domenica, 31 agosto 2008
Un'altra poesia ebraica letta in occasione della stessa serata è di YEHUDA AMICHAI.Morto a Gerusalemme il 22 settembre 2000, chiude la poesia con un appello. Per questo sono sicura che non si sarebbe dispiaciuto di vedere questo scritto portato all'attenzione di quante più persone possibili.
Spiacente, non ne conosco il titolo - e non sono riuscita a trovarlo neppure in Internet - quindi, se qualcuno volesse fornirmelo, magari con il titolo del libro in cui è pubblicato, ve ne sarei grata.
Ecco il testo; immaginatelo letto da una voce roboante. Io lo titolerei
RICORDA
Che il sacrario in memoria dei caduti
ricordi invece di me: il suo compito è questo.
Che il giardino in memoria ricordi,
che il nome della via ricordi,
che l'edificio celebre ricordi,
che la casa di preghiera che porta il nome di Dio ricordi,
che il rotolo avvolto della Legge ricordi,
che l'orazione per i morti ricordi.
Che le bandiere ricordino,
questi variopinti sudari della Storia
che avvolsero corpi divenuti polvere.
Che la polvere ricordi.
Che il pattume sulla porta ricordi.
Che la placenta ricordi.
Che la bestia dei campi e gli uccelli del cielo mangino e ricordino
e che ciascuno ricordi
Così potrò riposare.
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