domenica 13 novembre 2011

VEDER CADERE LE FOGLIE - NAZIM HIKMET

sabato, 18 ottobre 2008
VEDER CADERE LE FOGLIE - NAZIM HIKMET
 
Come spesso mi succede, ho incontrato un'altra  poesia entusiasmante per caso, proposta da un'amica lei pure scrittrice di poesie ( il termine poetessa non mi piace, ma è questo che è). E' una poesia molto citata in molti blog, cosa che mi ha spinto ad  andare alla ricerca della sua breve biografia sul quel compensio dell'umano scibile che è Wikipedia,  di recente bistrattata, ma che è un punto di riferimento per tante persone e che puntualmente, non mi ha deluso.
Quindi quelle che seguono sono notizie apprese da quella fonte.




Nazim Hikmet nacque a Salonicco, atualmente facente parte della Grecia, da una famiglia aristocratica turca,  anagraficamente il 20 novembre 1902, ma pare sia nato nel 1901.
Era figlio del  diplomatico Nazim Bey e della pittrice Aisha  che  amava  la poesia francese; nipote per parte materna di un nobile polacco, militare in carriera ma anche filologo e storico e per parte paterna di un governatore di varie province,  ma anche poeta e  scrittore in lingua ottomana
Studiò nel liceo francese di Galatasaray per accedere poi all'Accademia della Marina Militare che però poi abbandona per mitivi di salute. Pubblica per la prima volta su una rivista a soli 17 anni.
Gli sviluppi politici successivi alla guerra d'indipendenza lo vedono costretto ad allontanarsi dalla Turchia. Vi farà ritorno da clandestino nel 1928 e verrà condannato per questo ma anche amnistiato nel 1935. Nel 1938 verrà di nuovo condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti naziste e anti franchiste. Ne sconta 12 in anatolia, poi, colpito da infarto, su pressione di una commissione internazionale composta da personaggi quali Pablo Picasso e Jean Paul Sartre, fu scarcerato. Si sposò due volte, la prima con Münevver Andaç, traduttrice, da cui ebbe un figlio  ma che dovette lasciare in patria per tornare a Mosca in esilio, ma viaggiando anche in tutta l'Europa.
La seconda moglie, Vera Tuljakova la sposò nel 1960. Morì tre anni dopo a Mosca per una crisi cardiaca. E' stato il solo poeta scrittore d'importanza ad evocare i massacri ai danni degi armeni  del 1915 e 1922.





VEDER CADERE LE FOGLIE



Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore,quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.




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