adesso? Cosa mettere dopo il mio ultimo post, visto il successo riscosso?
Qualcosa di fantastico, come minimo, quindi Salinas...
Con lui vado sul sicuro, ma per questa immagine la scelta è stata veramente improba, ma alla fine ne sono rimasta soddisfatta.

Avete notato che in Salinas, compare spesso l'espressione "più oltre" ?



http://www.golfotv.info/home/images/stories/attualita/farano/dolore1.jpg



NON VOGLIO CHE TI ALLONTANI



Non voglio che ti allontani,
dolore, ultima forma
di amare. Io mi sento vivere
quando tu mi fai male
non in te, né qui, più oltre:
sulla terra, nell'anno
da dove tu vieni,
nell'amore con lei
e tutto ciò che fu.
In quella realtà
sommersa che nega se stessa
ed ostinatamente afferma
di non essere esistita mai,
d'essere stata nient'altro
che un mio pretesto per vivere.
Se tu non mi restassi,
dolore, irrefutabile,
io potrei anche crederlo;
ma mi rimani tu.
La tua verità mi assicura
che niente fu menzogna.
E fino a quando ti potrò sentire,
sarai per me, dolore,
la prova di un'altra vita
in cui non mi dolevi.
La grande prova, lontano,
che è esistita, che esiste,
che mi ha amato, sì,
che la sto amando ancora,

da: La voce a te dovuta - Giulio Einaudi Editore



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#1  10 Luglio 2009 - 07:38

Questo Salinas, tra quelli che ci proponi periodicamente, è uno dei miei preferiti. Egli infatti riesce a coniugare perfettamente la personalità dei contenuti da lui preferiti alla maniera espositiva. Da tempo oramai, sto molto attento alla tecnica. E più tempo passa, più mi rendo conto che nella poesia moderna non può esistere tecnica. Sarebbe come un rimandare ogni emizione di cui si scrive a momenti di cerebrale attenzione a come si scrive. Allora? La differenza la fa l'istintività Quando uno è poeta, basta che prenda la penna e ciò che scrive è già poesia. Lo si intuisce, appunto da come scrive Salinas. A ben leggere è una lezione che ci viene proprio dalla Spagna e già dalla metà del novecento. Basta leggere Neruda per intendere cosa voglio dire.
(Grazie, Carla: a me piace ogni tanto "giocare" a fare il critico)
Gianni Grillo
http://http://www.splinder.com/myblog/comment/reply/20929974?blog=natakarla.splinder.com
utente anonimo

#2  10 Luglio 2009 - 13:28

è straziante. Bellissima.
Come una cicatrice, aggancia il ricordo e lo rende presente. Io comunque non vedo l'ora che il dolore passi....meno romantico ma più pratico.
Un caro saluto.
brunforte

#3  10 Luglio 2009 - 14:16

Qui puoi fare il critico quando vuoi, Gianni e lo sai.
NATACARLA






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