giovedì 17 maggio 2012

POESIA DEL GUANCIALE - HANS MAGNUS ENZENBERGER


Mai come questa volta è stato difficile trovare il testo originale di questa  poesia. Quindi vorrei ancora una volta ringraziare mio nipote Alessandro che, vivendo in Germania e conoscendo la lingua, ha subito trovato quello che io ho inseguito per più di un mese.
Manca il nome del traduttore e me ne dispiace per le solite motivazioni di attribuzione dei meriti di fruibilità ed interpretazione. Se dovessi azzardare una ipotesi, punterei su una donna.
Lo stile in cui è stata scritta, è terra battuta, ne conosco parole e cenni. Niente di veramente innovativo: solo un nuovo stupore nello scoprire quello che si possiede, un candore di sentimenti come pochi altri riescono ad esternare.







Hans Magnus Enzensberger è nato l'11 novembre 1929 a Kaufbeuren. Scrittore, poeta, traduttore ed editore tedesco, si è celato anche sotto lo pseudonimo di Andreas Thalmayr e Linda Quilt.
Durante la Seconda Guerra Mondiale era nella milizia tedesca, la Volkssturm.
Dopo il conflitto i suoi studi di letteratura e filosofia lo hanno portato a frequentare le università di Erlangen, Friburgo, Amburgo e Parigi (Sorbona) nel periodo che va dal 1949 al 1954. E' dell'anno successivo il conseguimento del dottorato con la tesi su Clamens Brentano.
Prese parte al Gruppo del 47, assieme a scrittori come Celan, Grass, Boll, ma inserito in una corrente satirica che lo accomuna ad un primo Brecht.
Fino al 1957 è stato redattore di una radio di Stoccarda e contemporaneamente “professore in visita” presso la Fachhochschule Ulm.
Nel 1965 fonda la rivista Kursbuch e nel 1980 il mensile TransAtlantik. Nel 1985 entra nel settore editoriale con la collana di libri Die Andere Bibliothek (L'altra biblioteca) che adesso conta 250 titoli.
Per i suoi lavori, tradotti in oltre 40 lingue, ha ottenuto svariati premi.
Attualmente vive a Monaco.






POESIA DEL GUANCIALE



Perché fino alla punta delle dita
sei presente, perché hai desideri,
per come pieghi i ginocchi
e mi mostri le chiome,
per il tuo tepore
e la tua oscurità;
per le tue frasi dipendenti,
i gomiti non prepotenti
e l’anima materiale
che nella fossetta
sopra la clavicola balugina;
perché sei andata
e venuta, e per tutto
ciò che di te non so
queste mie esili sillabe
son troppo poco – o troppo.




Kopfkissengedicht

Dafür, dass du bis in die Fingerspitzen
anwesend bist, dass es dich verlangt,
dafür, wie du die Knie biegst
und mir dein Haar zeigst,
für deine Temperatur
und deine Dunkelheit;
für deine Nebensätze,

das geringe Gewicht der Ellenbogen
und die materielle Seele,
die in der kleinen Mulde
über dem Schlüsselbein schimmert;
dafür, dass du gegangen
und gekommen bist, und für alles,
was ich nicht von dir weiss,
sind meine einsilbigen Silben
zuwenig, oder zuviel.


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