domenica 20 novembre 2011

PRESENTAZIONE LIBRO: TERRA ESTREMA di Mauro Germani

martedì, 29 marzo 2011
PRESENTAZIONE LIBRO: TERRA ESTREMA di Mauro Germani





Ci sono pensieri scomodi e inopportuni da tenere a portata di memoria, per la vita di tutti i giorni ,che pudicamente releghiamo nella nostra parte più buia, dove vivono le nostre idee più selvagge.
Mauro con questo suo ultimo libro TERRA ESTREMA, ancora una volta edito da L'arcolaio, (come il suo precedente Livorno), si è messo alla ricerca di questi suoi pensieri; questi figli disconosciuti, ma comunque amati se per ritrovarli, come scrivono Marco Ercolani nella prefazione al libro "si inoltra nell'abisso del dolore..." e Fabio Botto, nella postfazione, "nonostante l'infinita dispersione che ci impone il mondo attuale".
Tutto questo è, a mio avviso, espresso nella prima poesia che qui propongo.
Il "perdere la carne" ed il successivo "dileguano le parole", sono sublimazioni dell'estraniamento necessario all'autore per strappare i ricordi alla nebbia, per procedere dove "non c'è terra / per i miei passi"

Anche l'ultima poesia della sezione L'ignoto sangue è una ricerca. Una ricerca di un addio espresso con un linguaggio freddo e sciolto, duro e dirompente, come tutti gli addii ed il lettore viene scosso proprio da questo contrasto tra il linguaggio dai silenzi incontenibili, e il tema trattato.
Sempre da Ercolani, trovo conferme sulla mia idea a proposito dell'uso del verso breve, ampiamente usato da Mauro: "I versi brevi stringono lettore ed autore nell'esiguo spazio di un respiro rauco, interrotto, fra dolore e dolore".
Io, più semplicemente, trovo che sia usato molto nella poesia introspettiva; quanto più si arriva a sfiorare il nostro indicibile, quanto più si contrae la frase poetica.
Altre due sezioni completano il libro. Oltre a quella già citata, ci sono Voci e Terra estrema, entrambe composte da prose poetiche di cui Mauro è un notevole esponente. Ve ne riporto una breve, tratta dalla sezione che titola il libro, simile nei contenuti alla seconda poesia proposta.

Se il libro Livorno è stato un buon libro, cosa di cui sono fermamente convinta al di là dei riscontri che ha ottenuto, questo nuovo libro lo è ancora di più.
Odio sentir dire di una poesia che "è bella", due parole che vogliono dire tutto e niente.
Tuttavia per quelle del libro non si può che esprimere qualcosa di molto simile: sono appaganti. Ognuna lascia con un intimo sorriso, consapevole di una corrispondenza di pensiero, talvolta un moto interiore che ad ogni fine lettura produce un "Si".






Questo niente che scende
dal cielo, nella luce
incerta dei visi
e questi ricordi
strappati alla nebbia

questo continuo
perdere la carne
come non fosse mia
mentre dileguano
le parole

e non c'è orizzonte
non c'è terra
per i miei passi.









Spegnere un nome
eppure vederlo
amarlo
senza ritegno.

Finire adesso
il mai
cominciato.

E sapere le notti
che non sanno
e invocare il cielo
prima
del cielo.

Aspettare
il silenzio.

Scrivere.

Scrivere sempre
il già
cancellato.








C'era stato un giuramento lì, un attimo assoluto.
C'era stato un amore incurabile, la luce tremante dei volti, la strada  lontana. Un abbraccio senza mondo, vicino alla carie dei muri, dove era più facile perdere, non avere giorni, non avere nomi.



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#1  29 Marzo 2011 - 04:36

Bella, nella sua sobria essenzialità, senza sprechi, con una semplice piccola fonte ad illuminare il quadro. Bello l'incipit, con echi De Angelisiani (è un complimento) volti a immortalare la sacralità dell'attimo.
Un saluto, u.c.
utente anonimo


#2  29 Marzo 2011 - 07:16

La sacralità dell'attimo: un tema a te molto caro.
Mi hai anticipato: ti avrei scritto per segnalarti il post, ma era decisamente tardi (molto di più di quel che segna l'orologio di Splinder).
Grazie del segno del tuo passaggio.
Carla

NATACARLA

#3  29 Marzo 2011 - 10:38

Soavità della musica che accompagna la lettura al "chiaro di luna"!

Gianni Grillo
http://http://www.splinder.com/myblog/comment/reply/24372196?blog=natakarla.splinder.com

utente anonimo

#4  29 Marzo 2011 - 20:30

Grazie della tua attenzione, Carla.
E grazie a coloro che sono intervenuti o che interverranno.
Mauro
maurogermani


#5  30 Marzo 2011 - 06:42

Leggere Terra estrema è stato un momento di riflessione su come si scrive e fin dove ci si deve addentrare e, come tale, mi ha arricchito.
Il dire "presentazione" è molto presuntuoso da parte mia. Credo che non ci siano capacità critico-tecniche tra le mie righe, solo riflessioni esternate tra amici. Ma quando le scrivo queste mie introduzioni  alle poesie, non c'è una singola parola che non sia per me vera e ferma e sincera, compreso quelle che ho scritto in questo post.
Grazie per il tuo intervento, Mauro. Aggiunge valore.
Carla
NATACARLA


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