giovedì 24 gennaio 2013

LEGGI, SONO QUESTI I NOMI DELLE COSE... - MARIA DO ROSARIO PEDREIRA

Non ricordo con esattezza quando e come ho incontrato la prima poesia di Maria, ma di sicuro so quando ho letto la seconda: lo stesso giorno, cercando altri suoi scritti, e come tutte le altre sue poesie, era dolce, malinconica e disarmante.
Mettendo da parte l'empatia verso i suoi scritti, e ripensando a quanto ho letto fino ad oggi, credo che le poesie di Maria abbiano un poco d
ella magia di Pedro Salinas, del suo costituirsi apertamente all'altro, una concretezza che manca nei versi altrettanto forti ma ipotetici di Homero Aridijs, un desiderio di stabilità che genera quel suo smarrimento che troviamo in Miguel Hernandez, in Nazim Hikmet (il poeta d'amore per definizione) ed un filo di pazzia amorosa che riempie i versi delle poesie d'amore di Jairo Annibal Bambino.  La poesia che ho scelto è, per me, idealmente legata al Futuro di Cortàzar.
In entrambe è presente il tema dell'amore e del dolore per una assenza. Le uniche differenze sono la perdita piuttosto dell'abbandono e la sensibilità diversa che deriva dall'appartenere a due generi - quello maschile e quello femminile - diversissimi tra loro.
In rete esistono molte poesie di Maria, a dimostrazione del fatto - inconfutabile - che nonostante esista un solo suo libro tradotto (La casa e l'odore dei libri, Lìbrati editore, 2008) e qualche altra poesia nell'antologia Nuove poesie d’amore edita da Crocetti (2009), è un autore molto amato. 
E devo dire che come per pochi altri poeti, sono imbarazzatissima nella scelta di una sua poesia da proporvi: vorrei potervele leggere tutte (mi manca moltissimo poterle leggere a voce alta, dare vita - a modo mio - a questi versi) ma per quanto abbia cercato un modo, ancora non sembra possibile. Eppure sono versi che mi bruciano in bocca, per la loro purezza e per averli pronti da tanto tempo.
Benvenuta Maria. 






Maria do Rosario Pedreira nasce a Lisbona nel 1959. Si laurea in Lingue e letteratura straniera, presso l'Università di quella stessa città nel 1982, che le ha permesso di insegnare Portoghese e Francese.
Ha seguito anche il corso di lingua dell'Istituto Italiano di Cultura in Portogallo e, con una borsa di studio del governo Italiano, ha frequentato un corso estivo presso l'università di Perugia. Ha frequentato per quattro anni il Goethe Institut, ha tradotto, tenuto conferenze e dal 1987 ha intrapreso la carriera editoriale.



 Il cuscino rosso Opera di Francine Van Hove (Parigi 1942)




LEGGI, SONO QUESTI I NOMI DELLE COSE...

Leggi, sono questi i nomi delle cose che
lasciasti – me, libri, il tuo profumo
sparso per la stanza; sogni una metà e dolori il doppio, baci per
tutto il corpo come tagli profondi
che non si rimargineranno mai; e libri, nostalgia,
la chiave di una casa che non è mai stata la
nostra, una vestaglia di flanella blu che
indosso, quando faccio questo elenco:

libri, risa che non riesco a mettere in ordine,
e rabbia – un vaso di orchidee che
amavi tanto senza che io sapessi perché e
che forse per questo non tornai ad innaffiare; e
libri, il letto disfatto per tanti giorni,

una lettera sul tuo cuscino e tanta
afflizione, tanta solitudine; e in un cassetto
due biglietti per un film d'amore che
non hai visto con me, e altri libri, e anche
una camicia sbiadita con la quale dormo
di notte per stare più vicino a te; e, da

tutte le parti, libri, tanti libri, tante
parole che mai mi hai detto prima della
lettera che scrivesti quella mattina, e io,
io che ancora credo che tornerai, che
ritorni, sia pure solo per i tuoi libri
da "Nessun nome dopo", Gótica, Lisbona, 2004
Traduzione di Mirella Abriani


Lê, são estes os nomes… 

Lê, são estes os nomes das coisas que
deixaste – eu, livros, o teu perfume
espalhado pelo quarto; sonhos pela
metade e dor em dobro, beijos por
todo o corpo como cortes profundos
que nunca vão sarar; e livros, saudade,
a chave de uma casa que nunca foi a
nossa, um roupão de flanela azul que
tenho vestido enquanto faço esta lista:

livros, risos que não consigo arrumar,
e raiva – um vaso de orquídeas que
amavas tanto sem eu saber porquê e
que talvez por isso não voltei a regar; e
livros, a cama desfeita por tantos dias,
uma carta sobre a tua almofada e tanto
desgosto, tanta solidão; e numa gaveta
dois bilhetes para um filme de amor que
não viste comigo, e mais livros, e também
uma camisa desbotada com que durmo
de noite para estar mais perto de ti; e, por

todo o lado, livros, tantos livros, tantas
palavras que nunca me disseste antes da
carta que escreveste nessa manhã, e eu,
eu que ainda acredito que vais voltar, que
voltas, mesmo que seja só pelos teus livros.
 
de "Nenbum Nome Depois", Gótica, Lisboa, 2004
 
 

4 commenti:

  1. Hai ragione, Carla, sono versi meravigliosi. Carichi di un vissuto che non vuole scomparire, e che per questo genera una rabbia sorda("leggi", imperativo) che confina suo malgrado con l'amore.
    Bellissimo inserimento, e visto il sito non potrebbe essere altrimenti.
    Saverio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interessante quella tua riflessione sull'uso dell'imperativo, anche se non la collego, in questo contesto, alla rabbia. Per l'incedere del verso, mi pare piuttosto recriminazione, impotenza ed amarezza.
      Penso anch'io che ci sia la volontà di trattenere il ricordo del vissuto: l'indossare la sua vestaglia ne è un simbolo.
      Quasi tutte le poesie di Maria che ho letto sono come questa: disarmanti.
      Ricordo il modo simile di chiudere le poesie di un autore della Vetrina (ed un caro amico), ma qui è la totalità dei versi ad essere così e non credo che questo dipenda dal modo di scrivere.
      Questo va oltre il saper usare rime o versi endecasillabi; non credo che si possa provare ad imitare questo sentire (nel senso di rendere la propria emozione nel verso) dell'autore. Il risultato sarebbe un falso che risuonerebbe come una nota stonata alle orecchie di chi ascolta con attenzione.
      Grazie del segno del tuo passaggio e dello spunto di riflessione.

      Elimina
  2. Mi piace questa poetessa, molto. Grazie per averla presentata sul tuo blog.
    Ho cercato suoi libri in italiano nei vari bookstores online, però non ho trovato niente. Che peccato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Io ho trovato il suo libro su Dea Store. Sarebbe possibile ordinarlo anche alla sua casa editrice, ma costa il doppio.

      http://www.deastore.com/libro/la-casa-e-l-odore-dei-maria-do-rosario-pedreira-librati/9788887691559.html

      Credimi: vale la pena di leggerlo. Se vuoi qualche testo posso inviartelo. Sono in debito con te per avermi fatto conoscere un numero infinito di poesie e autori.

      Elimina