martedì, 21 giugno 2011
UN BLOG: GUERRILLA POETRY - VITTORIO ARRIGONI
Poche righe, un pretesto per dirottarvi in pellegrinaggio in un mondo che non conosce poesia, raccontato da chi ne aveva tanta, ma proprio tanta dentro.
Riporto qui integralmente uno dei suoi post, chiedendogli perdono con il segno della croce e vi invito a scorrerlo tutti i nove densi e sconvolgenti, post e magari a lasciare il segno del passaggio.
Riporto qui integralmente uno dei suoi post, chiedendogli perdono con il segno della croce e vi invito a scorrerlo tutti i nove densi e sconvolgenti, post e magari a lasciare il segno del passaggio.
Dono (autobiografico)
31/05/2008 00:10 in Guerrilla Haiku
Ricevetti il dono di essere l'unico sopravvissuto,
vagai per il mondo alla ricerca del mio benefattore,
e di un qualunque motivo per cui scelse me.
http://guerrillapoetry.iobloggo.com/
Vittorio Arrigoni - Rapito il 14 aprile 2011 all'uscita di una palestra di Gaza che frequentava regolarmente, viene subito mostrato in un video di YouTube bendato e legato. In quel video, i responsabili del suo rapimento lo accusano di essere entrato a Gaza "per diffondere la corruzione" da uno "stato infedele" e con un ultimatum, minacciano di ucciderlo entro il pomeriggio del giorno successivo se non verranno liberati alcuni militanti jihadisti, detenuti nelle carceri palestinesi.
Ma il giorno successivo, il suo corpo viene rinvenuto in un'abitazione di Ghaza nel corso di un blitz: sarebbe morto nella notte tra il 14 e il 15 aprile per strangolamento, ipotesi confermata dall'autopsia svolta all'istituto di medicina legale dell'Università Sapienza di Roma.
Leggi i vecchi commenti
Caro amico, nessuno può fare "bella" la guerra.
Lui - io credo - l'ha raccontata con dolore, con l'imperturbabilità del cronista e l'incredulità del poeta.
Ecco perchè sono uscite solo poche gocce ma dense del suo pensiero ed ecco perchè ho messo la tag "di eroi".
Per non dimenticare. Il mio cassetto è pieno di persone da non dimenticare. Ogni tanto lo apro.
Carla
Lui - io credo - l'ha raccontata con dolore, con l'imperturbabilità del cronista e l'incredulità del poeta.
Ecco perchè sono uscite solo poche gocce ma dense del suo pensiero ed ecco perchè ho messo la tag "di eroi".
Per non dimenticare. Il mio cassetto è pieno di persone da non dimenticare. Ogni tanto lo apro.
Carla
NATACARLA |
.....da fare quasi male, vero?
Ma è giusto confrontarci con luoghi ed immagini come quello.
Ci riconduce ad una giusta prospettiva di noi e degli altri.
Grazie Jardingo.
Ma è giusto confrontarci con luoghi ed immagini come quello.
Ci riconduce ad una giusta prospettiva di noi e degli altri.
Grazie Jardingo.
NATACARLA |
Bisognerebbe farne una gigantografia, di quella foto, e farla sfilare il 2 giugno a Roma, ai Fori Impperiali, insieme ai carri armati e alle schiere impettite dei soldati.
maxdreamer |
Bisognerebbe portare al centro di quella scena chi costruisce le armi e chi con il dito su un interruttore fa scempio di suoi simoli e dire loro: adesso componi le salme, pulisci dal sangue le strade, aiuta i sopravvissuti, consola i bambini che hanno perso il loro mondo, entra in contatto con la morte, guardala in faccia prima di evocarla con gesti vigliacchi.
Bisogna conoscere cosa si usa, perchè per loro la morte è solo questo: uno strumento tra le mani, anonimo, pulito, persino santo.
Che schifo.
NATACARLA |
Carla, avevo scritto anche io qualcosa sulla terribile storia di Vittorio...
http://arteditacere.blogspot.com/2011_04_01_archive.html
Ale
Ciao, Ale.
Dopo aver letto i vari articoli di altrettanto vari "opinionisti" (Dio ci scampi da loro, l'unica qualità che hanno è quella di farti riflettere su quanto poco opportuni siano i loro scritti) , ho un paio di considerazioni da fare.
Anche ammettendo che nel gruppo salafita che ha rapito Vittorio ci possano essere state delle cellule incontrollabili, a che scopo colpire proprio lui che sostengono sia stato (ma la realtà del suo cuore, per me è nel suo blog) un "ultrà pacifista", un "anti israeliano", un "reporter di parte" ? Se era in quei posti come volontario, anzi "attivista umanitario", l'organizzazione di cui faceva parte non gli avrebbe impedito di ritornare a Gaza, se le sue azioni si fossero dimostrate contrarie ai principi dell'organizzazione stessa?
Non sembra che questo sia solo un gesto (per quanto terribile), una prova da superare per dimostrare che il loro commando è degno di fiducia, degno di sedere assieme agli altri gruppi salafiti ed avere diritto di voto sulle scelte degli obiettivi?
"Non c'è simpatia stabile da parte di un integralista. Solo la sua idea di Dio conta." A questo credo, ma credo anche che la realtà vista da laggiù sia molto più articolata e complessa di quello che sembra apparire dal piano di una scrivania; le persone che vivono in quei territori ti mostrano il loro mondo fatto di miseria e penso che Vittorio sia stato toccato da quegli scenari.
Penso che abbia fatto una scelta, quella di stare dalla parte che lui vedeva più debole: quelle donne e quei bambini che, se protetti e cresciuti in un mondo di conoscenza, anzichè di ignoranza (e quindi non di indottrinamento cieco e becero, da qualsiasi parte provenga) adotterebbo scelte diverse dal farsi saltare in aria perchè "Allah lo vuole".
Nessun Dio può volere una morte così cieca, non fosse altro che per mancanza poi di fedeli.
E condivido con te quel tuo:
Forse Vittorio amava solo gli occhi di questa bambina
il resto che è stato detto (comprese le mie considerazioni) è aria fritta.
NATACARLA |
Si parla tanto di tante persone.....
belle come lui.........
che hanno fatto "bella" la guerra...
con le loro parole...
i loro reportage.......
il suo.......blog..........
Si parla tanto di tante persone.....
belle come lui.........
quando muoiono..........
e si fa troppo presto a dimenticarle.........
grazie per le poche righe......
grazie per il pretesto....
rischiavo di dimenticarlo anche io
Ciao
A.
"Faranno il deserto, e lo chiameranno pace.
Il silenzio del "mondo civile" è molto più assordante delle esplosioni che ricoprono la città come un sudario di terrore e morte."
da "Gaza come Guernica"
di Vittorio Arrigoni